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LIBRO DI GEREMIA

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Libro completo del profeta maggiore Geremia

GEREMIA 1

[1]

Parole di Geremia, figlio di Chelkia, uno dei sacerdoti che risiedevano ad Anatòt, nel territorio di Beniamino.

[2]

A lui fu rivolta la parola del Signore al tempo di Giosia, figlio di Amon, re di Giuda, l’anno tredicesimo del suo regno,

[3]

e successivamente anche al tempo di Ioiakìm, figlio di Giosia, re di Giuda, fino alla fine dell’anno undicesimo di Sedecìa, figlio di Giosia, re di Giuda, cioè fino alla deportazione di Gerusalemme, avvenuta nel quinto mese di quell’anno.

[4]

Mi fu rivolta questa parola del Signore:

[5]

«Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni».

[6]

Risposi: «Ahimè, Signore Dio! Ecco, io non so parlare, perché sono giovane».

[7]

Ma il Signore mi disse: «Non dire: “Sono giovane”. Tu andrai da tutti coloro a cui ti manderò e dirai tutto quello che io ti ordinerò.

[8]

Non aver paura di fronte a loro, perché io sono con te per proteggerti». Oracolo del Signore.

[9]

Il Signore stese la mano e mi toccò la bocca, e il Signore mi disse: «Ecco, io metto le mie parole sulla tua bocca.

[10]

Vedi, oggi ti do autorità sopra le nazioni e sopra i regni per sradicare e demolire, per distruggere e abbattere, per edificare e piantare».

[11]

Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Che cosa vedi, Geremia?». Risposi: «Vedo un ramo di mandorlo».

[12]

Il Signore soggiunse: «Hai visto bene, poiché io vigilo sulla mia parola per realizzarla».

[13]

Mi fu rivolta di nuovo questa parola del Signore: «Che cosa vedi?». Risposi: «Vedo una pentola bollente, la cui bocca è inclinata da settentrione».

[14]

Il Signore mi disse: «Dal settentrione dilagherà la sventura su tutti gli abitanti della terra.

[15]

Poiché, ecco, io sto per chiamare tutti i regni del settentrione. Oracolo del Signore. Essi verranno e ognuno porrà il proprio trono alle porte di Gerusalemme, contro le sue mura, tutt’intorno, e contro tutte le città di Giuda.

[16]

Allora pronuncerò i miei giudizi contro di loro, per tutta la loro malvagità, poiché hanno abbandonato me e hanno sacrificato ad altri dèi e adorato idoli fatti con le proprie mani.

[17]

Tu, dunque, stringi la veste ai fianchi, àlzati e di’ loro tutto ciò che ti ordinerò; non spaventarti di fronte a loro, altrimenti sarò io a farti paura davanti a loro.

[18]

Ed ecco, oggi io faccio di te come una città fortificata, una colonna di ferro e un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese.

[19]

Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti». Oracolo del Signore.

GEREMIA 2

[1]

Mi fu rivolta questa parola del Signore:

[2]

«Va’ e grida agli orecchi di Gerusalemme: Così dice il Signore: Mi ricordo di te, dell’affetto della tua giovinezza, dell’amore al tempo del tuo fidanzamento, quando mi seguivi nel deserto, in terra non seminata.

[3]

Israele era sacro al Signore, la primizia del suo raccolto; quanti osavano mangiarne, si rendevano colpevoli, la sventura si abbatteva su di loro. Oracolo del Signore.

[4]

Udite la parola del Signore, casa di Giacobbe, voi, famiglie tutte d’Israele!

[5]

Così dice il Signore: Quale ingiustizia trovarono in me i vostri padri per allontanarsi da me e correre dietro al nulla, diventando loro stessi nullità?

[6]

E non si domandarono: “Dov’è il Signore che ci fece uscire dall’Egitto, e ci guidò nel deserto, terra di steppe e di frane, terra arida e tenebrosa, terra che nessuno attraversa e dove nessuno dimora?”.

[7]

Io vi ho condotti in una terra che è un giardino, perché ne mangiaste i frutti e i prodotti, ma voi, appena entrati, avete contaminato la mia terra e avete reso una vergogna la mia eredità.

[8]

Neppure i sacerdoti si domandarono: “Dov’è il Signore?”. Gli esperti nella legge non mi hanno conosciuto, i pastori si sono ribellati contro di me, i profeti hanno profetato in nome di Baal e hanno seguito idoli che non aiutano.

[9]

Per questo intenterò ancora un processo contro di voi – oracolo del Signore – e farò causa ai figli dei vostri figli.

[10]

Recatevi nelle isole dei Chittìm e osservate, mandate gente a Kedar e considerate bene, vedete se è mai accaduta una cosa simile.

[11]

Un popolo ha cambiato i suoi dèi? Eppure quelli non sono dèi! Ma il mio popolo ha cambiato me, sua gloria, con un idolo inutile.

[12]

O cieli, siatene esterrefatti, inorriditi e spaventati. Oracolo del Signore.

[13]

Due sono le colpe che ha commesso il mio popolo: ha abbandonato me, sorgente di acqua viva, e si è scavato cisterne, cisterne piene di crepe, che non trattengono l’acqua.

[14]

Israele è forse uno schiavo, o è nato servo in casa? Perché è diventato una preda?

[15]

Contro di lui ruggiscono leoni con ruggiti minacciosi. Hanno ridotto la sua terra a deserto, le sue città sono state bruciate e nessuno vi abita.

[16]

Persino le genti di Menfi e di Tafni ti hanno umiliata radendoti il capo.

[17]

Non ti accade forse tutto questo perché hai abbandonato il Signore, tuo Dio, al tempo in cui era tua guida nel cammino?

[18]

E ora, perché corri verso l’Egitto a bere l’acqua del Nilo? Perché corri verso l’Assiria a bere l’acqua dell’Eufrate?

[19]

La tua stessa malvagità ti castiga e le tue ribellioni ti puniscono. Renditi conto e prova quanto è triste e amaro abbandonare il Signore, tuo Dio, e non avere più timore di me. Oracolo del Signore degli eserciti.

[20]

Già da tempo hai infranto il giogo, hai spezzato i legami e hai detto: “Non voglio essere serva!”. Su ogni colle elevato e sotto ogni albero verde ti sei prostituita.

[21]

Io ti avevo piantato come vigna pregiata, tutta di vitigni genuini; come mai ti sei mutata in tralci degeneri di vigna bastarda?

[22]

Anche se tu ti lavassi con soda e molta potassa, resterebbe davanti a me la macchia della tua iniquità. Oracolo del Signore.

[23]

Come osi dire: “Non mi sono contaminata, non ho seguito i Baal”? Guarda nella valle le tracce dei tuoi passi, riconosci quello che hai fatto, giovane cammella leggera e vagabonda!

[24]

Asina selvatica, abituata al deserto: quando ansima nell’ardore del suo desiderio, chi può frenare la sua brama? Quanti la cercano non fanno fatica: la troveranno sempre disponibile.

[25]

Férmati prima che il tuo piede resti scalzo e la tua gola inaridisca! Ma tu rispondi: “No, è inutile, perché io amo gli stranieri, voglio andare con loro”.

[26]

Come viene svergognato un ladro sorpreso in flagrante, così restano svergognati quelli della casa d’Israele, con i loro re, i loro capi, i loro sacerdoti e i loro profeti.

[27]

Dicono a un pezzo di legno: “Sei tu mio padre”, e a una pietra: “Tu mi hai generato”. A me rivolgono le spalle, non la faccia; ma al tempo della sventura invocano: “Àlzati, salvaci!”.

[28]

Dove sono gli dèi che ti sei costruito? Si alzino, se sono capaci di salvarti nel tempo della sventura; poiché numerosi come le tue città sono i tuoi dèi, o Giuda!

[29]

Perché contendete con me? Tutti vi siete ribellati contro di me. Oracolo del Signore.

[30]

Invano ho colpito i vostri figli: non hanno imparato la lezione. La vostra spada ha divorato i vostri profeti come un leone distruttore.

[31]

Voi di questa generazione, fate attenzione alla parola del Signore! Sono forse divenuto un deserto per Israele o una terra dov’è sempre notte? Perché il mio popolo dice: “Siamo liberi, non verremo più da te”?

[32]

Dimentica forse una vergine i suoi ornamenti, una sposa la sua cintura? Eppure il mio popolo mi ha dimenticato da giorni innumerevoli.

[33]

Come sai scegliere bene la tua via in cerca di amore! Anche alle donne peggiori hai insegnato le tue strade.

[34]

Sull’orlo delle tue vesti si trova persino il sangue di poveri innocenti, da te non sorpresi a scassinare! Eppure per tutto questo

[35]

tu protesti: “Io sono innocente, perciò la sua ira si è allontanata da me”. Ecco, io ti chiamo in giudizio, perché hai detto: “Non ho peccato!”.

[36]

Con quale leggerezza cambi strada? Anche dall’Egitto sarai delusa, come fosti delusa dall’Assiria.

[37]

Anche di là tornerai con le mani sul capo, perché il Signore ha respinto coloro nei quali confidi; da loro non avrai alcun vantaggio.

GEREMIA 3

[1]

Se un uomo ripudia la moglie ed ella si allontana da lui per appartenere a un altro, tornerà il primo ancora da lei? Quella terra non sarebbe tutta contaminata? E tu, che ti sei prostituita con molti amanti, osi tornare da me? Oracolo del Signore.

[2]

Alza gli occhi sui colli e osserva: dove non sei stata disonorata? Tu sedevi sulle vie aspettandoli, come fa l’Arabo nel deserto. Così hai contaminato la terra con la tua impudicizia e perversità.

[3]

Per questo sono state fermate le piogge e gli acquazzoni di primavera non sono venuti. Sfrontatezza di prostituta è la tua, non vuoi arrossire.

[4]

E ora gridi verso di me: “Padre mio, amico della mia giovinezza tu sei!

[5]

Manterrà egli il rancore per sempre? Conserverà in eterno la sua ira?”. Così parli, ma intanto commetti tutto il male che puoi».

[6]

Il Signore mi disse al tempo del re Giosia: «Hai visto ciò che ha fatto Israele, la ribelle? Si è recata su ogni luogo elevato e sotto ogni albero verde per prostituirsi.

[7]

E io pensavo: “Dopo che avrà fatto tutto questo tornerà a me”; ma ella non è ritornata. La sua perfida sorella Giuda ha visto ciò,

[8]

ha visto che ho ripudiato la ribelle Israele proprio per tutti i suoi adultèri, consegnandole il documento del divorzio, ma la sua perfida sorella Giuda non ha avuto alcun timore. Anzi, anche lei è andata a prostituirsi,

[9]

e con il clamore delle sue prostituzioni ha contaminato la terra; ha commesso adulterio davanti alla pietra e al legno.

[10]

E nonostante questo, la sua perfida sorella Giuda non è ritornata a me con tutto il cuore, ma soltanto con menzogna». Oracolo del Signore.

[11]

Allora il Signore mi disse: «Israele ribelle si è dimostrata più giusta della perfida Giuda.

[12]

Va’ e grida queste cose verso il settentrione: Ritorna, Israele ribelle, dice il Signore. Non ti mostrerò la faccia sdegnata, perché io sono pietoso. Oracolo del Signore. Non conserverò l’ira per sempre.

[13]

Su, riconosci la tua colpa, perché sei stata infedele al Signore, tuo Dio; hai concesso il tuo amore agli stranieri sotto ogni albero verde, e non hai ascoltato la mia voce. Oracolo del Signore.

[14]

Ritornate, figli traviati – oracolo del Signore – perché io sono il vostro padrone. Vi prenderò uno da ogni città e due da ciascuna famiglia e vi condurrò a Sion.

[15]

Vi darò pastori secondo il mio cuore, che vi guideranno con scienza e intelligenza.

[16]

Quando poi vi sarete moltiplicati e sarete stati fecondi nel paese, in quei giorni – oracolo del Signore – non si parlerà più dell’arca dell’alleanza del Signore: non verrà più in mente a nessuno e nessuno se ne ricorderà, non sarà rimpianta né rifatta.

[17]

In quel tempo chiameranno Gerusalemme “Trono del Signore”, e a Gerusalemme tutte le genti si raduneranno nel nome del Signore e non seguiranno più caparbiamente il loro cuore malvagio.

[18]

In quei giorni la casa di Giuda andrà verso la casa d’Israele e verranno insieme dalla regione settentrionale nella terra che io avevo dato in eredità ai loro padri.

[19]

Io pensavo: “Come vorrei considerarti tra i miei figli e darti una terra invidiabile, un’eredità che sia l’ornamento più prezioso delle genti!”. Io pensavo: “Voi mi chiamerete: Padre mio, e non tralascerete di seguirmi”.

[20]

Ma come una moglie è infedele a suo marito, così voi, casa di Israele, siete stati infedeli a me». Oracolo del Signore.

[21]

Sui colli si ode una voce, pianto e gemiti degli Israeliti, perché hanno reso tortuose le loro vie, hanno dimenticato il Signore, loro Dio.

[22]

«Ritornate, figli traviati, io risanerò le vostre ribellioni». «Ecco, noi veniamo a te, perché tu sei il Signore, nostro Dio.

[23]

In realtà, menzogna sono le colline, e le grida sui monti; davvero nel Signore, nostro Dio, è la salvezza d’Israele.

[24]

L’infamia ha divorato fin dalla nostra giovinezza il frutto delle fatiche dei nostri padri, le loro greggi e i loro armenti, i loro figli e le loro figlie.

[25]

Corichiamoci nella nostra vergogna, la nostra confusione ci ricopra, perché abbiamo peccato contro il Signore, nostro Dio, noi e i nostri padri, dalla nostra giovinezza fino ad oggi; non abbiamo ascoltato la voce del Signore, nostro Dio».

GEREMIA 4

[1]

«Se vuoi davvero ritornare, Israele, a me dovrai ritornare. Se vuoi rigettare i tuoi abomini, non dovrai più vagare lontano da me.

[2]

Se giurerai per la vita del Signore, con verità, rettitudine e giustizia, allora le nazioni si diranno benedette in te e in te si glorieranno.

[3]

Infatti così dice il Signore agli uomini di Giuda e a Gerusalemme: Dissodatevi un terreno e non seminate fra le spine.

[4]

Circoncidetevi per il Signore, circoncidete il vostro cuore, uomini di Giuda e abitanti di Gerusalemme, perché la mia ira non divampi come fuoco e non bruci senza che alcuno la possa spegnere, a causa delle vostre azioni perverse.

[5]

Annunciatelo in Giuda, fatelo udire in Gerusalemme; suonate il corno nel paese, gridate a piena voce e dite: “Radunatevi ed entriamo nelle città fortificate”.

[6]

Alzate un segnale verso Sion; cercate rifugio, non indugiate, perché io faccio venire dal settentrione una sventura e una grande rovina.

[7]

Il leone è balzato dalla sua boscaglia, il distruttore di nazioni si è messo in marcia, è uscito dalla sua dimora, per ridurre la tua terra a una desolazione: le tue città saranno distrutte, non vi rimarranno abitanti.

[8]

Per questo vestitevi di sacco, lamentatevi e alzate grida, perché non si è allontanata da noi l’ira ardente del Signore.

[9]

E in quel giorno – oracolo del Signore – verrà meno il coraggio del re e il coraggio dei capi; i sacerdoti saranno costernati e i profeti saranno sbigottiti».

[10]

Allora io dissi: «Ah, Signore Dio, hai dunque del tutto ingannato questo popolo e Gerusalemme, quando dicevi: “Voi avrete pace”, mentre una spada giunge fino alla gola».

[11]

In quel tempo si dirà a questo popolo e a Gerusalemme: «Il vento ardente delle dune soffia dal deserto verso la figlia del mio popolo, ma non per vagliare, né per mondare il grano.

[12]

Un vento minaccioso si alza per mio ordine. Ora, anch’io voglio pronunciare contro di loro la condanna».

[13]

Ecco, egli sale come nubi e come un turbine sono i suoi carri, i suoi cavalli sono più veloci delle aquile. Guai a noi! Siamo perduti!

[14]

Purifica il tuo cuore dalla malvagità, Gerusalemme, perché possa uscirne salva. Fino a quando abiteranno in te i tuoi pensieri d’iniquità?

[15]

Ecco, una voce reca la notizia da Dan, annuncia la sventura dalle montagne di Èfraim.

[16]

Annunciatelo alle nazioni, fatelo sapere a Gerusalemme: «I nemici vengono da una terra lontana, mandano urla contro le città di Giuda.

[17]

Come guardiani di un campo l’hanno circondata, perché si è ribellata contro di me». Oracolo del Signore.

[18]

La tua condotta e le tue azioni ti hanno causato tutto ciò. Com’è amara la tua malvagità! Ora ti penetra fino al cuore.

[19]

Le mie viscere, le mie viscere! Sono straziato. Mi scoppia il cuore in petto, mi batte forte; non riesco più a tacere, perché ho udito il suono del corno, il grido di guerra.

[20]

Si annuncia un disastro dopo l’altro: tutta la terra è devastata. A un tratto sono distrutte le mie tende, in un attimo i miei padiglioni.

[21]

Fino a quando dovrò vedere segnali e udire il suono del corno?

[22]

«Stolto è il mio popolo: non mi conosce, sono figli insipienti, senza intelligenza; sono esperti nel fare il male, ma non sanno compiere il bene».

[23]

Guardai la terra, ed ecco vuoto e deserto, i cieli, e non v’era luce.

[24]

Guardai i monti, ed ecco tremavano e tutti i colli ondeggiavano.

[25]

Guardai, ed ecco non c’era nessuno e tutti gli uccelli dell’aria erano volati via.

[26]

Guardai, ed ecco il giardino era un deserto e tutte le sue città erano state distrutte dal Signore e dalla sua ira ardente.

[27]

Poiché così dice il Signore: «Tutta la terra sarà devastata, ma non la distruggerò completamente.

[28]

Pertanto la terra sarà in lutto e il cielo si oscurerà: l’ho detto e non mi pento, l’ho pensato e non ritratterò».

[29]

Per lo strepito di cavalieri e di arcieri tutti gli abitanti del paese sono in fuga, entrano nelle grotte, si nascondono nella folta boscaglia e salgono sulle rupi. Ogni città è abbandonata, nessuno più vi abita.

[30]

E tu, devastata, che cosa farai? Anche se ti vestissi di scarlatto, ti adornassi di fregi d’oro e ti facessi gli occhi grandi con il bistro, invano ti faresti bella. I tuoi amanti ti disprezzano; essi vogliono la tua vita.

[31]

Sento un grido come di donna nei dolori, un urlo come di donna al primo parto; è il grido della figlia di Sion, che spasima e tende le mani: «Guai a me! La mia vita soccombe di fronte agli assassini».

GEREMIA 5

[1]

Percorrete le vie di Gerusalemme, osservate bene e informatevi, cercate nelle sue piazze se c’è un uomo che pratichi il diritto, e cerchi la fedeltà, e io la perdonerò.

[2]

Invece giurano certamente il falso anche quando dicono: «Per la vita del Signore!».

[3]

I tuoi occhi, Signore, non cercano forse la fedeltà? Tu li hai percossi, ma non mostrano dolore; li hai fiaccati, ma rifiutano di comprendere la correzione. Hanno indurito la faccia più di una rupe, rifiutano di convertirsi.

[4]

Io pensavo: «Sono certamente gente di bassa condizione, quelli che agiscono da stolti, non conoscono la via del Signore, la legge del loro Dio.

[5]

Mi rivolgerò e parlerò ai grandi, che certo conoscono la via del Signore, e il diritto del loro Dio». Purtroppo anche questi hanno rotto il giogo, hanno spezzato i legami!

[6]

Per questo li azzanna il leone della foresta, il lupo delle steppe ne fa scempio, il leopardo sta in agguato vicino alle loro città: quanti escono saranno sbranati, perché si sono moltiplicati i loro peccati, sono aumentate le loro ribellioni.

[7]

«Perché ti dovrei perdonare? I tuoi figli mi hanno abbandonato, hanno giurato per coloro che non sono dèi. Io li ho saziati, ed essi hanno commesso adulterio, si affollano nelle case di prostituzione.

[8]

Sono come stalloni ben pasciuti e focosi; ciascuno nitrisce dietro la moglie del suo prossimo.

[9]

Non dovrei forse punirli? Oracolo del Signore. Di una nazione come questa non dovrei vendicarmi?

[10]

Salite sulle sue terrazze e distruggetele, senza compiere uno sterminio; strappate i tralci, perché non sono del Signore.

[11]

Poiché si sono ribellate contro di me la casa d’Israele e la casa di Giuda». Oracolo del Signore.

[12]

Hanno rinnegato il Signore, hanno proclamato: «Non esiste! Non verrà sopra di noi la sventura, non vedremo né spada né fame.

[13]

I profeti sono diventati vento, la sua parola non è in loro».

[14]

Perciò dice il Signore, Dio degli eserciti: «Poiché avete fatto questo discorso, farò delle mie parole come un fuoco sulla tua bocca e questo popolo sarà la legna che esso divorerà.

[15]

Ecco, manderò da lontano una nazione contro di te, casa d’Israele. Oracolo del Signore. È una nazione valorosa, è una nazione antica! Una nazione di cui non conosci la lingua e non comprendi che cosa dice.

[16]

La sua faretra è come un sepolcro aperto. Sono tutti prodi.

[17]

Divorerà le tue messi e il tuo pane, divorerà i tuoi figli e le tue figlie, divorerà le greggi e gli armenti, divorerà le tue vigne e i tuoi fichi, distruggerà le città fortificate, nelle quali riponevi la tua fiducia.

[18]

Ma anche in quei giorni – oracolo del Signore – non farò di voi uno sterminio».

[19]

Allora, se diranno: «Perché il Signore Dio ci fa tutto questo?», tu risponderai loro: «Come avete abbandonato il Signore per servire nella vostra terra divinità straniere, così sarete servi degli stranieri in una terra non vostra».

[20]

Annunciatelo nella casa di Giacobbe, fatelo udire in Giuda e dite:

[21]

«Ascolta, popolo stolto e privo di senno, che ha occhi ma non vede, ha orecchi ma non ode.

[22]

Non mi temerete? Oracolo del Signore. Non tremerete dinanzi a me, che ho posto la sabbia per confine al mare, limite perenne che non varcherà? Le sue onde si agitano ma non prevalgono, rumoreggiano ma non l’oltrepassano».

[23]

Questo popolo ha un cuore indocile e ribelle; si voltano indietro e se ne vanno,

[24]

e non dicono in cuor loro: «Temiamo il Signore, nostro Dio, che dona la pioggia autunnale e quella primaverile a suo tempo, che custodisce per noi le settimane fissate per la messe».

[25]

Le vostre iniquità hanno sconvolto quest’ordine e i vostri peccati tengono lontano da voi il benessere;

[26]

poiché tra il mio popolo si trovano malvagi, che spiano come cacciatori in agguato, pongono trappole per prendere uomini.

[27]

Come una gabbia piena di uccelli, così le loro case sono piene di inganni; perciò diventano grandi e ricchi.

[28]

Sono grassi e pingui, oltrepassano i limiti del male; non difendono la causa, non si curano della causa dell’orfano, non difendono i diritti dei poveri.

[29]

Non dovrei forse punirli? Oracolo del Signore. Di una nazione come questa non dovrei vendicarmi?

[30]

Cose spaventose e orribili avvengono nella terra:

[31]

i profeti profetizzano menzogna e i sacerdoti governano al loro cenno, e il mio popolo ne è contento. Che cosa farete quando verrà la fine?

GEREMIA 6

[1]

Mettetevi in salvo, figli di Beniamino, fuori di Gerusalemme. A Tekòa suonate il corno, innalzate segnali su Bet-Cherem, perché dal settentrione si affaccia una sventura e una grande rovina.

[2]

La bella e incantevole figlia di Sion io riduco al silenzio.

[3]

Verso di essa muovono i pastori con le greggi; fissano le tende tutt’intorno, ognuno pascola la sua parte.

[4]

«Proclamate contro di essa la guerra santa; su, assaliamola in pieno giorno! Sventurati noi! Già il giorno declina, già si allungano le ombre della sera.

[5]

Su, allora, assaliamola di notte, distruggiamo i suoi palazzi!».

[6]

Perché così dice il Signore degli eserciti: «Tagliate i suoi alberi, costruite un terrapieno davanti a Gerusalemme: è una città sotto giudizio, in essa tutto è oppressione.

[7]

Come fluisce l’acqua da una sorgente, così da essa scorre l’iniquità. Violenza e oppressione vi risuonano, dinanzi a me stanno sempre dolori e piaghe.

[8]

Lasciati correggere, o Gerusalemme, perché io non mi allontani da te e non ti riduca a un deserto, a una terra disabitata».

[9]

Così dice il Signore degli eserciti: «Racimolate, racimolate come una vigna il resto d’Israele; stendi ancora la mano verso i tralci come un vendemmiatore».

[10]

A chi parlerò, chi scongiurerò perché mi ascolti? Il loro orecchio non è circonciso, non sono capaci di prestare attenzione. La parola del Signore è per loro oggetto di scherno, non ne vogliono sapere.

[11]

Perciò sono pieno dell’ira del Signore, non posso più contenerla. «Riversala sui bambini nella strada e anche sul gruppo dei giovani, perché saranno presi insieme uomini e donne, l’anziano e il decrepito.

[12]

Le loro case passeranno a stranieri, insieme con i loro campi e le loro donne, perché io stenderò la mano sugli abitanti della terra». Oracolo del Signore.

[13]

Perché dal piccolo al grande tutti commettono frode; dal profeta al sacerdote tutti praticano la menzogna.

[14]

Curano alla leggera la ferita del mio popolo, dicendo: «Pace, pace!», ma pace non c’è.

[15]

Dovrebbero vergognarsi dei loro atti abominevoli, ma non si vergognano affatto, non sanno neppure arrossire. «Per questo cadranno vittime come gli altri, nell’ora in cui li visiterò crolleranno», dice il Signore.

[16]

Così dice il Signore: «Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi dei sentieri del passato, dove sta la strada buona percorretela, così troverete pace per la vostra vita». Ma essi hanno risposto: «Non la prenderemo!».

[17]

Ho posto sentinelle per vegliare su di voi: «Fate attenzione al suono del corno». Hanno risposto: «Non ci baderemo!».

[18]

Per questo ascoltate, o genti, e sappi, o assemblea, ciò che avverrà di loro;

[19]

ascolta, o terra: «Ecco, io faccio venire contro questo popolo la sventura, frutto dei loro pensieri, perché non hanno prestato attenzione alle mie parole e hanno rigettato la mia legge.

[20]

Perché mi offrite incenso di Saba e la preziosa cannella che viene da lontano? I vostri olocausti non mi sono graditi, non mi piacciono i vostri sacrifici».

[21]

Perciò così dice il Signore: «Ecco, metterò pietre d’inciampo per questo popolo e inciamperanno insieme padri e figli; vicini e amici periranno».

[22]

Così dice il Signore: «Ecco, un popolo viene dalla terra del settentrione, una grande nazione si muove dall’estremità della terra.

[23]

Impugnano archi e lance, sono crudeli, senza pietà. Il loro clamore è quello di un mare agitato e montano cavalli, pronti come un sol uomo alla battaglia contro di te, figlia di Sion».

[24]

«Appena ne abbiamo udito la fama ci sono cadute le braccia; si è impadronita di noi l’angoscia, come gli spasimi di partoriente».

[25]

Non uscite nei campi e non camminate per le strade, perché la spada nemica è terrore all’intorno.

[26]

Figlia del mio popolo, vèstiti di sacco e ròtolati nella cenere. Fa’ lutto come per un figlio unico, laméntati amaramente, perché improvviso piomberà su di noi il distruttore!

[27]

Io ti ho posto come colui che saggia il mio popolo, perché tu conoscessi e saggiassi la loro condotta.

[28]

Sono tutti ribelli, spargono calunnie, duri come bronzo e ferro: corrompono tutto.

[29]

Il mantice soffia con forza, ma il piombo resta intatto nel fuoco; invano si vuole raffinarlo a ogni costo, le scorie non si separano.

[30]

Argento rifiutato li chiamano, perché il Signore li ha rifiutati.

GEREMIA 7

[1]

Questa parola fu rivolta dal Signore a Geremia: 2«Férmati alla porta del tempio del Signore e là pronuncia questo discorso: Ascoltate la parola del Signore, voi tutti di Giuda che varcate queste porte per prostrarvi al Signore.

[3]

Così dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Rendete buone la vostra condotta e le vostre azioni, e io vi farò abitare in questo luogo.

[4]

Non confidate in parole menzognere ripetendo: “Questo è il tempio del Signore, il tempio del Signore, il tempio del Signore!”.

[5]

Se davvero renderete buone la vostra condotta e le vostre azioni, se praticherete la giustizia gli uni verso gli altri,

[6]

se non opprimerete lo straniero, l’orfano e la vedova, se non spargerete sangue innocente in questo luogo e se non seguirete per vostra disgrazia dèi stranieri,

[7]

io vi farò abitare in questo luogo, nella terra che diedi ai vostri padri da sempre e per sempre.

[8]

Ma voi confidate in parole false, che non giovano:

[9]

rubare, uccidere, commettere adulterio, giurare il falso, bruciare incenso a Baal, seguire altri dèi che non conoscevate.

[10]

Poi venite e vi presentate davanti a me in questo tempio, sul quale è invocato il mio nome, e dite: “Siamo salvi!”, e poi continuate a compiere tutti questi abomini.

[11]

Forse per voi è un covo di ladri questo tempio sul quale è invocato il mio nome? Anch’io però vedo tutto questo! Oracolo del Signore.

[12]

Andate, dunque, nella mia dimora di Silo, dove avevo da principio posto il mio nome; considerate che cosa io ne ho fatto a causa della malvagità d’Israele, mio popolo.

[13]

Ora, poiché avete compiuto tutte queste azioni – oracolo del Signore – e, quando vi ho parlato con premura e insistenza, non mi avete ascoltato e quando vi ho chiamato non mi avete risposto,

[14]

io tratterò questo tempio sul quale è invocato il mio nome e in cui confidate, e questo luogo che ho concesso a voi e ai vostri padri, come ho trattato Silo.

[15]

Vi scaccerò dalla mia presenza, come ho scacciato tutti i vostri fratelli, tutta la discendenza di Èfraim.

[16]

Tu poi, non pregare per questo popolo, non innalzare per esso suppliche e preghiere né insistere presso di me, perché non ti ascolterò.

[17]

Non vedi che cosa fanno nelle città di Giuda e nelle strade di Gerusalemme?

[18]

I figli raccolgono la legna, i padri accendono il fuoco e le donne impastano la farina per preparare focacce alla regina del cielo; poi si compiono libagioni ad altri dèi per offendermi.

[19]

Ma è proprio me che offendono – oracolo del Signore – o non piuttosto se stessi, a loro stessa vergogna?

[20]

Pertanto, dice il Signore Dio: Ecco, il mio furore, la mia ira si riversa su questo luogo, sugli uomini e sul bestiame, sugli alberi dei campi e sui frutti della terra, e brucerà senza estinguersi.

[21]

Dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Aggiungete pure i vostri olocausti ai vostri sacrifici e mangiatene la carne!

[22]

Io però non parlai né diedi ordini sull’olocausto e sul sacrificio ai vostri padri, quando li feci uscire dalla terra d’Egitto,

[23]

ma ordinai loro: “Ascoltate la mia voce, e io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo; camminate sempre sulla strada che vi prescriverò, perché siate felici”.

[24]

Ma essi non ascoltarono né prestarono orecchio alla mia parola; anzi, procedettero ostinatamente secondo il loro cuore malvagio e, invece di rivolgersi verso di me, mi hanno voltato le spalle.

[25]

Da quando i vostri padri sono usciti dall’Egitto fino ad oggi, io vi ho inviato con assidua premura tutti i miei servi, i profeti;

[26]

ma non mi hanno ascoltato né prestato orecchio, anzi hanno reso dura la loro cervìce, divenendo peggiori dei loro padri.

[27]

Dirai loro tutte queste cose, ma non ti ascolteranno; li chiamerai, ma non ti risponderanno.

[28]

Allora dirai loro: Questa è la nazione che non ascolta la voce del Signore, suo Dio, né accetta la correzione. La fedeltà è sparita, è stata bandita dalla loro bocca.

[29]

Taglia la tua chioma e gettala via, e intona sulle alture un lamento, perché il Signore ha rigettato e abbandonato questa generazione che ha meritato la sua ira.

[30]

Perché i figli di Giuda hanno commesso ciò che è male ai miei occhi, oracolo del Signore. Hanno collocato i loro idoli abominevoli nel tempio, sul quale è invocato il mio nome, per contaminarlo.

[31]

Hanno costruito le alture di Tofet nella valle di Ben-Innòm, per bruciare nel fuoco i loro figli e le loro figlie, cosa che io non avevo mai comandato e che non avevo mai pensato.

[32]

Perciò, ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali non si chiamerà più Tofet né valle di Ben-Innòm, ma valle della Strage. Allora si seppellirà in Tofet, perché non ci sarà altro luogo.

[33]

I cadaveri di questo popolo saranno pasto agli uccelli dell’aria e alle bestie della terra e nessuno li scaccerà.

[34]

Farò cessare nelle città di Giuda e nelle vie di Gerusalemme i canti di gioia e d’allegria, i canti dello sposo e della sposa, perché la terra diverrà un deserto».

GEREMIA 8

[1]

«In quel tempo – oracolo del Signore – si estrarranno dai loro sepolcri le ossa dei re di Giuda, quelle dei suoi capi, dei sacerdoti, dei profeti e degli abitanti di Gerusalemme.

[2]

Esse saranno sparse in onore del sole, della luna e di tutto l’esercito del cielo che essi amarono, servirono, seguirono, consultarono e adorarono. Non saranno più raccolte né sepolte, ma diverranno come letame sul suolo.

[3]

Allora la morte sarà preferibile alla vita, per quanti di questa razza malvagia riusciranno a sopravvivere nei luoghi dove li avrò dispersi. Oracolo del Signore degli eserciti.

[4]

Tu dirai loro: Così dice il Signore: Forse chi cade non si rialza e chi sbaglia strada non torna indietro?

[5]

Perché allora questo popolo continua a ribellarsi, persiste nella malafede, e rifiuta di convertirsi?

[6]

Ho ascoltato attentamente: non parlano come dovrebbero. Nessuno si pente della sua malizia, e si domanda: “Che cosa ho fatto?”. Ognuno prosegue la sua corsa senza voltarsi, come un cavallo lanciato nella battaglia.

[7]

La cicogna nel cielo conosce il tempo per migrare, la tortora, la rondinella e la gru osservano il tempo del ritorno; il mio popolo, invece, non conosce l’ordine stabilito dal Signore.

[8]

Come potete dire: “Noi siamo saggi, perché abbiamo la legge del Signore”? A menzogna l’ha ridotta lo stilo menzognero degli scribi!

[9]

I saggi restano confusi, sconcertati e presi come in un laccio. Ecco, hanno rigettato la parola del Signore: quale sapienza possono avere?

[10]

Per questo darò le loro donne a stranieri, i loro campi ai conquistatori, perché dal piccolo al grande tutti commettono frode; dal profeta al sacerdote tutti praticano la menzogna.

[11]

Curano alla leggera la ferita della figlia del mio popolo, dicendo: “Pace, pace!”, ma pace non c’è.

[12]

Dovrebbero vergognarsi dei loro atti abominevoli, ma non si vergognano affatto, non sanno neppure arrossire. Per questo cadranno vittime come gli altri; nell’ora in cui li visiterò, crolleranno, dice il Signore.

[13]

Li mieto e li anniento – oracolo del Signore –; non c’è più uva sulla vite né fichi sul fico, anche le foglie sono avvizzite. Ho procurato per loro degli invasori.

[14]

“Perché ce ne stiamo seduti? Radunatevi ed entriamo nelle città fortificate e moriamo in esse, poiché il Signore, nostro Dio, ci fa perire. Egli ci fa bere acque avvelenate, perché abbiamo peccato contro il Signore.

[15]

Aspettavamo la pace, ma non c’è alcun bene, il tempo della guarigione, ed ecco il terrore!”.

[16]

Da Dan si sente lo sbuffare dei suoi cavalli; al rumore dei nitriti dei suoi destrieri trema tutta la terra. Vengono e divorano la terra e quanto in essa si trova, la città e i suoi abitanti.

[17]

Ecco, sto per mandarvi serpenti velenosi contro i quali non esiste incantesimo, e vi morderanno». Oracolo del Signore.

[18]

Senza rimedio cresce il mio dolore, e il mio cuore viene meno.

[19]

Ecco, odo le grida della figlia del mio popolo da una terra sconfinata: «Non c’è il Signore in Sion, il suo re non vi abita più?». «Perché mi hanno provocato all’ira con i loro idoli e con nullità straniere?».

[20]

«È passata la stagione della messe, è finita l’estate e noi non siamo stati salvati».

[21]

Per la ferita della figlia del mio popolo sono affranto, sono costernato, l’orrore mi ha preso.

[22]

Non v’è più balsamo in Gàlaad? Non c’è più nessun medico? Perché non si cicatrizza la ferita della figlia del mio popolo?

[23]

Chi farà del mio capo una fonte di acqua, dei miei occhi una sorgente di lacrime, per piangere giorno e notte gli uccisi della figlia del mio popolo?

GEREMIA 9

[1]

Chi mi darà nel deserto un rifugio per viandanti? Lascerei il mio popolo e mi allontanerei, perché sono tutti adùlteri, una massa di traditori.

[2]

«Tendono la loro lingua come il loro arco; non la verità ma la menzogna domina nella terra. Passano da un delitto all’altro e non conoscono me. Oracolo del Signore.

[3]

Ognuno si guardi dal suo prossimo, non fidatevi neppure del fratello, poiché ogni fratello inganna come Giacobbe e ogni amico va spargendo calunnie.

[4]

Ognuno si beffa del suo prossimo, nessuno dice la verità. Hanno addestrato la lingua a dire menzogne, operano l’iniquità, incapaci di convertirsi.

[5]

Angheria su angheria, inganno su inganno; rifiutano di conoscermi». Oracolo del Signore.

[6]

Perciò dice il Signore degli eserciti: «Ecco, li raffinerò al crogiolo e li saggerò; come dovrei comportarmi con la figlia del mio popolo?

[7]

Saetta micidiale è la loro lingua, inganno le parole della loro bocca. Ognuno parla di pace con il prossimo, ma nell’intimo gli ordisce un tranello.

[8]

Non dovrei forse punirli? Oracolo del Signore. Di una nazione come questa non dovrei vendicarmi?».

[9]

Sui monti alzerò gemiti e lamenti, un canto di lutto sui pascoli della steppa, perché sono desolati, nessuno più vi passa, né più si ode il grido del bestiame. Gli uccelli dell’aria e le bestie del cielo sono tutti fuggiti, scomparsi.

[10]

«Ridurrò Gerusalemme a un cumulo di rovine, a un rifugio di sciacalli; ridurrò alla desolazione le città di Giuda, senza più abitanti».

[11]

Chi è così saggio da capirlo? A chi ha parlato la bocca del Signore, perché lo annunci? Perché la terra è devastata, desolata come un deserto senza passanti?

[12]

Ha detto il Signore: «È perché hanno abbandonato la legge che avevo loro posto innanzi e non hanno ascoltato la mia voce e non l’hanno seguita,

[13]

ma hanno seguito la caparbietà del loro cuore e i Baal che i loro padri avevano fatto loro conoscere».

[14]

Pertanto così dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: «Ecco, farò loro ingoiare assenzio e bere acque avvelenate;

[15]

li disperderò in mezzo a nazioni che né loro né i loro padri hanno conosciuto e manderò dietro a loro la spada finché non li abbia sterminati».

[16]

Così dice il Signore degli eserciti: «Attenti, chiamate le lamentatrici, che vengano! Fate venire le più brave!».

[17]

Facciano presto, per intonare su di noi un lamento. Sgorghino lacrime dai nostri occhi, le nostre palpebre stillino acqua,

[18]

perché una voce di lamento si ode da Sion: «Quanto siamo rovinati! Che vergogna abbandonare il paese, e vedere abbattute le nostre abitazioni!».

[19]

Udite, dunque, o donne, la parola del Signore, i vostri orecchi accolgano la parola della sua bocca. Insegnate alle vostre figlie il lamento, l’una all’altra un canto di lutto.

[20]

Poiché la morte è entrata dalle nostre finestre, si è introdotta nei nostri palazzi, ha abbattuto i fanciulli nella via e i giovani nelle piazze.

[21]

Parla! Oracolo del Signore: «I cadaveri degli uomini giacciono come letame nel campo, come covoni dietro il mietitore, e nessuno li raccoglie».

[22]

Così dice il Signore: «Non si vanti il sapiente della sua sapienza, non si vanti il forte della sua forza, non si vanti il ricco della sua ricchezza.

[23]

Ma chi vuol vantarsi, si vanti di avere senno e di conoscere me, perché io sono il Signore che pratico la bontà, il diritto e la giustizia sulla terra, e di queste cose mi compiaccio. Oracolo del Signore.

[24]

Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali punirò tutti i circoncisi che rimangono non circoncisi:

[25]

l’Egitto, Giuda, Edom, gli Ammoniti e i Moabiti e tutti coloro che si radono le tempie, i quali abitano nel deserto, perché tutte queste nazioni e tutta la casa d’Israele sono incirconcisi nel cuore».

GEREMIA10

[1]

Ascoltate la parola che il Signore vi rivolge, casa di Israele.

[2]

Così dice il Signore: «Non imparate la condotta delle nazioni e non abbiate paura dei segni del cielo, poiché di essi hanno paura le nazioni.

[3]

Perché ciò che provoca la paura dei popoli è un nulla, non è che un legno tagliato nel bosco, opera delle mani di un intagliatore.

[4]

Li abbelliscono di argento e di oro, li fissano con chiodi e con martelli, perché non traballino.

[5]

Gli idoli sono come uno spauracchio in un campo di cetrioli: non sanno parlare; bisogna portarli, perché non possono camminare. Non temeteli: non fanno alcun male, come non possono neppure fare del bene».

[6]

Nessuno è come te, Signore; tu sei grande e grande è la potenza del tuo nome.

[7]

Chi non temerà te, o re delle nazioni? A te solo questo è dovuto: fra tutti i sapienti delle nazioni e in tutti i loro regni nessuno è simile a te.

[8]

Tutti sono stolti e sciocchi, vana la loro dottrina, come un pezzo di legno.

[9]

Sono fatti d’argento battuto e laminato, portato da Tarsis, e oro di Ufaz, opera di artisti e di orafi; sono rivestiti di porpora e di scarlatto, lavoro di sapienti artigiani.

[10]

Il Signore, invece, è veramente Dio, egli è Dio vivente e re eterno; al suo sdegno trema la terra, le nazioni non resistono al suo furore.

[11]

Direte loro: «Quegli dèi che non hanno fatto il cielo e la terra spariranno dalla faccia della terra e da sotto il cielo».

[12]

Il Signore ha formato la terra con la sua potenza, ha fissato il mondo con la sua sapienza, con la sua intelligenza ha dispiegato i cieli.

[13]

Al rombo della sua voce rumoreggiano le acque nel cielo. Fa salire le nubi dall’estremità della terra, produce le folgori per la pioggia, dalle sue riserve libera il vento.

[14]

Resta inebetito ogni uomo, senza comprendere; resta confuso ogni orafo per i suoi idoli, poiché è menzogna ciò che ha fuso e non ha soffio vitale.

[15]

Sono oggetti inutili, opere ridicole; al tempo del loro castigo periranno.

[16]

Non è così l’eredità di Giacobbe, perché egli ha formato ogni cosa. Israele è la tribù della sua eredità, Signore degli eserciti è il suo nome.

[17]

Raccogli da terra il tuo fardello, tu che sei cinta d’assedio,

[18]

poiché dice il Signore: «Ecco, questa volta caccerò fuori gli abitanti del paese; li ridurrò alle strette, perché non mi sfuggano».

[19]

Guai a me per la mia ferita; la mia piaga è incurabile. Eppure avevo pensato: «È un dolore sopportabile».

[20]

La mia tenda è sfasciata tutte le corde sono rotte. I miei figli si sono allontanati da me e più non sono. Nessuno pianta i paletti della mia tenda e stende i teli.

[21]

I pastori sono divenuti insensati, non hanno più ricercato il Signore; per questo non hanno avuto successo, anzi è disperso tutto il loro gregge.

[22]

Si ode un rumore che avanza e un grande frastuono dal settentrione, per ridurre le città di Giuda a un deserto, a un rifugio di sciacalli.

[23]

«Lo so, Signore: l’uomo non è padrone della sua via, chi cammina non è in grado di dirigere i suoi passi.

[24]

Correggimi, Signore, ma con giusta misura, non secondo la tua ira, per non farmi venir meno».

[25]

Riversa il tuo sdegno sulle genti che non ti riconoscono e sulle stirpi che non invocano il tuo nome, perché hanno divorato Giacobbe, l’hanno divorato e consumato, e hanno devastato la sua dimora.

GEREMIA 11

[1]

Questa parola fu rivolta dal Signore a Geremia: 2«Riferisci agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme: Ascoltate le parole di questa alleanza!

[3]

Dirai loro: Dice il Signore, Dio d’Israele: Maledetto l’uomo che non ascolta le parole di questa alleanza,

[4]

che io imposi ai vostri padri quando li feci uscire dalla terra d’Egitto, dal crogiolo di ferro, dicendo: “Ascoltate la mia voce ed eseguite quanto vi comando; allora voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio,

[5]

e potrò mantenere il giuramento fatto ai vostri padri di dare loro una terra dove scorrono latte e miele, come oggi possedete”». Io risposi: «Così sia, Signore!».

[6]

E il Signore mi disse: «Proclama tutte queste parole nelle città di Giuda e nelle strade di Gerusalemme, dicendo: Ascoltate le parole di questa alleanza e mettetele in pratica!

[7]

Poiché io più volte ho scongiurato i vostri padri quando li feci uscire dalla terra d’Egitto e fino ad oggi, ammonendoli premurosamente ogni giorno: “Ascoltate la mia voce!”.

[8]

Ma essi non ascoltarono né prestarono orecchio; ognuno seguì la caparbietà del suo cuore malvagio. Perciò ho fatto ricadere su di loro tutte le parole di questa alleanza, che avevo ordinato loro di osservare e non osservarono».

[9]

Il Signore mi disse: «Si è formata una congiura fra gli uomini di Giuda e gli abitanti di Gerusalemme;

[10]

sono ritornati alle iniquità dei loro primi padri, che avevano rifiutato di ascoltare le mie parole, e anch’essi hanno seguito altri dèi per servirli. La casa d’Israele e la casa di Giuda hanno infranto l’alleanza che io avevo concluso con i loro padri.

[11]

Perciò dice il Signore: Ecco, faccio venire su di loro una sventura alla quale non potranno sfuggire. Allora grideranno verso di me, ma io non li ascolterò;

[12]

allora le città di Giuda e gli abitanti di Gerusalemme alzeranno grida agli dèi ai quali offrono incenso, ma quelli non li salveranno affatto nel tempo della loro sciagura.

[13]

Poiché numerosi come le tue città sono i tuoi dèi, o Giuda; numerosi come le strade di Gerusalemme gli altari che avete eretto alla vergogna, altari per bruciare incenso a Baal.

[14]

Tu, poi, non pregare per questo popolo, non innalzare per esso suppliche e preghiere, perché non ascolterò quando mi invocheranno nella loro sventura.

[15]

Che fa il mio diletto nella mia casa? Tu hai commesso azioni malvagie. Voti e carne di sacrifici allontanano forse da te la sventura, per poter ancora schiamazzare di gioia?».

[16]

Ulivo verde, maestoso, era il nome che il Signore ti aveva imposto. Con grande strepito sono date al fuoco le sue foglie, e i suoi rami sono bruciati.

[17]

Il Signore degli eserciti che ti ha piantato annuncia la sventura contro di te, per la malvagità che hanno commesso a proprio danno Israele e Giuda, irritandomi con il bruciare incenso a Baal.

[18]

Il Signore me lo ha manifestato e io l’ho saputo; mi ha fatto vedere i loro intrighi.

[19]

E io, come un agnello mansueto che viene portato al macello, non sapevo che tramavano contro di me, e dicevano: «Abbattiamo l’albero nel suo pieno vigore, strappiamolo dalla terra dei viventi; nessuno ricordi più il suo nome».

[20]

Signore degli eserciti, giusto giudice, che provi il cuore e la mente, possa io vedere la tua vendetta su di loro, poiché a te ho affidato la mia causa.

[21]

Riguardo agli uomini di Anatòt che vogliono la mia vita e mi dicono: «Non profetare nel nome del Signore, se no morirai per mano nostra»,

[22]

così dice il Signore degli eserciti: «Ecco, li punirò. I loro giovani moriranno di spada, i loro figli e le loro figlie moriranno di fame.

[23]

Non rimarrà di loro alcun superstite, perché manderò la sventura contro gli uomini di Anatòt nell’anno del loro castigo».

GEREMIA 12

[1]

Tu sei troppo giusto, Signore, perché io possa contendere con te, ma vorrei solo rivolgerti una parola sulla giustizia. Perché la via degli empi prospera? Perché tutti i traditori sono tranquilli?

[2]

Tu li hai piantati ed essi mettono radici, crescono e producono frutto; sei vicino alla loro bocca, ma lontano dal loro intimo.

[3]

Ma tu, Signore, mi conosci e mi vedi, tu provi che il mio cuore è con te. Strappali via come pecore per il macello, riservali per il giorno della strage.

[4]

Fino a quando sarà in lutto la terra e seccherà tutta l’erba dei campi? Le bestie e gli uccelli periscono per la malvagità dei suoi abitanti che dicono: «Dio non vede la nostra fine».

[5]

«Se, correndo con i pedoni, ti stanchi, come potrai gareggiare con i cavalli? Se ti senti al sicuro solo in una regione pacifica, che cosa farai nella boscaglia del Giordano?

[6]

Persino i tuoi fratelli e la casa di tuo padre, persino loro sono sleali con te; anch’essi ti gridano dietro a piena voce; non fidarti di loro quando ti dicono buone parole».

[7]

«Ho abbandonato la mia casa, ho ripudiato la mia eredità, ho consegnato ciò che ho di più caro nelle mani dei suoi nemici.

[8]

La mia eredità è divenuta per me come un leone nella foresta; ha levato la voce contro di me, perciò la detesto.

[9]

La mia eredità è forse per me come un uccello variopinto, assalito da ogni parte da uccelli rapaci? Venite, radunatevi, voi tutte bestie selvatiche, venite a divorare.

[10]

Molti pastori hanno devastato la mia vigna, hanno calpestato il mio campo. Hanno fatto del mio campo prediletto un deserto desolato,

[11]

lo hanno ridotto a una landa deserta, in uno stato deplorevole; sta desolato dinanzi a me. È devastata tutta la terra e nessuno se ne dà pensiero».

[12]

Su tutte le alture del deserto giungono devastatori, perché il Signore ha una spada che divora da un estremo all’altro della terra; non c’è scampo per nessuno.

[13]

Hanno seminato grano e mietuto spine, si sono affaticati senza alcun profitto; restano confusi per il loro raccolto a causa dell’ira ardente del Signore.

[14]

Così dice il Signore: «Ecco, io sradico dalla loro terra tutti i miei vicini malvagi, che hanno messo le mani sull’eredità che ho dato al mio popolo Israele; e così sradicherò anche la casa di Giuda di mezzo a loro.

[15]

E, dopo averli sradicati, riprenderò ad avere compassione di loro e farò tornare ognuno al proprio possesso e alla propria terra.

[16]

Se impareranno con cura le usanze del mio popolo, fino a giurare nel mio nome dicendo: “Per la vita del Signore!”, come hanno insegnato al mio popolo a giurare per Baal, allora potranno stabilirsi in mezzo al mio popolo.

[17]

Se invece non ascoltano, estirperò definitivamente quella nazione e la annienterò». Oracolo del Signore.

GEREMIA 13

[1]

Il Signore mi disse così: «Va’ a comprarti una cintura di lino e mettitela ai fianchi senza immergerla nell’acqua».

[2]

Io comprai la cintura, secondo il comando del Signore, e me la misi ai fianchi.

[3]

Poi la parola del Signore mi fu rivolta una seconda volta: 4«Prendi la cintura che hai comprato e che porti ai fianchi e va’ subito all’Eufrate e nascondila nella fessura di una pietra».

[5]

Io andai e la nascosi presso l’Eufrate, come mi aveva comandato il Signore.

[6]

Dopo molto tempo il Signore mi disse: «Àlzati, va’ all’Eufrate e prendi di là la cintura che ti avevo comandato di nascondervi».

[7]

Io andai all’Eufrate, cercai e presi la cintura dal luogo in cui l’avevo nascosta; ed ecco, la cintura era marcita, non era più buona a nulla.

[8]

Allora mi fu rivolta questa parola del Signore: 9«Dice il Signore: In questo modo ridurrò in marciume l’orgoglio di Giuda e il grande orgoglio di Gerusalemme.

[10]

Questo popolo malvagio, che rifiuta di ascoltare le mie parole, che si comporta secondo la caparbietà del suo cuore e segue altri dèi per servirli e per adorarli, diventerà come questa cintura, che non è più buona a nulla.

[11]

Poiché, come questa cintura aderisce ai fianchi di un uomo, così io volli che aderisse a me tutta la casa d’Israele e tutta la casa di Giuda – oracolo del Signore –, perché fossero mio popolo, mia fama, mia lode e mia gloria, ma non mi ascoltarono.

[12]

Dirai a questo popolo: Così dice il Signore, Dio d’Israele: Ogni boccale va riempito di vino. Essi ti diranno: “Non lo sappiamo forse che ogni boccale va riempito di vino?”.

[13]

Tu allora risponderai loro: Così dice il Signore: Ecco, io renderò tutti ubriachi gli abitanti di questo paese, i re che siedono sul trono di Davide, i sacerdoti, i profeti e tutti gli abitanti di Gerusalemme.

[14]

Poi li sfracellerò, gli uni contro gli altri, i padri e i figli insieme. Oracolo del Signore. Non avrò pietà né li risparmierò né per compassione mi tratterrò dal distruggerli».

[15]

Ascoltate e porgete l’orecchio, non montate in superbia, perché parla il Signore.

[16]

Date gloria al Signore, vostro Dio, prima che venga l’oscurità e i vostri piedi inciampino sui monti, al cadere della notte. Voi aspettate la luce, ma egli la ridurrà in tenebre e la muterà in oscurità profonda!

[17]

Se non ascolterete, io piangerò in segreto la vostra superbia; il mio occhio verserà lacrime, perché sarà deportato il gregge del Signore.

[18]

«Dite al re e alla regina madre: “Sedete per terra, poiché è caduta dalla vostra testa la vostra preziosa corona”.

[19]

Le città del Negheb sono assediate, nessuno le libera. Tutto Giuda è stato deportato, con una deportazione totale.

[20]

Alza gli occhi e osserva coloro che vengono dal settentrione; dov’è il gregge che ti è stato consegnato, le tue magnifiche pecore?

[21]

Che cosa dirai quando ti saranno imposti come capi coloro con cui avevi familiarizzato? Non ti lamenterai per il dolore come una partoriente?

[22]

Se ti domandi in cuor tuo: “Perché mi capita tutto questo?”, è per l’enormità delle tue iniquità che sono stati sollevati i lembi della tua veste e il tuo corpo ha subìto violenza.

[23]

Può un Etiope cambiare la pelle o un leopardo le sue macchie? Allo stesso modo: potrete fare il bene voi, abituati a fare il male?

[24]

Perciò vi disperderò come pula, che vola via al vento del deserto.

[25]

Questa è la tua sorte, la parte che ti ho destinato – oracolo del Signore –, perché mi hai dimenticato e hai confidato nella menzogna.

[26]

Solleverò anch’io le tue vesti fino al volto, così si vedrà la tua vergogna,

[27]

i tuoi adultèri e i tuoi ammiccamenti, l’ignominia della tua prostituzione! Sulle colline e nei campi ho visto i tuoi orrori. Guai a te, Gerusalemme, perché non ti purifichi! Per quanto tempo ancora?».

GEREMIA 14

[1]

Parola rivolta dal Signore a Geremia in occasione della siccità.

[2]

Giuda è in lutto, le sue porte languiscono, sono a terra nello squallore; il gemito di Gerusalemme sale al cielo.

[3]

I suoi nobili mandano i servi in cerca d’acqua; si recano ai pozzi, ma non ne trovano, e tornano con i recipienti vuoti; sono pieni di delusione, di confusione, si coprono il capo.

[4]

Il terreno è screpolato, perché non cade pioggia nel paese: gli agricoltori delusi si coprono il capo.

[5]

Anche la cerva nei campi partorisce e abbandona il cerbiatto, perché non c’è erba.

[6]

Gli asini selvatici, fermi sui colli, aspirano l’aria come sciacalli, con gli occhi languidi, perché non ci sono pascoli.

[7]

«Le nostre iniquità testimoniano contro di noi, ma tu, Signore, agisci per il tuo nome! Molte sono le nostre infedeltà, abbiamo peccato contro di te.

[8]

O speranza d’Israele, suo salvatore al tempo della sventura, perché vuoi essere come un forestiero nella terra e come un viandante che si ferma solo una notte?

[9]

Perché vuoi essere come un uomo sbigottito, come un forte incapace di aiutare? Eppure tu sei in mezzo a noi, Signore, il tuo nome è invocato su di noi, non abbandonarci!».

[10]

Così dice il Signore riguardo a questo popolo: «A loro piace fare i vagabondi, non stanno attenti ai loro passi». Ma il Signore non li gradisce; ora ricorda la loro iniquità, chiede conto dei loro peccati.

[11]

Il Signore mi ha detto: «Non pregare per questo popolo, per il suo benessere.

[12]

Anche se digiuneranno, non ascolterò la loro supplica; se offriranno olocausti e sacrifici, non li gradirò, ma li distruggerò con la spada, la fame e la peste».

[13]

Allora ho soggiunto: «Ahimè, Signore Dio! Dicono i profeti: “Non vedrete la spada, non soffrirete la fame, ma vi concederò una pace autentica in questo luogo”».

[14]

Il Signore mi ha detto: «I profeti hanno proferito menzogne nel mio nome; io non li ho inviati, non ho dato loro ordini né ho parlato loro. Vi annunciano visioni false, predizioni che sono invenzioni e fantasie della loro mente.

[15]

Perciò così dice il Signore: I profeti che profetizzano nel mio nome, senza che io li abbia inviati, e affermano: “Spada e fame non ci saranno in questo paese”, questi profeti finiranno di spada e di fame.

[16]

Gli uomini ai quali essi profetizzano saranno gettati per le strade di Gerusalemme, morti di fame e di spada, e nessuno seppellirà loro, le loro donne, i loro figli e le loro figlie. Io rovescerò su di essi la loro malvagità.

[17]

Tu riferirai questa parola: I miei occhi grondano lacrime notte e giorno, senza cessare, perché da grande calamità è stata colpita la vergine, figlia del mio popolo, da una ferita mortale.

[18]

Se esco in aperta campagna, ecco le vittime della spada; se entro nella città, ecco chi muore di fame. Anche il profeta e il sacerdote si aggirano per la regione senza comprendere».

[19]

Hai forse rigettato completamente Giuda, oppure ti sei disgustato di Sion? Perché ci hai colpiti, senza più rimedio per noi? Aspettavamo la pace, ma non c’è alcun bene, il tempo della guarigione, ed ecco il terrore!

[20]

Riconosciamo, Signore, la nostra infedeltà, la colpa dei nostri padri: abbiamo peccato contro di te.

[21]

Ma per il tuo nome non respingerci, non disonorare il trono della tua gloria. Ricòrdati! Non rompere la tua alleanza con noi.

[22]

Fra gli idoli vani delle nazioni c’è qualcuno che può far piovere? Forse che i cieli da sé mandano rovesci? Non sei piuttosto tu, Signore, nostro Dio? In te noi speriamo, perché tu hai fatto tutto questo.

GEREMIA 15

[1]

Il Signore mi disse: «Anche se Mosè e Samuele si presentassero davanti a me, non volgerei lo sguardo verso questo popolo. Allontanali da me, se ne vadano!

[2]

Se ti domanderanno: “Dove dobbiamo andare?”, dirai loro: Così dice il Signore: Chi è destinato alla morte, alla morte, chi alla spada, alla spada, chi alla fame, alla fame, chi alla schiavitù, alla schiavitù.

[3]

Io manderò contro di loro quattro specie di mali – oracolo del Signore –: la spada per ucciderli, i cani per sbranarli, gli uccelli del cielo e le bestie della terra per divorarli e distruggerli.

[4]

Li renderò un esempio terrificante per tutti i regni della terra, per quello che ha fatto in Gerusalemme il re di Giuda Manasse, figlio di Ezechia.

[5]

Chi avrà pietà di te, Gerusalemme, chi ti compiangerà? Chi si volterà per domandarti come stai?

[6]

Tu mi hai respinto – oracolo del Signore –, mi hai voltato le spalle e io ho steso la mano su di te per annientarti; sono stanco di pentirmi.

[7]

Li ho dispersi al vento con la pala, alle porte del paese. Ho reso senza figli e ho fatto perire il mio popolo, perché non si sono convertiti dalle loro abitudini.

[8]

Le loro vedove sono diventate più numerose della sabbia del mare. Ho mandato sulle madri e sui giovani un devastatore in pieno giorno; ho fatto piombare d’un tratto su di loro turbamento e spavento.

[9]

È abbattuta la madre di sette figli, esala il suo respiro; il sole tramonta per lei quando è ancora giorno, è coperta di vergogna e confusa. Io consegnerò i loro superstiti alla spada, in preda ai loro nemici». Oracolo del Signore.

[10]

Me infelice, madre mia! Mi hai partorito uomo di litigio e di contesa per tutto il paese! Non ho ricevuto prestiti, non ne ho fatti a nessuno, eppure tutti mi maledicono.

[11]

In realtà, Signore, ti ho servito come meglio potevo, mi sono rivolto a te con preghiere per il mio nemico, nel tempo della sventura e nel tempo dell’angoscia.

[12]

Potrà forse il ferro spezzare il ferro del settentrione e il bronzo?

[13]

«I tuoi averi e i tuoi tesori li abbandonerò al saccheggio, come ricompensa per tutti i peccati commessi in tutti i tuoi territori.

[14]

Ti renderò schiavo dei tuoi nemici in una terra che non conosci, perché si è acceso il fuoco della mia ira, che arderà contro di te».

[15]

Tu lo sai, Signore, ricòrdati di me e aiutami, véndicati per me dei miei persecutori. Nella tua clemenza non lasciarmi perire, sappi che io sopporto insulti per te.

[16]

Quando le tue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità; la tua parola fu la gioia e la letizia del mio cuore, perché il tuo nome è invocato su di me, Signore, Dio degli eserciti.

[17]

Non mi sono seduto per divertirmi nelle compagnie di gente scherzosa, ma spinto dalla tua mano sedevo solitario, poiché mi avevi riempito di sdegno.

[18]

Perché il mio dolore è senza fine e la mia piaga incurabile non vuole guarire? Tu sei diventato per me un torrente infido, dalle acque incostanti.

[19]

Allora il Signore mi rispose: «Se ritornerai, io ti farò ritornare e starai alla mia presenza; se saprai distinguere ciò che è prezioso da ciò che è vile, sarai come la mia bocca. Essi devono tornare a te, non tu a loro,

[20]

e di fronte a questo popolo io ti renderò come un muro durissimo di bronzo; combatteranno contro di te, ma non potranno prevalere, perché io sarò con te per salvarti e per liberarti. Oracolo del Signore.

[21]

Ti libererò dalla mano dei malvagi e ti salverò dal pugno dei violenti».

GEREMIA 16

[1]

Mi fu rivolta questa parola del Signore: 2«Non prendere moglie, non avere figli né figlie in questo luogo,

[3]

perché dice il Signore riguardo ai figli e alle figlie che nascono in questo luogo e riguardo alle madri che li partoriscono e ai padri che li generano in questo paese:

[4]

Moriranno di malattie strazianti, non saranno rimpianti né sepolti, ma diverranno come letame sul suolo. Periranno di spada e di fame; i loro cadaveri saranno pasto agli uccelli del cielo e alle bestie della terra».

[5]

Poiché così dice il Signore: «Non entrare in una casa dove si fa un banchetto funebre, non piangere con loro e non commiserarli, perché io ho ritirato da questo popolo la mia pace – oracolo del Signore –, la mia benevolenza e la mia compassione.

[6]

Moriranno in questo paese grandi e piccoli; non saranno sepolti né si farà lamento per loro e nessuno per disperazione si farà incisioni né per lutto si taglierà i capelli per loro.

[7]

Non si spezzerà il pane all’afflitto per consolarlo del morto e non gli si darà da bere il calice della consolazione per suo padre e per sua madre.

[8]

Non entrare nemmeno in una casa dove si banchetta per sederti a mangiare e a bere con loro,

[9]

poiché così dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Ecco, sotto i vostri occhi e nei vostri giorni farò cessare da questo luogo i canti di gioia e di allegria, i canti dello sposo e della sposa.

[10]

Quando annuncerai a questo popolo tutte queste cose, ti diranno: “Perché il Signore ha decretato contro di noi questa sventura così grande? Quali iniquità e quali peccati abbiamo commesso contro il Signore, nostro Dio?”.

[11]

Tu allora risponderai loro: Perché i vostri padri mi abbandonarono – oracolo del Signore –, seguirono altri dèi, li servirono e li adorarono, mentre abbandonarono me e non osservarono la mia legge.

[12]

E voi avete agito peggio dei vostri padri; ognuno di voi, infatti, segue caparbiamente il suo cuore malvagio e si rifiuta di ascoltarmi.

[13]

Perciò vi scaccerò da questo paese verso un paese che né voi né i vostri padri avete conosciuto, e là servirete divinità straniere giorno e notte, perché non vi farò più grazia.

[14]

Pertanto, ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali non si dirà più: “Per la vita del Signore che ha fatto uscire gli Israeliti dalla terra d’Egitto!”,

[15]

ma piuttosto: “Per la vita del Signore che ha fatto uscire gli Israeliti dalla terra del settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi!”. E io li ricondurrò nella loro terra che avevo concesso ai loro padri.

[16]

Ecco, io invierò numerosi pescatori a pescarli – oracolo del Signore –, quindi invierò numerosi cacciatori a catturarli, su ogni monte, su ogni colle e nelle fessure delle rocce;

[17]

poiché i miei occhi scrutano le loro vie: ciò che fanno non può restare nascosto dinanzi a me, né si può occultare la loro iniquità davanti ai miei occhi.

[18]

Anzitutto ripagherò due volte la loro iniquità e il loro peccato, perché hanno profanato la mia terra con le carogne dei loro idoli, e con i loro abomini hanno riempito la mia eredità».

[19]

Signore, mia forza e mia difesa, mio rifugio nel giorno della tribolazione, a te verranno le genti dalle estremità della terra e diranno: «I nostri padri ereditarono soltanto menzogna, e nullità che non giovano».

[20]

Può forse l’uomo fabbricarsi i propri dèi? Ma quelli non sono dèi!

[21]

«Perciò, ecco, io faccio loro conoscere questa volta la mia mano e la mia forza. Essi sapranno che il mio nome è Signore».

GEREMIA 17

[1]

Il peccato di Giuda è scritto con stilo di ferro, è inciso con punta di diamante sulla tavola del loro cuore e sui corni dei loro altari.

[2]

Così i loro figli ricorderanno i loro altari e i loro pali sacri presso gli alberi verdi, sui colli elevati,

[3]

sui monti e in aperta campagna. «I tuoi averi e tutti i tuoi tesori li abbandonerò al saccheggio, come ricompensa per tutti i peccati commessi in tutti i tuoi territori.

[4]

Dovrai ritirare la mano dall’eredità che ti avevo dato; ti renderò schiavo dei tuoi nemici in una terra che non conosci, perché avete acceso il fuoco della mia ira, che arderà sempre». Così dice il Signore:

[5]

«Maledetto l’uomo che confida nell’uomo, e pone nella carne il suo sostegno, allontanando il suo cuore dal Signore.

[6]

Sarà come un tamerisco nella steppa; non vedrà venire il bene, dimorerà in luoghi aridi nel deserto, in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere.

[7]

Benedetto l’uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia.

[8]

È come un albero piantato lungo un corso d’acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi, nell’anno della siccità non si dà pena, non smette di produrre frutti.

[9]

Niente è più infido del cuore e difficilmente guarisce! Chi lo può conoscere?

[10]

Io, il Signore, scruto la mente e saggio i cuori, per dare a ciascuno secondo la sua condotta, secondo il frutto delle sue azioni.

[11]

È come una pernice che cova uova altrui, chi accumula ricchezze in modo disonesto. A metà dei suoi giorni dovrà lasciarle e alla fine apparirà uno stolto».

[12]

Trono di gloria, eccelso fin dal principio, è il luogo del nostro santuario!

[13]

O speranza d’Israele, Signore, quanti ti abbandonano resteranno confusi; quanti si allontanano da te saranno scritti nella polvere, perché hanno abbandonato il Signore, fonte di acqua viva.

[14]

Guariscimi, Signore, e guarirò, salvami e sarò salvato, poiché tu sei il mio vanto.

[15]

Essi mi dicono: «Dov’è la parola del Signore? Si compia finalmente!».

[16]

Io non ho insistito presso di te per la sventura né ho desiderato il giorno funesto, tu lo sai. Ciò che è uscito dalla mia bocca è innanzi a te.

[17]

Non essere per me causa di spavento, tu, mio solo rifugio nel giorno della sventura.

[18]

Siano confusi i miei avversari, non io, si spaventino loro, non io. Manda contro di loro il giorno della sventura, distruggili due volte.

[19]

Il Signore mi disse: «Va’ a metterti alla porta dei Figli del popolo, per la quale entrano ed escono i re di Giuda, e a tutte le porte di Gerusalemme.

[20]

Dirai loro: Ascoltate la parola del Signore, o re di Giuda e voi tutti Giudei e abitanti di Gerusalemme, che entrate per queste porte.

[21]

Così dice il Signore: Per amore della vostra stessa vita, guardatevi dal trasportare un peso in giorno di sabato e dall’introdurlo per le porte di Gerusalemme.

[22]

Non portate alcun peso fuori dalle vostre case in giorno di sabato e non fate alcun lavoro, ma santificate il giorno di sabato, come io ho comandato ai vostri padri.

[23]

Ma essi non ascoltarono né prestarono orecchio, anzi si intestardirono a non ascoltarmi e a non accogliere la lezione.

[24]

Se mi ascolterete sul serio – oracolo del Signore –, se non introdurrete nessun peso entro le porte di questa città in giorno di sabato e santificherete il giorno di sabato non eseguendo alcun lavoro,

[25]

entreranno per le porte di questa città re e prìncipi che sederanno sul trono di Davide, vi passeranno su carri e su cavalli insieme ai loro ufficiali, agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme. Questa città sarà abitata per sempre.

[26]

Verranno dalle città di Giuda e dai dintorni di Gerusalemme, dalla terra di Beniamino e dalla Sefela, dai monti e dal meridione, presentando olocausti, sacrifici, offerte e incenso e sacrifici di ringraziamento nel tempio del Signore.

[27]

Ma se non ascolterete il mio comando di santificare il giorno di sabato, di non trasportare pesi e di non introdurli entro le porte di Gerusalemme in giorno di sabato, io accenderò un fuoco alle sue porte; esso divorerà i palazzi di Gerusalemme e mai si estinguerà».

GEREMIA 18

[1]

Questa parola fu rivolta dal Signore a Geremia: 2«Àlzati e scendi nella bottega del vasaio; là ti farò udire la mia parola».

[3]

Scesi nella bottega del vasaio, ed ecco, egli stava lavorando al tornio.

[4]

Ora, se si guastava il vaso che stava modellando, come capita con la creta in mano al vasaio, egli riprovava di nuovo e ne faceva un altro, come ai suoi occhi pareva giusto.

[5]

Allora mi fu rivolta la parola del Signore in questi termini: 6«Forse non potrei agire con voi, casa d’Israele, come questo vasaio? Oracolo del Signore. Ecco, come l’argilla è nelle mani del vasaio, così voi siete nelle mie mani, casa d’Israele.

[7]

A volte nei riguardi di una nazione o di un regno io decido di sradicare, di demolire e di distruggere;

[8]

ma se questa nazione, contro la quale avevo parlato, si converte dalla sua malvagità, io mi pento del male che avevo pensato di farle.

[9]

Altre volte nei riguardi di una nazione o di un regno io decido di edificare e di piantare;

[10]

ma se essa compie ciò che è male ai miei occhi non ascoltando la mia voce, io mi pento del bene che avevo promesso di farle.

[11]

Ora annuncia, dunque, agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme: Dice il Signore: Ecco, sto preparando contro di voi una calamità, sto pensando un progetto contro di voi. Su, abbandonate la vostra condotta perversa, migliorate le vostre abitudini e le vostre azioni.

[12]

Ma essi diranno: “È inutile, noi vogliamo seguire i nostri progetti, ognuno di noi caparbiamente secondo il suo cuore malvagio”».

[13]

Perciò così dice il Signore: «Informatevi tra le nazioni: chi ha mai udito cose simili? Enormi, orribili cose ha commesso la vergine d’Israele.

[14]

Scompare forse la neve dalle alte rocce del Libano? Si inaridiscono le acque gelide che scorrono sulle montagne?

[15]

Eppure il mio popolo mi ha dimenticato, offre incenso a un idolo vano. Ha inciampato nelle sue strade, nei sentieri di una volta, e cammina su viottoli, per una via non appianata,

[16]

per rendere la sua terra una desolazione, un oggetto di scherno perenne. Chiunque vi passa ne rimarrà sbigottito e scuoterà il capo.

[17]

Come fa il vento d’oriente, io li disperderò davanti al nemico. Volterò loro le spalle e non li guarderò nel giorno della loro rovina».

[18]

Dissero: «Venite e tramiamo insidie contro Geremia, perché la legge non verrà meno ai sacerdoti né il consiglio ai saggi né la parola ai profeti. Venite, ostacoliamolo quando parla, non badiamo a tutte le sue parole».

[19]

Prestami ascolto, Signore, e odi la voce di chi è in lite con me.

[20]

Si rende forse male per bene? Hanno scavato per me una fossa. Ricòrdati quando mi presentavo a te, per parlare in loro favore, per stornare da loro la tua ira.

[21]

Consegna perciò i loro figli alla fame, gettali in potere della spada; le loro donne restino senza figli e vedove, i loro uomini muoiano assassinati e i loro giovani uccisi dalla spada in battaglia.

[22]

Si odano grida dalle loro case, quando improvvisamente farai piombare su di loro una torma di briganti, poiché hanno scavato una fossa per catturarmi e hanno teso lacci ai miei piedi.

[23]

Tu conosci, Signore, ogni loro progetto di morte contro di me; non lasciare impunita la loro iniquità e non cancellare il loro peccato dalla tua vista. Inciampino alla tua presenza; al momento del tuo sdegno agisci contro di loro!

GEREMIA 19

[1]

Così disse il Signore a Geremia: «Va’ a comprarti una brocca di terracotta; prendi con te alcuni anziani del popolo e alcuni sacerdoti,

[2]

ed esci nella valle di Ben-Innòm, che è all’ingresso della porta dei Cocci. Là proclamerai le parole che io ti dirò.

[3]

Riferirai: Ascoltate la parola del Signore, o re di Giuda e abitanti di Gerusalemme. Così dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Ecco, io manderò su questo luogo una sventura tale che risuonerà negli orecchi di chiunque l’udrà,

[4]

poiché hanno abbandonato me e hanno reso straniero questo luogo per sacrificarvi ad altri dèi, che né essi né i loro padri né i re di Giuda conoscevano. Essi hanno riempito questo luogo di sangue innocente;

[5]

hanno costruito le alture di Baal per bruciare nel fuoco i loro figli come olocausti a Baal, cosa che io non avevo comandato, di cui non avevo mai parlato, che non avevo mai pensato.

[6]

Perciò, ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali questo luogo non si chiamerà più Tofet e valle di Ben-Innòm, ma valle della Strage.

[7]

In questo luogo farò fallire i piani di Giuda e di Gerusalemme. Li farò cadere di spada davanti ai loro nemici e nelle mani di coloro che vogliono la loro vita, e darò i loro cadaveri in pasto agli uccelli del cielo e alle bestie della terra.

[8]

Ridurrò questa città a una desolazione e a oggetto di scherno; quanti le passeranno vicino resteranno sbigottiti e fischieranno di scherno davanti a tutte le sue ferite.

[9]

Farò loro mangiare la carne dei propri figli e la carne delle proprie figlie; si divoreranno tra loro per l’assedio e per l’angoscia che incuteranno loro i nemici e quanti vogliono la loro vita.

[10]

Tu, poi, spezzerai la brocca sotto gli occhi degli uomini che saranno venuti con te

[11]

e riferirai loro: Così dice il Signore degli eserciti: Spezzerò questo popolo e questa città, così come si spezza un vaso di terracotta, che non si può più aggiustare. Allora si seppellirà persino in Tofet, perché non ci sarà più spazio per seppellire.

[12]

Così farò – oracolo del Signore – riguardo a questo luogo e ai suoi abitanti, rendendo questa città come Tofet.

[13]

Le case di Gerusalemme e le case dei re di Giuda saranno impure come il luogo del Tofet: tutte le case, sulle cui terrazze essi bruciavano incenso a tutto l’esercito del cielo e facevano libagioni ad altri dèi».

[14]

Quando Geremia tornò dal Tofet dove il Signore lo aveva mandato a profetizzare, si fermò nell’atrio del tempio del Signore e disse a tutto il popolo:

[15]

«Dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Ecco, io manderò su questa città e su tutte le sue borgate tutto il male che le ho preannunciato, perché essi si sono intestarditi, rifiutandosi di ascoltare le mie parole».

GEREMIA 20

[1]

Pascur, figlio di Immer, sacerdote e sovrintendente-capo del tempio del Signore, udì Geremia profetizzare queste cose.

[2]

Pascur ordinò di fustigare il profeta Geremia e quindi lo fece mettere ai ceppi nella prigione che si trovava presso la porta superiore di Beniamino, nel tempio del Signore.

[3]

Il giorno dopo, quando Pascur lo fece liberare dai ceppi, Geremia gli disse: «Il Signore non ti chiama più Pascur, ma Terrore all’intorno.

[4]

Perché così dice il Signore: Ecco, io darò in preda al terrore te e tutti i tuoi cari; essi cadranno per la spada dei loro nemici davanti ai tuoi occhi. Consegnerò tutti gli abitanti di Giuda in mano al re di Babilonia, il quale li deporterà e li ucciderà di spada.

[5]

Consegnerò tutte le ricchezze di questa città e i suoi prodotti, tutti gli oggetti preziosi e i tesori dei re di Giuda in mano ai loro nemici, i quali li saccheggeranno e li prenderanno e li porteranno a Babilonia.

[6]

Tu, Pascur, e tutti quelli della tua casa andrete in schiavitù; andrai a Babilonia, là morirai e là sarai sepolto, tu e tutti i tuoi cari, ai quali hai profetizzato tante menzogne».

[7]

Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto violenza e hai prevalso. Sono diventato oggetto di derisione ogni giorno; ognuno si beffa di me.

[8]

Quando parlo, devo gridare, devo urlare: «Violenza! Oppressione!». Così la parola del Signore è diventata per me causa di vergogna e di scherno tutto il giorno.

[9]

Mi dicevo: «Non penserò più a lui, non parlerò più nel suo nome!». Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, trattenuto nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo.

[10]

Sentivo la calunnia di molti: «Terrore all’intorno! Denunciatelo! Sì, lo denunceremo». Tutti i miei amici aspettavano la mia caduta: «Forse si lascerà trarre in inganno, così noi prevarremo su di lui, ci prenderemo la nostra vendetta».

[11]

Ma il Signore è al mio fianco come un prode valoroso, per questo i miei persecutori vacilleranno e non potranno prevalere; arrossiranno perché non avranno successo, sarà una vergogna eterna e incancellabile.

[12]

Signore degli eserciti, che provi il giusto, che vedi il cuore e la mente, possa io vedere la tua vendetta su di loro, poiché a te ho affidato la mia causa!

[13]

Cantate inni al Signore, lodate il Signore, perché ha liberato la vita del povero dalle mani dei malfattori.

[14]

Maledetto il giorno in cui nacqui; il giorno in cui mia madre mi diede alla luce non sia mai benedetto.

[15]

Maledetto l’uomo che portò a mio padre il lieto annuncio: «Ti è nato un figlio maschio», e lo colmò di gioia.

[16]

Quell’uomo sia come le città che il Signore ha distrutto senza compassione. Ascolti grida al mattino e urla a mezzogiorno,

[17]

perché non mi fece morire nel grembo; mia madre sarebbe stata la mia tomba e il suo grembo gravido per sempre.

[18]

Perché sono uscito dal seno materno per vedere tormento e dolore e per finire i miei giorni nella vergogna?

GEREMIA 21

[1]

Questa parola fu rivolta a Geremia dal Signore quando il re Sedecìa gli mandò Pascur, figlio di Malchia, e il sacerdote Sofonia, figlio di Maasia, per dirgli: 2«Consulta per noi il Signore perché Nabucodònosor, re di Babilonia, ci fa guerra; forse il Signore compirà per noi qualcuno dei suoi tanti prodigi, in modo da farlo allontanare».

[3]

Geremia rispose loro: «Direte a Sedecìa:

[4]

Così dice il Signore, Dio d’Israele: Ecco, io farò rientrare le armi da guerra di cui disponete e con le quali combattete il re di Babilonia e i Caldei che vi assediano fuori delle mura, e le radunerò in mezzo a questa città.

[5]

Io stesso combatterò contro di voi con mano tesa e con braccio potente, con ira, furore e grande sdegno.

[6]

Percuoterò gli abitanti di questa città, uomini e bestie; essi moriranno di una grave peste.

[7]

Poi – oracolo del Signore – io consegnerò Sedecìa, re di Giuda, i suoi ministri e la gente che sarà scampata in questa città alla peste, alla spada e alla fame, in potere di Nabucodònosor, re di Babilonia, in mano ai loro nemici e a quanti vogliono la loro vita. Egli li passerà a fil di spada; non ne avrà pietà, non perdonerà e non risparmierà nessuno.

[8]

Dirai a questo popolo: Dice il Signore: Ecco, metto davanti a voi la via della vita e la via della morte.

[9]

Chi rimane in questa città morirà di spada, di fame e di peste; chi uscirà e si consegnerà ai Caldei che vi cingono d’assedio, vivrà e gli sarà lasciata la vita come bottino,

[10]

perché io ho volto la faccia contro questa città, per il suo danno e non per il suo bene. Oracolo del Signore. Essa sarà data in mano al re di Babilonia, che la darà alle fiamme.

[11]

Alla casa del re di Giuda dirai: Ascoltate la parola del Signore!

[12]

Casa di Davide, così dice il Signore: Amministrate la giustizia ogni mattina e liberate il derubato dalla mano dell’oppressore, se no la mia ira divamperà come fuoco, si accenderà senza che nessuno la possa spegnere, a causa della malvagità delle vostre azioni.

[13]

Eccomi a te, o abitatrice della valle, roccia nella pianura – oracolo del Signore –, voi che dite: “Chi scenderà contro di noi? Chi entrerà nelle nostre dimore?”.

[14]

Io vi punirò secondo il frutto delle vostre opere – oracolo del Signore – e darò alle fiamme il suo bosco, esse divoreranno tutti i suoi dintorni».

GEREMIA 22

[1]

Così dice il Signore: «Scendi nella casa del re di Giuda e là proclama questo messaggio.

[2]

Tu dirai: Ascolta la parola del Signore, o re di Giuda che siedi sul trono di Davide, tu, i tuoi ministri e il tuo popolo, che entrano per queste porte.

[3]

Dice il Signore: Praticate il diritto e la giustizia, liberate il derubato dalle mani dell’oppressore, non frodate e non opprimete il forestiero, l’orfano e la vedova, e non spargete sangue innocente in questo luogo.

[4]

Se osserverete lealmente quest’ordine, entreranno ancora per le porte di questa casa i re che siedono sul trono di Davide, montati su carri e cavalli, insieme ai loro ministri e al loro popolo.

[5]

Ma se non ascolterete queste parole, io lo giuro per me stesso – oracolo del Signore –, questa casa diventerà una rovina.

[6]

Poiché così dice il Signore riguardo alla casa del re di Giuda: Tu sei per me come Gàlaad, come una vetta del Libano, ma ti ridurrò simile a un deserto, a città disabitate.

[7]

Sto preparando i tuoi distruttori, ognuno con le armi. Abbatteranno i tuoi cedri migliori, li getteranno nel fuoco.

[8]

Molte genti passeranno vicino a questa città e si chiederanno: “Perché il Signore ha trattato in questo modo una città così grande?”.

[9]

E risponderanno: “Perché hanno abbandonato l’alleanza del Signore, loro Dio, hanno adorato e servito altri dèi”».

[10]

Non piangete sul morto e non fate lamenti per lui, ma piangete amaramente su chi parte, perché non tornerà più, non rivedrà la terra natale.

[11]

Poiché dice il Signore riguardo a Sallum, figlio di Giosia, re di Giuda, che regna al posto di Giosia, suo padre: «Chi esce da questo luogo non vi farà più ritorno,

[12]

ma morirà nel luogo dove lo condurranno prigioniero e non rivedrà più questa terra».

[13]

Guai a chi costruisce la sua casa senza giustizia e i suoi piani superiori senza equità, fa lavorare il prossimo per niente, senza dargli il salario,

[14]

e dice: «Mi costruirò una casa grande con vasti saloni ai piani superiori», e vi apre finestre e la riveste di tavolati di cedro e la dipinge di rosso.

[15]

Pensi di essere un re, perché ostenti passione per il cedro? Forse tuo padre non mangiava e beveva? Ma egli praticava il diritto e la giustizia e tutto andava bene,

[16]

tutelava la causa del povero e del misero e tutto andava bene; non è questo che significa conoscermi? Oracolo del Signore.

[17]

Invece i tuoi occhi e il tuo cuore non badano che al tuo interesse, a spargere sangue innocente, a commettere violenze e angherie.

[18]

Per questo così dice il Signore su Ioiakìm, figlio di Giosia, re di Giuda: «Non faranno per lui il lamento: “Ahi, fratello mio! Ahi, sorella!”. Non faranno per lui il lamento: “Ahi, signore! Ahi, maestà!”.

[19]

Sarà sepolto come si seppellisce un asino, lo trascineranno e lo getteranno al di là delle porte di Gerusalemme».

[20]

Sali sul Libano e grida e in Basan alza la voce; grida dai monti Abarìm, perché tutti i tuoi amanti sono abbattuti.

[21]

Ti parlai al tempo della tua prosperità, ma tu dicesti: «Non voglio ascoltare». Questa è stata la tua condotta fin dalla giovinezza: non hai ascoltato la mia voce.

[22]

Tutti i tuoi pastori saranno pascolo del vento e i tuoi amanti andranno schiavi. Allora ti vergognerai e sarai confusa, per tutta la tua malvagità.

[23]

Tu che dimori sul Libano, che ti sei fatta il nido tra i cedri, come gemerai quando ti coglieranno i dolori, come le doglie di una partoriente!

[24]

«Per la mia vita – oracolo del Signore –, anche se Conìa, figlio di Ioiakìm, re di Giuda, fosse un anello da sigillo nella mia destra, io me lo strapperei.

[25]

Ti metterò nelle mani di chi vuole la tua vita, nelle mani di quanti tu temi, nelle mani di Nabucodònosor, re di Babilonia, e nelle mani dei Caldei.

[26]

Scaccerò te e tua madre che ti ha generato in un paese dove non siete nati e là morirete.

[27]

Ma nella terra in cui brameranno tornare, non torneranno».

[28]

Questo Conìa è forse un vaso spregevole, rotto, un oggetto che non piace più a nessuno? Perché dunque lui e la sua discendenza sono scacciati e gettati in una terra che non conoscono?

[29]

Terra, terra, terra! Ascolta la parola del Signore!

[30]

Dice il Signore: «Registrate quest’uomo come uno senza figli, un uomo che non ha successo nella vita, perché nessuno della sua stirpe avrà la fortuna di sedere sul trono di Davide e di regnare ancora su Giuda».

GEREMIA 23

[1]

«Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo. Oracolo del Signore.

[2]

Perciò dice il Signore, Dio d’Israele, contro i pastori che devono pascere il mio popolo: Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io vi punirò per la malvagità delle vostre opere. Oracolo del Signore.

[3]

Radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho scacciate e le farò tornare ai loro pascoli; saranno feconde e si moltiplicheranno.

[4]

Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare, così che non dovranno più temere né sgomentarsi; non ne mancherà neppure una. Oracolo del Signore.

[5]

Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto, che regnerà da vero re e sarà saggio ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra.

[6]

Nei suoi giorni Giuda sarà salvato e Israele vivrà tranquillo, e lo chiameranno con questo nome: Signore-nostra-giustizia.

[7]

Pertanto, ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali non si dirà più: “Per la vita del Signore che ha fatto uscire gli Israeliti dalla terra d’Egitto!”,

[8]

ma piuttosto: “Per la vita del Signore che ha fatto uscire e ha ricondotto la discendenza della casa d’Israele dalla terra del settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi!”; costoro dimoreranno nella propria terra».

[9]

Contro i profeti. Mi si spezza il cuore nel petto, tremano tutte le mie ossa, sono come un ubriaco e come uno inebetito dal vino, a causa del Signore e delle sue sante parole.

[10]

La terra è piena di adùlteri; per la maledizione tutta la terra è in lutto, sono inariditi i pascoli della steppa. La loro corsa è diretta al male e la loro forza è l’ingiustizia.

[11]

«Persino il profeta, persino il sacerdote sono empi, persino nella mia casa ho trovato la loro malvagità. Oracolo del Signore.

[12]

Perciò la loro strada sarà per loro come sentiero sdrucciolevole, saranno sospinti nelle tenebre e cadranno in esse, poiché io manderò su di loro la sventura, nell’anno del loro castigo. Oracolo del Signore.

[13]

Tra i profeti di Samaria ho visto cose stolte: profetavano in nome di Baal e traviavano il mio popolo Israele.

[14]

Ma tra i profeti di Gerusalemme ho visto cose nefande: commettono adultèri e praticano la menzogna, danno aiuto ai malfattori, e nessuno si converte dalla sua malvagità; per me sono tutti come Sòdoma e i suoi abitanti come Gomorra».

[15]

Pertanto così dice il Signore degli eserciti contro i profeti: «Ecco, farò loro ingoiare assenzio e bere acque avvelenate, perché dai profeti di Gerusalemme l’empietà si è sparsa su tutta la terra».

[16]

Così dice il Signore degli eserciti: «Non ascoltate le parole dei profeti che profetizzano per voi; essi vi fanno vaneggiare, vi annunciano fantasie del loro cuore, non quanto viene dalla bocca del Signore.

[17]

A coloro che disprezzano la parola del Signore, dicono: “Avrete la pace!”, e a quanti, ostinati, seguono il loro cuore: “Non vi coglierà la sventura!”.

[18]

Ma chi ha assistito al consiglio del Signore, chi l’ha visto e ha udito la sua parola? Chi vi ha fatto attenzione e ha obbedito?

[19]

Ecco la tempesta del Signore, il suo furore si scatena; una tempesta travolgente turbina sul capo dei malvagi.

[20]

Non cesserà l’ira del Signore, finché non abbia compiuto e attuato i progetti del suo cuore. Alla fine dei giorni lo comprenderete pienamente!

[21]

Io non ho inviato questi profeti ed essi corrono; non ho parlato a loro ed essi profetizzano.

[22]

Se hanno assistito al mio consiglio, facciano udire le mie parole al mio popolo e li distolgano dalla loro condotta perversa e dalla malvagità delle loro azioni.

[23]

Sono forse Dio solo da vicino? Oracolo del Signore. Non sono Dio anche da lontano?

[24]

Può nascondersi un uomo nel nascondiglio senza che io lo veda? Oracolo del Signore. Non riempio io il cielo e la terra? Oracolo del Signore.

[25]

Ho sentito quanto affermano i profeti che profetizzano falsamente nel mio nome: “Ho avuto un sogno, ho avuto un sogno!”.

[26]

Fino a quando ci saranno nel mio popolo profeti che predicono cose false e profetizzano le fantasie del loro cuore?

[27]

Essi credono di far dimenticare il mio nome al mio popolo con i loro sogni, che si raccontano l’un l’altro, come i loro padri dimenticarono il mio nome per Baal!

[28]

Il profeta che ha avuto un sogno racconti il suo sogno; chi ha udito la mia parola annunci fedelmente la mia parola. Che cosa ha in comune la paglia con il grano? Oracolo del Signore.

[29]

La mia parola non è forse come il fuoco – oracolo del Signore – e come un martello che spacca la roccia?

[30]

Perciò, eccomi contro i profeti – oracolo del Signore – i quali si rubano gli uni gli altri le mie parole.

[31]

Eccomi contro i profeti – oracolo del Signore – che muovono la lingua per dare oracoli.

[32]

Eccomi contro i profeti di sogni menzogneri – oracolo del Signore – che li raccontano e traviano il mio popolo con menzogne e millanterie. Io non li ho inviati né ho dato loro alcun ordine; essi non gioveranno affatto a questo popolo. Oracolo del Signore.

[33]

Quando dunque questo popolo o un profeta o un sacerdote ti domanderà: “Qual è il peso del messaggio del Signore?”, tu riferirai loro: “Voi siete il peso del Signore; io vi rigetterò”. Oracolo del Signore.

[34]

E il profeta o il sacerdote o il popolo che dica: “Peso del Signore!”, io lo punirò nella persona e nella famiglia.

[35]

Direte l’uno all’altro: “Che cosa ha risposto il Signore?”, e: “Che cosa ha detto il Signore?”.

[36]

Non farete più menzione del peso del Signore, altrimenti per chiunque la sua stessa parola sarà considerata un peso, per avere travisato le parole del Dio vivente, del Signore degli eserciti, nostro Dio.

[37]

Così dirai al profeta: “Che cosa ti ha risposto il Signore?”, e: “Che cosa ha detto il Signore?”.

[38]

Ma se direte: “Peso del Signore”, allora così parla il Signore: Poiché ripetete: “Peso del Signore”, mentre vi avevo ordinato di non dire più: “Peso del Signore”,

[39]

ecco, proprio per questo, io mi caricherò di voi come di un peso e getterò lontano dal mio volto voi e la città che ho dato a voi e ai vostri padri.

[40]

Vi coprirò di obbrobrio perenne e di confusione perenne, che non sarà mai dimenticata».

GEREMIA 24

[1]

Il Signore mi mostrò due canestri di fichi posti davanti al tempio del Signore, dopo che Nabucodònosor, re di Babilonia, aveva deportato da Gerusalemme Ieconia, figlio di Ioiakìm, re di Giuda, i capi di Giuda, gli artigiani e i fabbri e li aveva condotti a Babilonia.

[2]

Un canestro era pieno di fichi molto buoni, come i fichi primaticci, mentre l’altro canestro era pieno di fichi cattivi, così cattivi che non si potevano mangiare.

[3]

Il Signore mi disse: «Che cosa vedi, Geremia?». Risposi: «Dei fichi; i fichi buoni sono molto buoni, quelli cattivi sono molto cattivi, tanto che non si possono mangiare».

[4]

Allora mi fu rivolta questa parola del Signore: 5«Così dice il Signore, Dio d’Israele: Come si trattano con riguardo i fichi buoni, così io tratterò i deportati di Giuda che ho mandato da questo luogo nel paese dei Caldei.

[6]

Poserò lo sguardo su di loro per il loro bene; li ricondurrò in questo paese, li edificherò e non li abbatterò, li pianterò e non li sradicherò mai più.

[7]

Darò loro un cuore per conoscermi, perché io sono il Signore; saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio, se torneranno a me con tutto il cuore.

[8]

Come invece si trattano i fichi cattivi, che non si possono mangiare tanto sono cattivi – così dice il Signore –, così io tratterò Sedecìa, re di Giuda, i suoi capi e il resto di Gerusalemme, ossia i superstiti in questo paese, e coloro che abitano nella terra d’Egitto.

[9]

Li renderò un esempio terrificante per tutti i regni della terra, l’obbrobrio, la favola, lo zimbello e la maledizione in tutti i luoghi dove li scaccerò.

[10]

Manderò contro di loro la spada, la fame e la peste, finché non saranno eliminati dalla terra che io diedi a loro e ai loro padri».

GEREMIA 25

[1]

Questa parola fu rivolta a Geremia per tutto il popolo di Giuda nel quarto anno del regno di Ioiakìm, figlio di Giosia, re di Giuda, cioè nel primo anno del regno di Nabucodònosor, re di Babilonia.

[2]

Il profeta Geremia l’annunciò a tutto il popolo di Giuda e a tutti gli abitanti di Gerusalemme dicendo: 3«Dall’anno tredicesimo del regno di Giosia, figlio di Amon, re di Giuda, fino ad oggi sono ventitré anni che mi è stata rivolta la parola del Signore e io ho parlato a voi con premura e insistenza, ma voi non avete ascoltato.

[4]

Il Signore vi ha inviato con assidua premura tutti i suoi servi, i profeti, ma voi non avete ascoltato e non avete prestato orecchio per ascoltare

[5]

quando vi diceva: “Ognuno abbandoni la sua condotta perversa e le sue opere malvagie; allora potrete abitare nella terra che il Signore ha dato a voi e ai vostri padri dai tempi antichi e per sempre.

[6]

Non seguite altri dèi per servirli e adorarli e non provocatemi con le opere delle vostre mani e io non vi farò del male.

[7]

Ma voi non mi avete ascoltato – oracolo del Signore – e mi avete provocato con l’opera delle vostre mani per vostra disgrazia”.

[8]

Per questo dice il Signore degli eserciti: Poiché non avete ascoltato le mie parole,

[9]

ecco, manderò a prendere tutte le tribù del settentrione – oracolo del Signore – e Nabucodònosor re di Babilonia, mio servo, e li farò venire contro questo paese, contro i suoi abitanti e contro tutte le nazioni confinanti, voterò costoro allo sterminio e li ridurrò a oggetto di orrore, a scherno e a obbrobrio perenne.

[10]

Farò cessare in mezzo a loro i canti di gioia e di allegria, il canto dello sposo e della sposa, il rumore della mola e il lume della lampada.

[11]

Tutta questa regione sarà distrutta e desolata e queste genti serviranno il re di Babilonia per settanta anni.

[12]

Quando saranno compiuti i settanta anni, punirò per i loro delitti il re di Babilonia e quel popolo – oracolo del Signore –, punirò il paese dei Caldei e lo ridurrò a una desolazione perenne.

[13]

Manderò dunque a effetto su questo paese tutte le parole che ho pronunciato a suo riguardo, tutto quanto è scritto in questo libro, ciò che Geremia aveva profetizzato contro tutte le nazioni.

[14]

Nazioni numerose e re potenti ridurranno in schiavitù anche costoro, e così li ripagherò secondo le loro azioni e le opere delle loro mani».

[15]

Così mi disse il Signore, Dio d’Israele: «Prendi dalla mia mano questa coppa di vino della mia ira e falla bere a tutte le nazioni alle quali ti invio,

[16]

perché ne bevano, ne restino inebriate ed escano di senno dinanzi alla spada che manderò in mezzo a loro».

[17]

Presi dunque la coppa dalla mano del Signore e la diedi a bere a tutte le nazioni alle quali il Signore mi aveva inviato:

[18]

a Gerusalemme e alle città di Giuda, ai re e ai capi, per abbandonarli alla distruzione, all’orrore, allo scherno e alla maledizione, come avviene ancora oggi;

[19]

anche al faraone, re d’Egitto, ai suoi ministri, ai suoi nobili e a tutto il suo popolo,

[20]

alla gente d’ogni razza e a tutti i re del paese di Us, a tutti i re del paese dei Filistei, ad Àscalon, a Gaza, a Ekron e ai superstiti di Asdod,

[21]

a Edom, a Moab e ad Ammon,

[22]

a tutti i re di Tiro e a tutti i re di Sidone e ai re dell’isola che è al di là del mare,

[23]

a Dedan, a Tema, a Buz e a quanti si radono le tempie,

[24]

a tutti i re degli Arabi che abitano nel deserto,

[25]

a tutti i re di Zimrì, a tutti i re dell’Elam e a tutti i re della Media,

[26]

a tutti i re del settentrione, vicini e lontani, agli uni e agli altri e a tutti i regni che sono sulla terra; il re di Sesac berrà dopo di loro.

[27]

«Tu riferirai loro: Dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Bevete e inebriatevi, vomitate e cadete senza rialzarvi davanti alla spada che io mando in mezzo a voi.

[28]

Se poi rifiuteranno di prendere dalla tua mano la coppa da bere, tu dirai loro: Dice il Signore degli eserciti: Berrete per forza!

[29]

Ecco, io comincio a castigare la città che porta il mio nome, e voi pretendete di rimanere impuniti? No, non resterete impuniti, perché io farò venire la spada su tutti gli abitanti della terra. Oracolo del Signore degli eserciti.

[30]

Profetizzerai tutte queste cose e dirai loro: Il Signore ruggisce dall’alto, dalla sua santa dimora fa udire la sua voce; alza il suo ruggito contro la prateria, manda grida di giubilo come i pigiatori delle uve, contro tutti gli abitanti della terra.

[31]

Il rumore giunge fino all’estremità della terra, perché il Signore fa un processo alle nazioni; chiama in giudizio ogni uomo, condanna a morte gli empi. Oracolo del Signore.

[32]

Dice il Signore degli eserciti: Ecco, la sventura passa di nazione in nazione, si alza un grande turbine dall’estremità della terra».

[33]

In quel giorno i colpiti dal Signore si troveranno da un’estremità all’altra della terra; non saranno rimpianti né raccolti né sepolti, ma diverranno come letame sul suolo.

[34]

Urlate, pastori, gridate, rotolatevi nella polvere, capi del gregge! Perché sono giunti i giorni del vostro macello; stramazzerete come vaso prezioso.

[35]

Non ci sarà rifugio per i pastori né scampo per i capi del gregge.

[36]

Voci e grida dei pastori, urla delle guide del gregge, perché il Signore distrugge il loro pascolo;

[37]

sono devastati i prati tranquilli a causa dell’ardente ira del Signore.

[38]

Il leone abbandona la sua tana, la loro terra è diventata una desolazione, a causa della spada devastatrice e della sua ira ardente.

GEREMIA 26

[1]

All’inizio del regno di Ioiakìm, figlio di Giosia, re di Giuda, fu rivolta a Geremia questa parola da parte del Signore: 2«Così dice il Signore: Va’ nell’atrio del tempio del Signore e riferisci a tutte le città di Giuda che vengono per adorare nel tempio del Signore tutte le parole che ti ho comandato di annunciare loro; non tralasciare neppure una parola.

[3]

Forse ti ascolteranno e ciascuno abbandonerà la propria condotta perversa; in tal caso mi pentirò di tutto il male che pensavo di fare loro per la malvagità delle loro azioni.

[4]

Tu dunque dirai loro: Dice il Signore: Se non mi ascolterete, se non camminerete secondo la legge che ho posto davanti a voi

[5]

e se non ascolterete le parole dei profeti, miei servi, che ho inviato a voi con assidua premura, ma che voi non avete ascoltato,

[6]

io ridurrò questo tempio come quello di Silo e farò di questa città una maledizione per tutti i popoli della terra».

[7]

I sacerdoti, i profeti e tutto il popolo udirono Geremia che diceva queste parole nel tempio del Signore.

[8]

Ora, quando Geremia finì di riferire quanto il Signore gli aveva comandato di dire a tutto il popolo, i sacerdoti, i profeti e tutto il popolo lo arrestarono dicendo: «Devi morire!

[9]

Perché hai predetto nel nome del Signore: “Questo tempio diventerà come Silo e questa città sarà devastata, disabitata”?». Tutto il popolo si radunò contro Geremia nel tempio del Signore.

[10]

I capi di Giuda vennero a sapere queste cose e salirono dalla reggia nel tempio del Signore e sedettero all’ingresso della porta Nuova del tempio del Signore.

[11]

Allora i sacerdoti e i profeti dissero ai capi e a tutto il popolo: «Una condanna a morte merita quest’uomo, perché ha profetizzato contro questa città, come avete udito con i vostri orecchi!».

[12]

Ma Geremia rispose a tutti i capi e a tutto il popolo: «Il Signore mi ha mandato a profetizzare contro questo tempio e contro questa città le cose che avete ascoltato.

[13]

Migliorate dunque la vostra condotta e le vostre azioni e ascoltate la voce del Signore, vostro Dio, e il Signore si pentirà del male che ha annunciato contro di voi.

[14]

Quanto a me, eccomi in mano vostra, fate di me come vi sembra bene e giusto;

[15]

ma sappiate bene che, se voi mi ucciderete, sarete responsabili del sangue innocente, voi e tutti gli abitanti di questa città, perché il Signore mi ha veramente inviato a voi per dire ai vostri orecchi tutte queste parole».

[16]

I capi e tutto il popolo dissero ai sacerdoti e ai profeti: «Non ci deve essere condanna a morte per quest’uomo, perché ci ha parlato nel nome del Signore, nostro Dio».

[17]

Allora si alzarono alcuni anziani del paese e dissero a tutta l’assemblea del popolo:

[18]

«Michea di Morèset, che profetizzava al tempo di Ezechia, re di Giuda, affermò a tutto il popolo di Giuda: “Così dice il Signore degli eserciti: Sion sarà arata come un campo e Gerusalemme diventerà un cumulo di rovine, il monte del tempio un’altura boscosa!”.

[19]

Forse Ezechia, re di Giuda, e tutti quelli di Giuda lo uccisero? Non temettero piuttosto il Signore e non lo supplicarono, e così il Signore si pentì del male che aveva loro annunciato? Noi, invece, stiamo per commettere una grave iniquità a nostro danno».

[20]

C’era anche un altro uomo che profetizzava nel nome del Signore, Uria, figlio di Semaià, da Kiriat-Iearìm; egli profetizzò contro questa città e contro questo paese con parole simili a quelle di Geremia.

[21]

Il re Ioiakìm, tutte le sue guardie e tutti i capi udirono le sue parole e il re cercò di ucciderlo, ma Uria lo venne a sapere, ebbe paura e fuggì, andandosene in Egitto.

[22]

Allora il re Ioiakìm inviò degli uomini in Egitto, Elnatàn, figlio di Acbor, e altri con lui.

[23]

Costoro fecero uscire dall’Egitto Uria e lo condussero al re Ioiakìm, che lo fece uccidere di spada e fece gettare il suo cadavere nelle fosse della gente comune.

[24]

Ma la mano di Achikàm, figlio di Safan, fu a favore di Geremia, perché non lo consegnassero al popolo per metterlo a morte.

GEREMIA 27

[1]

Al principio del regno di Sedecìa, figlio di Giosia, re di Giuda, fu rivolta questa parola a Geremia da parte del Signore: 2«Così mi dice il Signore: Procùrati capestri e un giogo e mettili al collo.

[3]

Quindi manda un messaggio al re di Edom, di Moab, degli Ammoniti, di Tiro e di Sidone, per mezzo dei loro ambasciatori venuti a Gerusalemme dal re di Giuda, Sedecìa;

[4]

affida loro questo mandato per i loro signori: Dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Così parlerete ai vostri signori:

[5]

La terra, l’uomo e gli animali che sono sulla terra, li ho fatti io con la mia grande potenza e con il mio braccio potente e li do a chi voglio.

[6]

Ora consegno tutte quelle regioni in mano al mio servo Nabucodònosor, re di Babilonia; persino le bestie selvatiche gli consegno, perché lo servano.

[7]

A lui, a suo figlio e al figlio di suo figlio saranno soggette tutte le nazioni, finché anche per il suo paese non verrà il momento stabilito e allora molte nazioni e re potenti lo assoggetteranno.

[8]

Ma intanto la nazione o il regno che non si assoggetterà a Nabucodònosor, re di Babilonia, e che non sottoporrà il collo al giogo del re di Babilonia, quella nazione la punirò con la spada, la fame e la peste – oracolo del Signore –, finché non li avrò messi in suo potere.

[9]

Non date retta ai vostri profeti, indovini, sognatori, maghi e stregoni, che vi dicono: “Non sarete soggetti al re di Babilonia!”.

[10]

Vi predicono menzogne per farvi andare lontano dalla vostra terra e perché io vi disperda e così andiate in rovina.

[11]

Invece la nazione che sottoporrà il collo al giogo del re di Babilonia e gli sarà soggetta io la lascerò stare tranquilla sul proprio suolo, lo coltiverà e lo abiterà. Oracolo del Signore».

[12]

A Sedecìa, re di Giuda, io ho parlato proprio allo stesso modo: «Piegate il collo al giogo del re di Babilonia, siate soggetti a lui e al suo popolo e avrete salva la vita.

[13]

Perché tu e il tuo popolo vorreste morire di spada, di fame e di peste, come ha preannunciato il Signore per la nazione che non si assoggetterà al re di Babilonia?

[14]

Non date retta alle parole dei profeti che vi dicono: “Non sarete soggetti al re di Babilonia!”. Vi profetizzano menzogne.

[15]

Io infatti non li ho mandati – oracolo del Signore – ed essi profetizzano menzogne nel mio nome; perciò io vi scaccerò e perirete voi e i profeti che vi fanno tali profezie».

[16]

Ai sacerdoti e a tutto questo popolo ho detto: «Dice il Signore: Non ascoltate le parole dei vostri profeti che vi predicono che gli arredi del tempio del Signore saranno subito riportati da Babilonia, perché essi vi profetizzano menzogne.

[17]

Non ascoltateli! Servite il re di Babilonia e vivrete. Perché questa città dovrebbe essere ridotta a una desolazione?

[18]

Se quelli sono veri profeti e se la parola del Signore è con loro, intercedano presso il Signore degli eserciti, perché gli arredi rimasti nel tempio del Signore e nella casa del re di Giuda e a Gerusalemme non vadano a Babilonia».

[19]

Così dice infatti il Signore degli eserciti riguardo alle colonne, al Mare, ai carrelli e al resto degli arredi lasciati in città

[20]

e che Nabucodònosor, re di Babilonia, non prese quando deportò Ieconia, figlio di Ioiakìm, re di Giuda, da Gerusalemme a Babilonia, con tutti i notabili di Giuda e di Gerusalemme.

[21]

Dice dunque così il Signore degli eserciti, Dio d’Israele, riguardo agli arredi rimasti nel tempio del Signore, nella casa del re di Giuda e a Gerusalemme:

[22]

«Saranno portati a Babilonia e là rimarranno finché non li ricercherò – oracolo del Signore – e li porterò indietro e li riporrò in questo luogo».

GEREMIA 28

[1]

In quell’anno, all’inizio del regno di Sedecìa, re di Giuda, nell’anno quarto, nel quinto mese, Anania, figlio di Azzur, il profeta di Gàbaon, mi riferì nel tempio del Signore sotto gli occhi dei sacerdoti e di tutto il popolo: 2«Così dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Io romperò il giogo del re di Babilonia!

[3]

Entro due anni farò ritornare in questo luogo tutti gli arredi del tempio del Signore che Nabucodònosor, re di Babilonia, prese da questo luogo e portò in Babilonia.

[4]

Farò ritornare in questo luogo – oracolo del Signore – Ieconia, figlio di Ioiakìm, re di Giuda, con tutti i deportati di Giuda che andarono a Babilonia, poiché romperò il giogo del re di Babilonia».

[5]

Il profeta Geremia rispose al profeta Anania, sotto gli occhi dei sacerdoti e di tutto il popolo, che stavano nel tempio del Signore.

[6]

Il profeta Geremia disse: «Così sia! Così faccia il Signore! Voglia il Signore realizzare le cose che hai profetizzato, facendo ritornare gli arredi nel tempio e da Babilonia tutti i deportati.

[7]

Tuttavia ascolta ora la parola che sto per dire a te e a tutto il popolo.

[8]

I profeti che furono prima di me e di te dai tempi antichissimi profetizzarono guerra, fame e peste contro molti paesi e regni potenti.

[9]

Il profeta invece che profetizza la pace sarà riconosciuto come profeta mandato veramente dal Signore soltanto quando la sua parola si realizzerà».

[10]

Allora il profeta Anania strappò il giogo dal collo del profeta Geremia, lo ruppe

[11]

e disse a tutto il popolo: «Così dice il Signore: A questo modo io romperò il giogo di Nabucodònosor, re di Babilonia, entro due anni, sul collo di tutte le nazioni». Il profeta Geremia se ne andò per la sua strada.

[12]

Dopo che il profeta Anania ebbe rotto il giogo che il profeta Geremia portava sul collo, fu rivolta a Geremia questa parola del Signore:

[13]

«Va’ e riferisci ad Anania: Così dice il Signore: Tu hai rotto un giogo di legno, ma io, al suo posto, ne farò uno di ferro.

[14]

Infatti, dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Pongo un giogo di ferro sul collo di tutte queste nazioni perché siano soggette a Nabucodònosor, re di Babilonia, e lo servano; persino le bestie selvatiche gli consegno».

[15]

Allora il profeta Geremia disse al profeta Anania: «Ascolta, Anania! Il Signore non ti ha mandato e tu induci questo popolo a confidare nella menzogna;

[16]

perciò dice il Signore: Ecco, ti faccio sparire dalla faccia della terra; quest’anno tu morirai, perché hai predicato la ribellione al Signore».

[17]

In quello stesso anno, nel settimo mese, il profeta Anania morì.

GEREMIA 29

[1]

Queste sono le parole della lettera che il profeta Geremia mandò da Gerusalemme al resto degli anziani in esilio, ai sacerdoti, ai profeti e a tutto il popolo che Nabucodònosor aveva deportato da Gerusalemme a Babilonia;

[2]

la mandò dopo che il re Ieconia, la regina madre, i dignitari di corte, i capi di Giuda e di Gerusalemme, gli artigiani e i fabbri erano partiti da Gerusalemme.

[3]

Fu recata per mezzo di Elasà, figlio di Safan, e di Ghemaria, figlio di Chelkia, che Sedecìa, re di Giuda, aveva inviati a Nabucodònosor, re di Babilonia, a Babilonia. Essa diceva:

[4]

«Così dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele, a tutti gli esuli che ho fatto deportare da Gerusalemme a Babilonia:

[5]

Costruite case e abitatele, piantate orti e mangiatene i frutti;

[6]

prendete moglie e mettete al mondo figli e figlie, scegliete mogli per i figli e maritate le figlie, e costoro abbiano figlie e figli. Lì moltiplicatevi e non diminuite.

[7]

Cercate il benessere del paese in cui vi ho fatto deportare, e pregate per esso il Signore, perché dal benessere suo dipende il vostro.

[8]

Così dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Non vi traggano in errore i profeti che sono in mezzo a voi e i vostri indovini; non date retta ai sogni che essi sognano,

[9]

perché falsamente profetizzano nel mio nome: io non li ho inviati. Oracolo del Signore.

[10]

Pertanto così dice il Signore: Quando saranno compiuti a Babilonia settant’anni, vi visiterò e realizzerò la mia buona promessa di ricondurvi in questo luogo.

[11]

Io conosco i progetti che ho fatto a vostro riguardo – oracolo del Signore –, progetti di pace e non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza.

[12]

Voi mi invocherete e ricorrerete a me e io vi esaudirò.

[13]

Mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il cuore;

[14]

mi lascerò trovare da voi. Oracolo del Signore. Cambierò in meglio la vostra sorte e vi radunerò da tutte le nazioni e da tutti i luoghi dove vi ho disperso. Oracolo del Signore. Vi ricondurrò nel luogo da dove vi ho fatto deportare.

[15]

Voi dite: “Il Signore ci ha suscitato profeti a Babilonia”.

[16]

Ebbene, così dice il Signore al re che siede sul trono di Davide e a tutto il popolo che abita in questa città, ai vostri fratelli che non sono partiti con voi nella deportazione:

[17]

Così dice il Signore degli eserciti: Ecco, manderò contro di loro la spada, la fame e la peste e li renderò come i fichi guasti, che non si possono mangiare tanto sono cattivi.

[18]

Li perseguiterò con la spada, la fame e la peste; li renderò un esempio terrificante per tutti i regni della terra, e maledizione, stupore, scherno e obbrobrio in tutte le nazioni nelle quali li ho dispersi,

[19]

perché non hanno ascoltato le mie parole – oracolo del Signore – quando con assidua premura mandavo loro i miei servi, i profeti, ed essi non hanno ascoltato. Oracolo del Signore.

[20]

Voi però, deportati tutti, che ho mandato da Gerusalemme a Babilonia, ascoltate la parola del Signore.

[21]

Così dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele, riguardo ad Acab, figlio di Kolaià, e a Sedecìa, figlio di Maasia, che vi profetizzano menzogne nel mio nome: Ecco, li darò in mano a Nabucodònosor, re di Babilonia, che li ucciderà sotto i vostri occhi.

[22]

E se ne trarrà una formula di maledizione che si diffonderà presso tutti i deportati di Giuda a Babilonia; si dirà: “Ti tratti il Signore come Sedecìa e Acab, che il re di Babilonia fece arrostire sul fuoco!”.

[23]

Poiché essi hanno operato cose nefande a Gerusalemme, hanno commesso adulterio con le mogli del prossimo, hanno proferito nel mio nome parole menzognere senza che io avessi dato loro alcun ordine. Io stesso lo so bene e ne sono testimone. Oracolo del Signore.

[24]

E dirai a Semaià, il Nechelamita:

[25]

Così dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Hai mandato nel tuo nome lettere a tutto il popolo di Gerusalemme e a Sofonia, figlio di Maasia, il sacerdote, e a tutti i sacerdoti, dicendo:

[26]

“Il Signore ti ha costituito sacerdote al posto del sacerdote Ioiadà, perché fossi sovrintendente nel tempio del Signore, per reprimere qualunque forsennato che fa il profeta, ponendolo in ceppi e in catene:

[27]

orbene, perché non reprimi Geremia di Anatòt, che fa profezie fra di voi?

[28]

Infatti egli ci ha mandato a dire a Babilonia: Durerà a lungo la vostra situazione! Costruite case e abitatele, piantate orti e mangiatene i frutti!”».

[29]

Il sacerdote Sofonia lesse questa lettera in presenza del profeta Geremia.

[30]

Allora la parola del Signore fu rivolta a Geremia:

[31]

«Invia questo messaggio a tutti i deportati: Così dice il Signore riguardo a Semaià, il Nechelamita: Poiché Semaià ha parlato a voi come profeta mentre io non l’avevo mandato e vi ha fatto confidare nella menzogna,

[32]

per questo dice il Signore: Ecco, punirò Semaià, il Nechelamita, e la sua discendenza; nessuno dei suoi dimorerà in mezzo a questo popolo, né vedrà il bene che farò al mio popolo – oracolo del Signore –, perché ha predicato la ribellione al Signore».

GEREMIA 30

[1]

Parola rivolta a Geremia da parte del Signore: 2«Così dice il Signore, Dio d’Israele: Scriviti in un libro tutte le cose che ti ho detto,

[3]

perché, ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –, nei quali cambierò la sorte del mio popolo, d’Israele e di Giuda – dice il Signore – e li ricondurrò nella terra che ho concesso ai loro padri e ne prenderanno possesso».

[4]

Queste sono le parole che il Signore pronunciò riguardo a Israele e a Giuda:

[5]

«Così dice il Signore: Si ode un grido di spavento, di terrore, non di pace.

[6]

Provate a vedere se un maschio può partorire. Perché allora vedo tutti gli uomini con le mani sui fianchi come una partoriente? Perché ogni faccia è stravolta, impallidita? Ohimè!

[7]

Grande è quel giorno, non ce n’è uno simile! Sarà un tempo di angoscia per Giacobbe, ma ne uscirà salvo.

[8]

In quel giorno – oracolo del Signore degli eserciti – romperò il giogo togliendolo dal suo collo, spezzerò le sue catene; non serviranno più gli stranieri.

[9]

Serviranno il Signore, loro Dio, e Davide, loro re, che farò sorgere in mezzo a loro.

[10]

Ma tu non temere, Giacobbe, mio servo – oracolo del Signore –, non abbatterti, Israele, perché io libererò te dalla terra lontana, la tua discendenza dalla terra del suo esilio. Giacobbe ritornerà e avrà riposo, vivrà tranquillo e nessuno lo molesterà,

[11]

perché io sono con te per salvarti. Oracolo del Signore. Sterminerò tutte le nazioni tra le quali ti ho disperso, ma non sterminerò te; ti castigherò secondo giustizia, non ti lascerò del tutto impunito.

[12]

Così dice il Signore: La tua ferita è incurabile, la tua piaga è molto grave.

[13]

Nessuno ti fa giustizia; per un’ulcera vi sono rimedi, ma non c’è guarigione per te.

[14]

Ti hanno dimenticato tutti i tuoi amanti, non ti cercano più; poiché ti ho colpito come colpisce un nemico, con un castigo spietato, per la tua grande iniquità, perché sono cresciuti i tuoi peccati.

[15]

Perché gridi per la tua ferita? Incurabile è la tua piaga. Ti ho trattato così per la tua grande iniquità, perché sono cresciuti i tuoi peccati.

[16]

Però quanti ti divorano saranno divorati, i tuoi oppressori andranno tutti in schiavitù; i tuoi saccheggiatori saranno saccheggiati, diverranno preda quanti ti hanno depredato.

[17]

Curerò infatti la tua ferita e ti guarirò dalle tue piaghe – oracolo del Signore –, poiché ti chiamano la ripudiata, o Sion, quella che nessuno ricerca.

[18]

Così dice il Signore: Ecco, cambierò la sorte delle tende di Giacobbe e avrò compassione delle sue dimore. Sulle sue rovine sarà ricostruita la città e il palazzo sorgerà al suo giusto posto.

[19]

Vi risuoneranno inni di lode, voci di gente in festa. Li farò crescere e non diminuiranno, li onorerò e non saranno disprezzati;

[20]

i loro figli saranno come un tempo, la loro assemblea sarà stabile dinanzi a me, mentre punirò tutti i loro oppressori.

[21]

Avranno come capo uno di loro, un sovrano uscito dal loro popolo; io lo farò avvicinare a me ed egli si accosterà. Altrimenti chi rischierebbe la vita per avvicinarsi a me? Oracolo del Signore.

[22]

Voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio.

[23]

Ecco la tempesta del Signore, il suo furore si scatena; una tempesta travolgente turbina sul capo dei malvagi.

[24]

Non cesserà l’ira ardente del Signore, finché non abbia compiuto e attuato i progetti del suo cuore. Alla fine dei giorni lo comprenderete pienamente!

GEREMIA 31

[1]

In quel tempo – oracolo del Signore – io sarò Dio per tutte le famiglie d’Israele ed esse saranno il mio popolo.

[2]

Così dice il Signore: Ha trovato grazia nel deserto un popolo scampato alla spada; Israele si avvia a una dimora di pace».

[3]

Da lontano mi è apparso il Signore: «Ti ho amato di amore eterno, per questo continuo a esserti fedele.

[4]

Ti edificherò di nuovo e tu sarai riedificata, vergine d’Israele. Di nuovo prenderai i tuoi tamburelli e avanzerai danzando tra gente in festa.

[5]

Di nuovo pianterai vigne sulle colline di Samaria; dopo aver piantato, i piantatori raccoglieranno.

[6]

Verrà il giorno in cui le sentinelle grideranno sulla montagna di Èfraim: “Su, saliamo a Sion, andiamo dal Signore, nostro Dio”.

[7]

Poiché dice il Signore: Innalzate canti di gioia per Giacobbe, esultate per la prima delle nazioni, fate udire la vostra lode e dite: “Il Signore ha salvato il suo popolo, il resto d’Israele”.

[8]

Ecco, li riconduco dalla terra del settentrione e li raduno dalle estremità della terra; fra loro sono il cieco e lo zoppo, la donna incinta e la partoriente: ritorneranno qui in gran folla.

[9]

Erano partiti nel pianto, io li riporterò tra le consolazioni; li ricondurrò a fiumi ricchi d’acqua per una strada dritta in cui non inciamperanno, perché io sono un padre per Israele, Èfraim è il mio primogenito».

[10]

Ascoltate, genti, la parola del Signore, annunciatela alle isole più lontane e dite: «Chi ha disperso Israele lo raduna e lo custodisce come un pastore il suo gregge».

[11]

Perché il Signore ha riscattato Giacobbe, lo ha liberato dalle mani di uno più forte di lui.

[12]

Verranno e canteranno inni sull’altura di Sion, andranno insieme verso i beni del Signore, verso il grano, il vino e l’olio, i piccoli del gregge e del bestiame. Saranno come un giardino irrigato, non languiranno più.

[13]

La vergine allora gioirà danzando e insieme i giovani e i vecchi. «Cambierò il loro lutto in gioia, li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni.

[14]

Nutrirò i sacerdoti di carni prelibate e il mio popolo sarà saziato dei miei beni». Oracolo del Signore.

[15]

Così dice il Signore: «Una voce si ode a Rama, un lamento e un pianto amaro: Rachele piange i suoi figli, e non vuole essere consolata per i suoi figli, perché non sono più».

[16]

Dice il Signore: «Trattieni il tuo pianto, i tuoi occhi dalle lacrime, perché c’è un compenso alle tue fatiche – oracolo del Signore –: essi torneranno dal paese nemico.

[17]

C’è una speranza per la tua discendenza – oracolo del Signore –: i tuoi figli ritorneranno nella loro terra.

[18]

Ho udito Èfraim che si lamentava: “Mi hai castigato e io ho subito il castigo come un torello non domato. Fammi ritornare e io ritornerò, perché tu sei il Signore, mio Dio.

[19]

Dopo il mio smarrimento, mi sono pentito; quando me lo hai fatto capire, mi sono battuto il petto, mi sono vergognato e ne provo confusione, perché porto l’infamia della mia giovinezza”.

[20]

Non è un figlio carissimo per me Èfraim, il mio bambino prediletto? Ogni volta che lo minaccio, me ne ricordo sempre con affetto. Per questo il mio cuore si commuove per lui e sento per lui profonda tenerezza». Oracolo del Signore.

[21]

Pianta dei cippi, metti paletti indicatori, ricorda bene il sentiero, la via che hai percorso. Ritorna, vergine d’Israele, ritorna alle tue città.

[22]

Fino a quando andrai vagando, figlia ribelle? Poiché il Signore crea una cosa nuova sulla terra: la donna circonderà l’uomo!

[23]

Così dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: «Quando avrò cambiato la loro sorte, nella terra di Giuda e nelle sue città si dirà ancora questa parola: “Il Signore ti benedica, sede di giustizia, monte santo”.

[24]

Vi abiteranno insieme Giuda e tutte le sue città, gli agricoltori e coloro che conducono le greggi.

[25]

Poiché ristorerò chi è stanco e sazierò coloro che languono».

[26]

A questo punto mi sono destato e ho guardato: era stato un bel sogno.

[27]

«Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali renderò la casa d’Israele e la casa di Giuda feconde di uomini e bestiame.

[28]

Allora, come ho vegliato su di loro per sradicare e per demolire, per abbattere e per distruggere e per affliggere con mali, così veglierò su di loro per edificare e per piantare. Oracolo del Signore.

[29]

In quei giorni non si dirà più: “I padri hanno mangiato uva acerba e i denti dei figli si sono allegati!”,

[30]

ma ognuno morirà per la sua propria iniquità; si allegheranno i denti solo a chi mangia l’uva acerba.

[31]

Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –, nei quali con la casa d’Israele e con la casa di Giuda concluderò un’alleanza nuova.

[32]

Non sarà come l’alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dalla terra d’Egitto, alleanza che essi hanno infranto, benché io fossi loro Signore. Oracolo del Signore.

[33]

Questa sarà l’alleanza che concluderò con la casa d’Israele dopo quei giorni – oracolo del Signore –: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo.

[34]

Non dovranno più istruirsi l’un l’altro, dicendo: “Conoscete il Signore”, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande – oracolo del Signore –, poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato».

[35]

Così dice il Signore, che ha posto il sole come luce del giorno, la luna e le stelle come luce della notte, che agita il mare così che ne fremano i flutti e il cui nome è Signore degli eserciti:

[36]

«Quando verranno meno queste leggi dinanzi a me – oracolo del Signore –, allora anche la discendenza d’Israele cesserà di essere un popolo davanti a me per sempre».

[37]

Così dice il Signore: «Se qualcuno riuscirà a misurare in alto i cieli e ad esplorare in basso le fondamenta della terra, allora anch’io respingerò tutta la discendenza d’Israele per tutto ciò che ha commesso. Oracolo del Signore.

[38]

Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali la città sarà riedificata per il Signore, dalla torre di Cananèl fino alla porta dell’Angolo.

[39]

La corda per misurare sarà stesa in linea retta fino alla collina di Gareb, volgendo poi verso Goa.

[40]

Tutta la valle dei cadaveri e delle ceneri e tutti i campi fino al torrente Cedron, fino all’angolo della porta dei Cavalli a oriente, saranno sacri al Signore; non saranno più devastati né mai più distrutti».

GEREMIA 32

[1]

Parola rivolta a Geremia dal Signore nell’anno decimo di Sedecìa, re di Giuda, cioè nell’anno diciottesimo di Nabucodònosor.

[2]

L’esercito del re di Babilonia assediava allora Gerusalemme e il profeta Geremia era rinchiuso nell’atrio della prigione, nella reggia del re di Giuda,

[3]

e ve lo aveva rinchiuso Sedecìa, re di Giuda, con questa imputazione: «Perché profetizzi in questi termini? Tu affermi: “Dice il Signore: Ecco, metterò questa città in potere del re di Babilonia ed egli la occuperà.

[4]

Il re di Giuda, Sedecìa, non scamperà dalle mani dei Caldei, ma cadrà in mano al re di Babilonia, sarà portato alla sua presenza, davanti ai suoi occhi,

[5]

ed egli condurrà Sedecìa a Babilonia, dove egli resterà finché io non lo visiterò. Oracolo del Signore. Se combatterete contro i Caldei, non riuscirete a nulla”».

[6]

Geremia disse: «Mi fu rivolta questa parola del Signore:

[7]

Ecco, sta venendo da te Canamèl, figlio di tuo zio Sallum, per dirti: “Compra il mio campo, che si trova ad Anatòt, perché spetta a te comprarlo in forza del diritto di riscatto”.

[8]

Venne dunque da me Canamèl, figlio di mio zio, secondo la parola del Signore, nell’atrio della prigione e mi disse: “Compra il mio campo che si trova ad Anatòt, nel territorio di Beniamino, perché spetta a te comprarlo in forza del diritto di riscatto. Compralo!”. Allora riconobbi che questa era la volontà del Signore

[9]

e comprai da Canamèl, figlio di mio zio, il campo che era ad Anatòt, e gli pagai il prezzo: diciassette sicli d’argento.

[10]

Stesi il documento del contratto, lo sigillai, chiamai i testimoni e pesai l’argento sulla stadera.

[11]

Quindi presi l’atto di acquisto, la copia sigillata secondo le prescrizioni della legge e quella rimasta aperta.

[12]

Diedi l’atto di acquisto a Baruc, figlio di Neria, figlio di Macsia, sotto gli occhi di Canamèl, figlio di mio zio, e sotto gli occhi dei testimoni che avevano sottoscritto l’atto di acquisto e sotto gli occhi di tutti i Giudei che si trovavano nell’atrio della prigione.

[13]

Poi davanti a tutti diedi a Baruc quest’ordine:

[14]

“Così dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Prendi questi documenti, quest’atto di acquisto, la copia sigillata e quella aperta, e mettili in un vaso di terracotta, perché si conservino a lungo.

[15]

Poiché dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Ancora si compreranno case, campi e vigne in questo paese”.

[16]

Dopo aver consegnato l’atto di acquisto a Baruc, figlio di Neria, pregai il Signore:

[17]

“Ah, Signore Dio, con la tua grande potenza e la tua forza hai fatto il cielo e la terra; nulla ti è impossibile.

[18]

Tu usi bontà con mille generazioni e fai scontare l’iniquità dei padri in seno ai figli dopo di loro; tu sei un Dio grande e forte, il cui nome è Signore degli eserciti.

[19]

Grande nei pensieri e potente nelle opere sei tu, i cui occhi sono aperti su tutte le vie degli uomini, per dare a ciascuno secondo la sua condotta, secondo il frutto delle sue azioni.

[20]

Tu hai operato segni e miracoli nella terra d’Egitto e fino ad oggi in Israele e fra tutti gli uomini, e ti sei fatto un nome come appare oggi.

[21]

Tu hai fatto uscire dall’Egitto il tuo popolo Israele con segni e con miracoli, con mano forte e con braccio steso e incutendo grande spavento.

[22]

Hai dato loro questa terra, come avevi giurato ai loro padri di dare loro, terra in cui scorrono latte e miele.

[23]

Essi vennero e ne presero possesso, ma non ascoltarono la tua voce, non camminarono nella tua legge, non fecero quanto avevi comandato loro di fare; perciò tu hai mandato su loro tutte queste sciagure.

[24]

Ecco, le opere di assedio hanno raggiunto la città per occuparla; la città sarà data in mano ai Caldei che l’assediano con la spada, la fame e la peste. Ciò che tu avevi detto avviene; ecco, tu lo vedi.

[25]

E tu, Signore Dio, mi dici: Comprati il campo con denaro e chiama i testimoni, mentre la città viene messa in mano ai Caldei!”.

[26]

Allora mi fu rivolta questa parola del Signore:

[27]

“Ecco, io sono il Signore, Dio di ogni essere vivente; c’è forse qualcosa di impossibile per me?

[28]

Pertanto dice il Signore: Ecco, io darò questa città in mano ai Caldei e a Nabucodònosor, re di Babilonia, il quale la prenderà.

[29]

Vi entreranno i Caldei che combattono contro di essa, bruceranno questa città con il fuoco e la daranno alle fiamme, con le case sulle cui terrazze si offriva incenso a Baal e si facevano libagioni agli altri dèi per provocarmi.

[30]

I figli d’Israele e i figli di Giuda hanno fatto soltanto quello che è male ai miei occhi fin dalla loro giovinezza; i figli d’Israele hanno soltanto saputo offendermi con il lavoro delle loro mani. Oracolo del Signore.

[31]

Poiché causa della mia ira e del mio sdegno è stata questa città, da quando la edificarono fino ad oggi; io la farò scomparire dalla mia presenza,

[32]

a causa di tutto il male che i figli d’Israele e i figli di Giuda commisero per provocarmi, essi, i loro re, i loro capi, i loro sacerdoti e i loro profeti, gli uomini di Giuda e gli abitanti di Gerusalemme.

[33]

A me rivolsero le spalle, non la faccia; io li istruivo con continua premura, ma essi non mi ascoltarono né appresero la correzione.

[34]

Essi collocarono i loro idoli abominevoli nel tempio sul quale è invocato il mio nome, per contaminarlo;

[35]

costruirono le alture di Baal nella valle di Ben-Innòm, per far passare attraverso il fuoco i loro figli e le loro figlie in onore di Moloc, cosa che io non avevo mai comandato loro – anzi non avevo mai pensato di far praticare questo abominio –, e tutto questo per indurre Giuda a peccare”.

[36]

Perciò così dice il Signore, Dio d’Israele, riguardo a questa città che voi dite sarà data in mano al re di Babilonia per mezzo della spada, della fame e della peste:

[37]

“Ecco, li radunerò da tutti i paesi nei quali li ho dispersi nella mia ira, nel mio furore e nel mio grande sdegno; li farò tornare in questo luogo e li farò abitare tranquilli.

[38]

Essi saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio.

[39]

Darò loro un solo cuore e un solo modo di comportarsi, perché mi temano tutti i giorni, per il loro bene e per quello dei loro figli dopo di loro.

[40]

Concluderò con loro un’alleanza eterna e non cesserò più dal beneficarli; metterò nei loro cuori il mio timore, perché non si allontanino da me.

[41]

Proverò gioia nel beneficarli; li farò risiedere stabilmente in questo paese, e lo farò con tutto il cuore e con tutta l’anima.

[42]

Poiché così dice il Signore: Come ho mandato su questo popolo tutto questo grande male, così io manderò su di loro tutto il bene che ho loro promesso.

[43]

E compreranno campi in questa terra, di cui voi dite: È una desolazione, senza uomini e senza bestiame, abbandonata com’è in mano ai Caldei.

[44]

Essi si compreranno campi con denaro, stenderanno contratti e li sigilleranno e si chiameranno testimoni nella terra di Beniamino e nei dintorni di Gerusalemme, nelle città di Giuda e nelle città della montagna e nelle città della Sefela e nelle città del Negheb, perché cambierò la loro sorte”. Oracolo del Signore».

GEREMIA 33

[1]

La parola del Signore fu rivolta una seconda volta a Geremia, mentre egli era ancora chiuso nell’atrio della prigione: 2«Così dice il Signore, che ha fatto la terra e l’ha formata per renderla stabile, e il cui nome è Signore:

[3]

Invocami, e io ti risponderò e ti annuncerò cose grandi e impenetrabili, che non conosci.

[4]

Poiché dice il Signore, Dio d’Israele: Le case di questa città e i palazzi dei re di Giuda saranno demoliti dalle macchine di assedio e dalle armi

[5]

dei Caldei venuti a fare guerra, e saranno riempite dei cadaveri di quanti ho colpito nella mia ira e nel mio furore, poiché ho nascosto il volto a questa città per tutta la sua malvagità.

[6]

Ma ecco, io farò rimarginare la loro piaga, li curerò e li risanerò; procurerò loro abbondanza di pace e di sicurezza.

[7]

Cambierò la sorte di Giuda e la sorte d’Israele e li ristabilirò come al principio.

[8]

Li purificherò da tutti i crimini di cui si sono resi colpevoli contro di me e perdonerò tutte le iniquità commesse ribellandosi contro di me.

[9]

E questo sarà per me titolo di gioia, di lode e di gloria tra tutti i popoli della terra, quando udranno tutto il bene che io faccio loro, e si stupiranno e fremeranno per tutto il bene e per tutta la pace che concederò loro.

[10]

Così dice il Signore: Di questo luogo voi dite: “È desolato, senza uomini e senza bestiame”; ma si udranno ancora nelle città di Giuda e nelle strade di Gerusalemme, ora desolate, senza uomini, senza abitanti e senza bestiame,

[11]

il canto della gioia e dell’allegria, il canto dello sposo e il canto della sposa, e la voce di coloro che cantano: “Rendete grazie al Signore degli eserciti, perché il suo amore è per sempre”, e porteranno sacrifici di ringraziamento nel tempio del Signore. Sì, io ristabilirò la sorte di questo paese come era al principio, dice il Signore.

[12]

Così dice il Signore degli eserciti: In questo luogo desolato, senza uomini e senza bestiame, e in tutte le sue città, vi saranno ancora dei pascoli dove i pastori faranno riposare le greggi,

[13]

e nelle città della montagna e della Sefela, nelle città del Negheb e di Beniamino, nei dintorni di Gerusalemme e nelle città di Giuda passeranno ancora le pecore sotto la mano di chi le conta, dice il Signore.

[14]

Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d’Israele e alla casa di Giuda.

[15]

In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra.

[16]

In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia.

[17]

Infatti così dice il Signore: Non mancherà a Davide un discendente che sieda sul trono della casa d’Israele;

[18]

ai sacerdoti leviti non mancherà mai chi stia davanti a me per offrire olocausti, per bruciare l’incenso in offerta e compiere sacrifici tutti i giorni».

[19]

Fu rivolta poi a Geremia questa parola del Signore:

[20]

«Dice il Signore: Se voi potete infrangere la mia alleanza con il giorno e la mia alleanza con la notte, in modo che non vi siano più giorno e notte,

[21]

allora potrà essere infranta anche la mia alleanza con il mio servo Davide, in modo che non abbia più un figlio che regni sul suo trono, e quella con i leviti sacerdoti che mi servono.

[22]

Come non si può contare l’esercito del cielo né misurare la sabbia del mare, così io moltiplicherò la discendenza di Davide, mio servo, e i leviti che mi servono».

[23]

Fu rivolta a Geremia questa parola del Signore:

[24]

«Non hai osservato ciò che questo popolo va dicendo? Essi dicono: “Il Signore ha rigettato le due famiglie che si era scelte!”. Così disprezzano il mio popolo, quasi che non sia più una nazione ai loro occhi.

[25]

Dice il Signore: Se non sussistesse più la mia alleanza con il giorno e con la notte, se non avessi stabilito io le leggi del cielo e della terra,

[26]

in tal caso potrei rigettare la discendenza di Giacobbe e del mio servo Davide, così da non prendere più dai loro discendenti coloro che governeranno sulla discendenza di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Invece io cambierò la loro sorte e avrò pietà di loro».

GEREMIA 34

[1]

Parola che fu rivolta dal Signore a Geremia, quando Nabucodònosor, re di Babilonia, e tutto il suo esercito e tutti i regni della terra sotto il suo dominio e tutti i popoli combattevano contro Gerusalemme e tutte le sue città: 2«Così dice il Signore, Dio d’Israele: Va’ a parlare a Sedecìa, re di Giuda e digli: Così parla il Signore: Ecco, io consegno questa città in mano al re di Babilonia, che la darà alle fiamme.

[3]

Non scamperai dalla sua mano, ma sarai preso e consegnato in suo potere. I tuoi occhi fisseranno gli occhi del re di Babilonia, ti parlerà faccia a faccia e poi andrai a Babilonia.

[4]

Tuttavia ascolta, o Sedecìa, re di Giuda, la parola del Signore! Così dice il Signore a tuo riguardo: Non morirai di spada!

[5]

Morirai in pace e come si bruciarono aromi per i tuoi padri, gli antichi re di Giuda che furono prima di te, così si bruceranno anche per te e si farà il lamento dicendo: “Ahimè, Signore!”. Io l’ho detto». Oracolo del Signore.

[6]

Il profeta Geremia riferì a Sedecìa, re di Giuda, tutte queste parole a Gerusalemme.

[7]

Frattanto l’esercito del re di Babilonia muoveva guerra a Gerusalemme e a tutte le città di Giuda che ancora rimanevano, Lachis e Azekà, poiché fra le città di Giuda erano rimaste solo queste fortezze.

[8]

Questa parola fu rivolta a Geremia dal Signore, dopo che il re Sedecìa aveva concluso un patto con tutto il popolo che si trovava a Gerusalemme, per proclamare la libertà degli schiavi

[9]

e per rimandare liberi ognuno il suo schiavo ebreo e la sua schiava ebrea, così da non tenere più in schiavitù un fratello giudeo.

[10]

Tutti i capi e tutto il popolo, che avevano aderito al patto, acconsentirono a rimandare liberi ognuno il proprio schiavo e la propria schiava, così da non costringerli più alla schiavitù: acconsentirono dunque e li rimandarono effettivamente;

[11]

ma dopo mutarono parere e ripresero gli schiavi e le schiave che avevano rimandato liberi e li ridussero di nuovo in schiavitù.

[12]

Allora questa parola del Signore fu rivolta a Geremia:

[13]

«Così dice il Signore, Dio d’Israele: Io ho concluso un patto con i vostri padri quando li ho fatti uscire dalla terra d’Egitto, liberandoli da quella condizione servile. Ho detto loro:

[14]

“Alla fine di ogni sette anni ognuno lascerà andare il proprio fratello ebreo che si sarà venduto a te; ti servirà sei anni, poi lo lascerai andare via da te libero”. Ma i vostri padri non mi ascoltarono e non prestarono orecchio.

[15]

Voi oggi vi eravate ravveduti e avevate fatto ciò che è retto ai miei occhi, proclamando ciascuno la libertà del suo fratello; avevate concluso un patto davanti a me, nel tempio in cui è invocato il mio nome.

[16]

Ma poi avete mutato di nuovo parere, avete profanato il mio nome e avete ripreso gli schiavi e le schiave, che avevate rimandati liberi secondo il loro desiderio, e li avete costretti a essere ancora vostri schiavi e vostre schiave.

[17]

Perciò dice il Signore: Voi non mi avete ascoltato e non avete proclamato ognuno la libertà del suo fratello e del suo prossimo: ora, ecco, io affiderò la vostra liberazione – oracolo del Signore – alla spada, alla peste e alla fame e vi renderò un esempio terrificante per tutti i regni della terra.

[18]

Gli uomini che hanno trasgredito il mio patto, non attuando le clausole del patto stabilite in mia presenza, io li renderò come il vitello che tagliarono in due passando fra le sue metà.

[19]

I capi di Giuda, i capi di Gerusalemme, i cortigiani, i sacerdoti e tutto il popolo del paese, che passarono attraverso le due metà del vitello,

[20]

li darò in mano ai loro nemici e a quanti vogliono la loro vita; i loro cadaveri saranno pasto per gli uccelli del cielo e per le bestie della terra.

[21]

Darò Sedecìa, re di Giuda, e i suoi capi in mano ai loro nemici, a quanti vogliono la loro vita, e in mano all’esercito del re di Babilonia, che ora si è allontanato da voi.

[22]

Ecco, io darò un ordine – oracolo del Signore – e li farò tornare verso questa città, la assaliranno, la prenderanno e la daranno alle fiamme, e renderò le città di Giuda desolate, senza abitanti».

GEREMIA 35

[1]

Questa parola fu rivolta a Geremia dal Signore durante il regno di Ioiakìm, figlio di Giosia, re di Giuda: 2«Va’ dai Recabiti e parla loro, conducili in una delle stanze nel tempio del Signore e offri loro vino da bere».

[3]

Allora presi tutta la famiglia dei Recabiti, cioè Iaazania, figlio di Geremia, figlio di Cabassinia, i suoi fratelli e tutti i suoi figli.

[4]

Li condussi nel tempio del Signore, nella stanza dei figli di Canan, figlio di Igdalia, uomo di Dio, la quale si trova vicino alla stanza dei capi, sopra la stanza di Maasia, figlio di Sallum, custode della soglia.

[5]

Posi davanti ai membri della famiglia dei Recabiti boccali pieni di vino e delle coppe e dissi loro: «Bevete il vino!».

[6]

Essi risposero: «Noi non beviamo vino, perché Ionadàb, figlio di Recab, nostro antenato, ci diede quest’ordine: “Non berrete vino, né voi né i vostri figli, mai;

[7]

non costruirete case, non seminerete sementi, non pianterete vigne e non ne possederete, ma abiterete nelle tende tutti i vostri giorni, perché possiate vivere a lungo sulla terra dove vivete come forestieri”.

[8]

Noi abbiamo obbedito agli ordini di Ionadàb, figlio di Recab, nostro padre, in tutto ciò che ci ha comandato, e perciò noi, le nostre mogli, i nostri figli e le nostre figlie, non beviamo vino per tutta la nostra vita;

[9]

non costruiamo case da abitare né possediamo vigne o campi o sementi.

[10]

Noi abitiamo nelle tende, obbediamo e facciamo quanto ci ha comandato Ionadàb, nostro padre.

[11]

Quando Nabucodònosor, re di Babilonia, è venuto contro il paese, ci siamo detti: “Venite, entriamo in Gerusalemme per sfuggire all’esercito dei Caldei e all’esercito degli Aramei”. Così siamo venuti ad abitare a Gerusalemme».

[12]

Allora fu rivolta a Geremia questa parola del Signore:

[13]

«Così dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Va’ e riferisci agli uomini di Giuda e agli abitanti di Gerusalemme: Non accetterete la lezione, ascoltando le mie parole? Oracolo del Signore.

[14]

Sono state messe in pratica le parole di Ionadàb, figlio di Recab, il quale aveva comandato ai suoi figli di non bere vino, ed essi non lo hanno bevuto fino ad oggi, obbedendo al comando del loro padre. Io invece vi ho parlato con premura e insistenza, ma voi non mi avete ascoltato!

[15]

Vi ho inviato con assidua premura tutti i miei servi, i profeti, per dirvi: Abbandoni ciascuno la sua condotta perversa, migliorate le vostre azioni e non seguite e non servite altri dèi, per poter abitare nella terra che ho concesso a voi e ai vostri padri, ma voi non avete prestato orecchio e non mi avete dato retta.

[16]

E mentre i figli di Ionadàb, figlio di Recab, hanno eseguito il comando del loro padre, questo popolo non mi ha ascoltato.

[17]

Perciò dice il Signore, Dio degli eserciti, Dio d’Israele: Ecco, io farò venire su Giuda e su tutti gli abitanti di Gerusalemme tutto il male che ho annunciato contro di loro, perché ho parlato loro e non mi hanno ascoltato, li ho chiamati e non hanno risposto».

[18]

Geremia disse poi alla famiglia dei Recabiti: «Dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Poiché avete ascoltato il comando di Ionadàb, vostro padre, e avete osservato tutti i suoi decreti e avete fatto quanto vi aveva ordinato,

[19]

per questo dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Non verrà mai a mancare a Ionadàb, figlio di Recab, qualcuno che stia sempre alla mia presenza».

GEREMIA 36

[1]

Nel quarto anno di Ioiakìm, figlio di Giosia, re di Giuda, fu rivolta a Geremia da parte del Signore questa parola: 2«Prendi un rotolo e scrivici tutte le parole che ti ho detto riguardo a Gerusalemme, a Giuda e a tutte le nazioni, dal tempo di Giosia fino ad oggi.

[3]

Forse quelli della casa di Giuda, sentendo tutto il male che mi propongo di fare loro, abbandoneranno la propria condotta perversa e allora io perdonerò le loro iniquità e i loro peccati».

[4]

Geremia chiamò Baruc, figlio di Neria, e Baruc scrisse su un rotolo, sotto dettatura di Geremia, tutte le cose che il Signore aveva detto a quest’ultimo.

[5]

Quindi Geremia ordinò a Baruc: «Io sono impedito e non posso andare nel tempio del Signore.

[6]

Andrai dunque tu nel tempio del Signore in un giorno di digiuno a leggere nel rotolo, che hai scritto sotto la mia dettatura, le parole del Signore; le leggerai al popolo e a tutti quelli di Giuda che sono venuti dalle loro città.

[7]

Forse si umilieranno con suppliche dinanzi al Signore e ciascuno abbandonerà la sua condotta perversa, perché grande è l’ira e il furore che il Signore ha manifestato verso questo popolo».

[8]

Baruc, figlio di Neria, fece quanto gli aveva comandato il profeta Geremia, e lesse dal rotolo le parole del Signore nel tempio del Signore.

[9]

Nel quinto anno di Ioiakìm, figlio di Giosia, re di Giuda, nel nono mese, fu indetto un digiuno davanti al Signore per tutto il popolo di Gerusalemme e per tutto il popolo che era venuto dalle città di Giuda a Gerusalemme.

[10]

Baruc dunque lesse nel rotolo facendo udire a tutto il popolo le parole di Geremia, nel tempio del Signore, nella stanza di Ghemaria, figlio di Safan, lo scriba, nel cortile superiore, presso l’ingresso della porta Nuova del tempio del Signore.

[11]

Michea, figlio di Ghemaria, figlio di Safan, udite tutte le parole del Signore lette dal libro,

[12]

scese alla reggia nella stanza dello scriba; ed ecco, là si trovavano in seduta tutti i capi: Elisamà, lo scriba, e Delaià, figlio di Semaià, Elnatàn, figlio di Acbor, Ghemaria, figlio di Safan, e Sedecìa, figlio di Anania, insieme con tutti i capi.

[13]

Michea riferì loro tutte le parole che aveva udito quando Baruc leggeva nel rotolo al popolo in ascolto.

[14]

Allora tutti i capi inviarono Iudì, figlio di Netania, figlio di Selemia, figlio di Cusì, da Baruc per dirgli: «Prendi in mano il rotolo che leggevi al popolo e vieni». Baruc, figlio di Neria, prese il rotolo in mano e si recò da loro.

[15]

Ed essi gli dissero: «Siedi e leggi davanti a noi». Baruc lesse davanti a loro.

[16]

Quando udirono tutte quelle parole, si guardarono l’un l’altro pieni di paura e dissero a Baruc: «Dobbiamo riferire al re tutte queste parole».

[17]

Poi chiesero a Baruc: «Raccontaci come hai fatto a scrivere tutte queste parole».

[18]

Baruc rispose: «Geremia mi dettava personalmente tutte queste parole e io le scrivevo nel rotolo con l’inchiostro».

[19]

I capi dissero a Baruc: «Va’ e nasconditi insieme con Geremia; nessuno sappia dove siete».

[20]

Essi poi si recarono dal re nell’appartamento interno, dopo aver riposto il rotolo nella stanza di Elisamà, lo scriba, e riferirono al re tutte queste parole.

[21]

Allora il re mandò Iudì a prendere il rotolo. Iudì lo prese dalla stanza di Elisamà, lo scriba, e lo lesse davanti al re e a tutti i capi che stavano presso il re.

[22]

Il re sedeva nel palazzo d’inverno – si era al nono mese –, con un braciere acceso davanti.

[23]

Ora, quando Iudì aveva letto tre o quattro colonne, il re le lacerava con il temperino da scriba e le gettava nel fuoco sul braciere, finché l’intero rotolo non fu distrutto nel fuoco del braciere.

[24]

Il re e tutti i suoi ministri non tremarono né si strapparono le vesti all’udire tutte quelle parole.

[25]

Eppure Elnatàn, Delaià e Ghemaria avevano supplicato il re di non bruciare il rotolo, ma egli non diede loro ascolto.

[26]

Anzi, ordinò a Ieracmeèl, un figlio del re, a Seraià, figlio di Azrièl, e a Selemia, figlio di Abdeèl, di arrestare lo scriba Baruc e il profeta Geremia, ma il Signore li aveva nascosti.

[27]

Dopo che il re ebbe bruciato il rotolo con le parole che Baruc aveva scritto sotto dettatura di Geremia, la parola del Signore fu rivolta a Geremia:

[28]

«Prendi un altro rotolo e scrivici tutte le parole che erano nel primo rotolo bruciato da Ioiakìm, re di Giuda.

[29]

Contro Ioiakìm, re di Giuda, dirai: Dice il Signore: Tu hai bruciato quel rotolo, dicendo: “Perché hai scritto: verrà il re di Babilonia, devasterà questo paese e farà scomparire uomini e bestie?”.

[30]

Per questo dice il Signore contro Ioiakìm, re di Giuda: Non avrà un erede sul trono di Davide; il suo cadavere sarà esposto al caldo del giorno e al freddo della notte.

[31]

Io punirò lui, la sua discendenza e i suoi ministri per le loro iniquità e manderò su di loro, sugli abitanti di Gerusalemme e sugli uomini di Giuda, tutto il male che ho minacciato, senza che mi abbiano dato ascolto».

[32]

Geremia prese un altro rotolo e lo consegnò a Baruc, figlio di Neria, lo scriba, il quale vi scrisse, sotto dettatura di Geremia, tutte le parole del rotolo che Ioiakìm, re di Giuda, aveva bruciato nel fuoco; inoltre vi furono aggiunte molte parole simili a quelle.

GEREMIA 37

[1]

Sedecìa, figlio di Giosia, divenne re al posto di Conìa, figlio di Ioiakìm; Nabucodònosor, re di Babilonia, lo nominò re nella terra di Giuda.

[2]

Ma né lui né i suoi ministri né il popolo del paese ascoltarono le parole che il Signore aveva pronunciato per mezzo del profeta Geremia.

[3]

Il re Sedecìa inviò allora Iucal, figlio di Selemia, e il sacerdote Sofonia, figlio di Maasia, dal profeta Geremia per dirgli: «Prega per noi il Signore, nostro Dio».

[4]

Geremia intanto andava e veniva in mezzo al popolo e non era stato ancora messo in prigione.

[5]

Inoltre l’esercito del faraone si era mosso dall’Egitto e i Caldei, che assediavano Gerusalemme, appena ne avevano avuto notizia, si erano allontanati da Gerusalemme.

[6]

Allora la parola del Signore fu rivolta al profeta Geremia: 7«Così dice il Signore, Dio d’Israele: Riferite al re di Giuda, che vi ha mandati a consultarmi: Ecco, l’esercito del faraone, uscito in vostro aiuto, ritornerà nel suo paese, l’Egitto;

[8]

i Caldei ritorneranno, combatteranno contro questa città, la prenderanno e la daranno alle fiamme.

[9]

Così dice il Signore: Non illudetevi pensando che i Caldei se ne vadano, perché non se ne andranno.

[10]

Anche se riusciste a battere tutto l’esercito dei Caldei che combattono contro di voi, e rimanessero solo alcuni feriti, costoro sorgerebbero ciascuno dalla propria tenda e darebbero alle fiamme questa città».

[11]

Mentre l’esercito dei Caldei era lontano da Gerusalemme per l’avanzata dell’esercito del faraone,

[12]

Geremia uscì da Gerusalemme per andare nella terra di Beniamino a prendervi una parte di eredità tra i suoi parenti.

[13]

Ma alla porta di Beniamino si imbatté in un incaricato del servizio di guardia chiamato Ieria, figlio di Selemia, figlio di Anania; costui arrestò il profeta Geremia dicendo: «Tu passi ai Caldei!».

[14]

Geremia rispose: «È falso! Io non passo ai Caldei». Ma quegli non gli diede retta. E così Ieria arrestò Geremia e lo condusse dai capi.

[15]

I capi erano sdegnati contro Geremia, lo percossero e lo gettarono in prigione nella casa di Giònata, lo scriba, che avevano trasformato in un carcere.

[16]

Geremia entrò in una cisterna sotterranea a volta e rimase là molti giorni.

[17]

Il re Sedecìa mandò a prenderlo e lo interrogò in casa sua, di nascosto: «C’è qualche parola da parte del Signore?». Geremia rispose: «Sì» e precisò: «Tu sarai dato in mano al re di Babilonia».

[18]

Geremia poi disse al re Sedecìa: «Quale colpa ho commesso contro di te, contro i tuoi ministri e contro questo popolo, perché mi abbiate messo in prigione?

[19]

E dove sono i vostri profeti che vi predicevano: “Il re di Babilonia non verrà contro di voi e contro questo paese”?

[20]

Ora ascolta, o re, mio signore: la mia supplica ti giunga gradita. Non rimandarmi nella casa di Giònata, lo scriba, perché io non vi muoia».

[21]

Il re Sedecìa comandò di custodire Geremia nell’atrio della prigione e gli fu data ogni giorno una focaccia di pane, proveniente dalla via dei fornai, finché non fu esaurito tutto il pane in città. Così Geremia rimase nell’atrio della prigione.

GEREMIA 38

[1]

Sefatia, figlio di Mattàn, Godolia, figlio di Pascur, Iucal, figlio di Selemia, e Pascur, figlio di Malchia, udirono le parole che Geremia rivolgeva a tutto il popolo: 2«Così dice il Signore: Chi rimane in questa città morirà di spada, di fame e di peste; chi si consegnerà ai Caldei vivrà e gli sarà lasciata la vita come bottino e vivrà.

[3]

Così dice il Signore: Certo questa città sarà data in mano all’esercito del re di Babilonia, che la prenderà».

[4]

I capi allora dissero al re: «Si metta a morte quest’uomo, appunto perché egli scoraggia i guerrieri che sono rimasti in questa città e scoraggia tutto il popolo dicendo loro simili parole, poiché quest’uomo non cerca il benessere del popolo, ma il male».

[5]

Il re Sedecìa rispose: «Ecco, egli è nelle vostre mani; il re infatti non ha poteri contro di voi».

[6]

Essi allora presero Geremia e lo gettarono nella cisterna di Malchia, un figlio del re, la quale si trovava nell’atrio della prigione. Calarono Geremia con corde. Nella cisterna non c’era acqua ma fango, e così Geremia affondò nel fango.

[7]

Ebed-Mèlec, l’Etiope, un eunuco che era nella reggia, sentì che Geremia era stato messo nella cisterna. Ora, mentre il re stava alla porta di Beniamino,

[8]

Ebed-Mèlec uscì dalla reggia e disse al re: 9«O re, mio signore, quegli uomini hanno agito male facendo quanto hanno fatto al profeta Geremia, gettandolo nella cisterna. Egli morirà di fame là dentro, perché non c’è più pane nella città».

[10]

Allora il re diede quest’ordine a Ebed-Mèlec, l’Etiope: «Prendi con te tre uomini di qui e tira su il profeta Geremia dalla cisterna prima che muoia».

[11]

Ebed-Mèlec prese con sé gli uomini, andò nella reggia, nel guardaroba del magazzino e, presi di là pezzi di vestiti logori, li gettò a Geremia nella cisterna con delle corde.

[12]

Ebed-Mèlec, l’Etiope, disse a Geremia: «Su, mettiti questi pezzi di vestiti logori sotto le ascelle e poi, sotto, metti le corde». Geremia fece così.

[13]

Allora lo tirarono su con le corde, facendolo uscire dalla cisterna, e Geremia rimase nell’atrio della prigione.

[14]

Il re Sedecìa mandò a prendere il profeta Geremia e, fattolo venire presso di sé al terzo ingresso del tempio del Signore, il re gli disse: «Ti domando una cosa, non nascondermi nulla!».

[15]

Geremia rispose a Sedecìa: «Se te la dico, non mi farai forse morire? E se ti do un consiglio, non mi darai ascolto».

[16]

Allora il re Sedecìa giurò in segreto a Geremia: «Com’è vero che vive il Signore che ci ha dato questa vita, non ti farò morire né ti consegnerò in mano di quegli uomini che vogliono la tua vita!».

[17]

Geremia allora disse a Sedecìa: «Dice il Signore, Dio degli eserciti, Dio d’Israele: Se ti arrenderai ai generali del re di Babilonia, allora avrai salva la vita e questa città non sarà data alle fiamme; tu e la tua famiglia vivrete.

[18]

Se invece non ti arrenderai ai generali del re di Babilonia, allora questa città sarà messa in mano ai Caldei, i quali la daranno alle fiamme e tu non scamperai dalle loro mani».

[19]

Il re Sedecìa rispose a Geremia: «Ho paura dei Giudei che sono passati ai Caldei; temo di essere consegnato nelle loro mani e che essi mi maltrattino».

[20]

Ma Geremia disse: «Non ti consegneranno a loro. Ascolta la voce del Signore riguardo a ciò che ti dico, e ti andrà bene e vivrai.

[21]

Se, invece, rifiuti di arrenderti, questo il Signore mi ha mostrato:

[22]

Ecco, tutte le donne rimaste nella reggia di Giuda saranno condotte ai generali del re di Babilonia e diranno: “Ti hanno ingannato e hanno prevalso gli uomini di tua fiducia. I tuoi piedi si sono affondati nella melma, mentre essi sono spariti”.

[23]

Tutte le donne e tutti i tuoi figli saranno condotti ai Caldei e tu non sfuggirai alle loro mani, ma sarai tenuto prigioniero in mano del re di Babilonia e questa città sarà data alle fiamme».

[24]

Sedecìa disse a Geremia: «Nessuno sappia di questi discorsi, altrimenti morirai.

[25]

Se i dignitari sentiranno che ho parlato con te e verranno da te e ti domanderanno: “Raccontaci quanto hai detto al re, non nasconderci nulla, altrimenti ti uccideremo e raccontaci che cosa ti ha detto il re”,

[26]

tu risponderai loro: “Ho presentato la supplica al re perché non mi mandi di nuovo nella casa di Giònata a morirvi”».

[27]

Ora tutti i dignitari vennero da Geremia e lo interrogarono; egli rispose proprio come il re gli aveva ordinato, e perciò lo lasciarono tranquillo, poiché non era trapelato nulla della conversazione.

[28]

Geremia rimase nell’atrio della prigione fino al giorno in cui fu presa Gerusalemme.

GEREMIA 39

[1]

Nel decimo mese del nono anno di Sedecìa, re di Giuda, Nabucodònosor, re di Babilonia, con tutto il suo esercito arrivò a Gerusalemme e l’assediò.

[2]

Nel quarto mese dell’anno undicesimo di Sedecìa, il nove del mese, fu aperta una breccia nella città,

[3]

entrarono tutti i generali del re di Babilonia e si stabilirono alla porta di mezzo: Nergal-Sarèser di Sin-Maghìr, Nebosar-Sechìm, capo dei funzionari, Nergal-Sarèser, comandante delle truppe di frontiera, e tutti gli altri capi del re di Babilonia.

[4]

Appena videro ciò, Sedecìa, re di Giuda, e tutti i suoi guerrieri fuggirono, uscendo di notte per la via del giardino del re, attraverso la porta fra le due mura, e presero la via dell’Araba.

[5]

Ma i soldati dei Caldei li inseguirono e raggiunsero Sedecìa nelle steppe di Gerico, lo presero e lo condussero a Ribla, nel paese di Camat, presso Nabucodònosor, re di Babilonia, che pronunciò la sentenza su di lui.

[6]

Il re di Babilonia fece ammazzare i figli di Sedecìa a Ribla, sotto i suoi occhi; il re di Babilonia fece ammazzare anche tutti i notabili di Giuda.

[7]

Cavò poi gli occhi a Sedecìa e lo fece mettere in catene per condurlo a Babilonia.

[8]

I Caldei diedero alle fiamme la reggia e le case del popolo e demolirono le mura di Gerusalemme.

[9]

Nabuzaradàn, capo delle guardie, deportò a Babilonia il resto del popolo rimasto in città e i disertori che erano passati a lui.

[10]

Nabuzaradàn, capo delle guardie, lasciò nel paese di Giuda i poveri del popolo, che non avevano nulla, assegnando loro vigne e campi in tale occasione.

[11]

Quanto a Geremia, Nabucodònosor, re di Babilonia, aveva dato queste disposizioni a Nabuzaradàn, capo delle guardie:

[12]

«Prendilo e tieni gli occhi su di lui, non fargli alcun male, ma trattalo come egli ti dirà».

[13]

Essi allora – cioè Nabuzaradàn, capo delle guardie, Nabusazbàn, capo dei funzionari, Nergal-Sarèser, comandante delle truppe di frontiera, e tutti gli alti ufficiali del re di Babilonia –

[14]

mandarono a prendere Geremia dall’atrio della prigione e lo consegnarono a Godolia, figlio di Achikàm, figlio di Safan, perché lo conducesse a casa. Così egli rimase in mezzo al popolo.

[15]

A Geremia era stata rivolta questa parola del Signore, quando era ancora rinchiuso nell’atrio della prigione:

[16]

«Va’ a dire a Ebed-Mèlec, l’Etiope: Così dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Ecco, io pongo in atto le mie parole contro questa città, a sua rovina e non a suo bene; in quel giorno esse si avvereranno sotto i tuoi occhi.

[17]

Ma io ti libererò in quel giorno – oracolo del Signore – e non sarai consegnato in mano agli uomini che tu temi.

[18]

Poiché, certo, io ti salverò; non cadrai di spada, ma ti sarà conservata la vita come tuo bottino, perché hai avuto fiducia in me». Oracolo del Signore.

GEREMIA 40

[1]

Questa parola fu rivolta a Geremia dal Signore, dopo che Nabuzaradàn, capo delle guardie, lo aveva rimandato libero da Rama, avendolo preso mentre era legato con catene in mezzo a tutti i deportati di Gerusalemme e di Giuda, che venivano condotti in esilio a Babilonia.

[2]

Il capo delle guardie prese Geremia e gli disse: «Il Signore, tuo Dio, ha predetto questa sventura per questo luogo.

[3]

Il Signore l’ha mandata, compiendo quanto aveva minacciato, perché voi avete peccato contro il Signore e non avete ascoltato la sua voce; perciò vi è capitata una cosa simile.

[4]

Ora ecco, oggi ti sciolgo queste catene dalle mani. Se vuoi venire con me a Babilonia, vieni: io veglierò su di te. Se invece preferisci non venire con me a Babilonia, rimani. Vedi, tutto il paese sta davanti a te: va’ pure dove ti pare opportuno.

[5]

Torna pure presso Godolia, figlio di Achikàm, figlio di Safan, che il re di Babilonia ha messo a capo delle città di Giuda. Rimani con lui in mezzo al popolo oppure va’ dove ti pare opportuno». Il capo delle guardie gli diede provviste di cibo e un regalo e lo licenziò.

[6]

Allora Geremia andò a Mispa da Godolia, figlio di Achikàm, e si stabilì con lui tra il popolo che era rimasto nel paese.

[7]

Tutti i capi delle bande armate, che si erano dispersi per la regione con i loro uomini, vennero a sapere che il re di Babilonia aveva messo a capo del paese Godolia, figlio di Achikàm, e gli aveva affidato gli uomini, le donne, i bambini e i poveri del paese che non erano stati deportati a Babilonia.

[8]

Si recarono allora da Godolia, a Mispa, Ismaele, figlio di Netania, Giovanni e Giònata, figli di Karèach, Seraià, figlio di Tancùmet, i figli di Efài, il Netofatita, e Iezania, figlio del Maacatita, con i loro uomini.

[9]

Godolia, figlio di Achikàm, figlio di Safan, giurò a loro e ai loro uomini: «Non temete gli ufficiali dei Caldei; rimanete nella terra e servite il re di Babilonia e vi troverete bene.

[10]

Quanto a me, ecco, io mi stabilisco a Mispa come vostro rappresentante di fronte ai Caldei che verranno da noi; ma voi fate pure la raccolta del vino, della frutta e dell’olio, riponete tutto nei vostri magazzini e dimorate nelle città da voi occupate».

[11]

Anche tutti i Giudei che si trovavano in Moab, tra gli Ammoniti, in Edom e in tutte le altre regioni, seppero che il re di Babilonia aveva lasciato un resto di Giuda e vi aveva messo a capo Godolia, figlio di Achikàm, figlio di Safan.

[12]

Tutti questi Giudei ritornarono da tutti i luoghi nei quali si erano dispersi e vennero nel paese di Giuda presso Godolia a Mispa. Raccolsero vino e frutta in grande abbondanza.

[13]

Ora Giovanni, figlio di Karèach, e tutti i capi delle bande armate che si erano dispersi per la regione, si recarono da Godolia a Mispa

[14]

e gli dissero: «Non sai che Baalìs, re degli Ammoniti ha mandato Ismaele, figlio di Netania, per toglierti la vita?». Ma Godolia, figlio di Achikàm, non credette loro.

[15]

Allora Giovanni, figlio di Karèach, disse segretamente a Godolia, a Mispa: «Io andrò a colpire Ismaele, figlio di Netania, senza che nessuno lo sappia. Perché egli dovrebbe toglierti la vita? Si disperderebbero allora tutti i Giudei che si sono raccolti intorno a te e perirebbe il resto di Giuda!».

[16]

Ma Godolia, figlio di Achikàm, rispose a Giovanni, figlio di Karèach: «Non commettere una cosa simile, perché è una menzogna quanto tu dici di Ismaele».

GEREMIA 41

[1]

Ora, nel settimo mese, Ismaele, figlio di Netania, figlio di Elisamà, di stirpe regale, si recò con dieci uomini da Godolia, figlio di Achikàm, a Mispa, e mentre là a Mispa prendevano cibo insieme,

[2]

Ismaele, figlio di Netania, si alzò con i suoi dieci uomini e colpì di spada Godolia, figlio di Achikàm, figlio di Safan. Così uccisero colui che il re di Babilonia aveva messo a capo del paese.

[3]

Ismaele uccise anche tutti i Giudei che erano con Godolia a Mispa e i Caldei, tutti uomini d’arme, che si trovavano là.

[4]

Due giorni dopo l’uccisione di Godolia, quando nessuno sapeva della cosa,

[5]

giunsero uomini da Sichem, da Silo e da Samaria: ottanta uomini con la barba rasa, le vesti stracciate e con incisioni sul corpo. Essi avevano nelle mani offerte e incenso da portare nel tempio del Signore.

[6]

Ismaele, figlio di Netania, uscì loro incontro da Mispa, mentre essi venivano avanti piangendo. Quando li ebbe raggiunti, disse loro: «Venite da Godolia, figlio di Achikàm».

[7]

Ma quando giunsero nel centro della città, Ismaele, figlio di Netania, con i suoi uomini li sgozzò e li gettò in una cisterna.

[8]

Fra quelli si trovavano dieci uomini, che dissero a Ismaele: «Non ucciderci, perché abbiamo nascosto provviste nei campi: grano, orzo, olio e miele». Allora egli si trattenne e non li uccise insieme con i loro fratelli.

[9]

La cisterna in cui Ismaele gettò tutti i cadaveri degli uomini che aveva ucciso era la cisterna grande, quella che il re Asa aveva costruito quando era in guerra contro Baasà, re d’Israele; Ismaele, figlio di Netania, la riempì dei cadaveri.

[10]

Poi Ismaele fece prigioniero il resto del popolo che si trovava a Mispa, le figlie del re e tutto il popolo rimasto a Mispa, su cui Nabuzaradàn, capo delle guardie, aveva messo a capo Godolia, figlio di Achikàm. Ismaele, figlio di Netania, li condusse via e partì per rifugiarsi presso gli Ammoniti.

[11]

Intanto Giovanni, figlio di Karèach, e tutti i capi delle bande armate che erano con lui ebbero notizia di tutto il male compiuto da Ismaele, figlio di Netania.

[12]

Raccolsero i loro uomini e si mossero per andare ad assalire Ismaele, figlio di Netania. Essi lo trovarono presso la grande piscina di Gàbaon.

[13]

Appena tutto il popolo che era con Ismaele vide Giovanni, figlio di Karèach, e tutti i capi delle bande armate che erano con lui, se ne rallegrò.

[14]

Tutto il popolo che Ismaele aveva condotto via da Mispa si voltò e, ritornato indietro, raggiunse Giovanni, figlio di Karèach.

[15]

Ma Ismaele, figlio di Netania, sfuggì con otto uomini a Giovanni e andò presso gli Ammoniti.

[16]

Giovanni, figlio di Karèach, e tutti i capi delle bande armate che erano con lui presero tutto il resto del popolo che Ismaele, figlio di Netania, aveva condotto via da Mispa dopo aver ucciso Godolia, figlio di Achikàm, uomini d’arme, donne, fanciulli e cortigiani, e li condussero via da Gàbaon.

[17]

Essi partirono e sostarono a Gherut-Chimàm, che si trova vicino a Betlemme, per proseguire ed entrare in Egitto,

[18]

lontano dai Caldei. Avevano infatti paura di loro, poiché Ismaele, figlio di Netania, aveva ucciso Godolia, figlio di Achikàm, che il re di Babilonia aveva messo a capo del paese.

GEREMIA 42

[1]

Tutti i capi delle bande armate e Giovanni, figlio di Karèach, e Azaria, figlio di Osaià, e tutto il popolo, piccoli e grandi, si presentarono

[2]

al profeta Geremia e gli dissero: «Ti sia gradita la nostra supplica! Prega per noi il Signore, tuo Dio, in favore di tutto questo resto, perché noi siamo rimasti in pochi dopo essere stati molti, come vedi con i tuoi occhi.

[3]

Il Signore, tuo Dio, ci indichi la via per la quale dobbiamo andare e che cosa dobbiamo fare».

[4]

Il profeta Geremia rispose loro: «Comprendo! Ecco, pregherò il Signore, vostro Dio, secondo le vostre parole e vi riferirò quanto il Signore mi risponderà per voi; non vi nasconderò nulla».

[5]

Essi allora dissero a Geremia: «Il Signore sia contro di noi testimone verace e fedele, se non faremo quanto il Signore, tuo Dio, ti dirà che dobbiamo fare.

[6]

Che ci sia gradita o no, noi ascolteremo la voce del Signore, nostro Dio, al quale ti mandiamo, obbediremo alla voce del Signore, nostro Dio, perché ce ne venga del bene».

[7]

Al termine di dieci giorni, la parola del Signore fu rivolta a Geremia.

[8]

Questi chiamò Giovanni, figlio di Karèach, e tutti i capi delle bande armate che erano con lui e tutto il popolo, piccoli e grandi,

[9]

e riferì loro: «Così dice il Signore, Dio d’Israele, al quale mi avete inviato perché gli presentassi la vostra supplica:

[10]

Se continuate ad abitare in questa regione, vi edificherò e non vi abbatterò, vi pianterò e non vi sradicherò, perché mi pento del male che vi ho arrecato.

[11]

Non temete il re di Babilonia, che vi incute timore; non temetelo – oracolo del Signore –, perché io sarò con voi per salvarvi e per liberarvi dalla sua mano.

[12]

Io gli ispirerò sentimenti di pietà per voi, così egli avrà compassione di voi e vi lascerà dimorare nella vostra terra.

[13]

Se invece, non dando retta alla voce del Signore, vostro Dio, voi direte: “Non vogliamo abitare in questo paese”,

[14]

e direte: “No, vogliamo andare nel paese d’Egitto, perché là non vedremo guerre e non udremo il suono del corno né soffriremo carestia di pane: là abiteremo”,

[15]

in questo caso ascoltate la parola del Signore, o resto di Giuda: Così dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Se voi decidete veramente di andare in Egitto e vi andate per dimorarvi,

[16]

ebbene, la spada che temete vi raggiungerà laggiù nella terra d’Egitto, e la fame che temete vi si attaccherà addosso laggiù in Egitto e là morirete.

[17]

Allora tutti gli uomini che avranno deciso di recarsi in Egitto per dimorarvi moriranno di spada, di fame e di peste. Nessuno di loro scamperà o sfuggirà alla sventura che io manderò su di loro.

[18]

Poiché così dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Come si è riversato il mio furore e la mia ira contro gli abitanti di Gerusalemme, così la mia ira si riverserà contro di voi quando sarete andati in Egitto. Voi sarete oggetto di maledizione, di orrore, di esecrazione e di obbrobrio e non vedrete mai più questo luogo».

[19]

Questo vi dice il Signore, o superstiti di Giuda: «Non andate in Egitto. Sappiate bene che oggi io vi ho solennemente avvertiti,

[20]

poiché avete messo a rischio le vostre vite, quando mi avete mandato dal Signore, vostro Dio, dicendomi: “Intercedi per noi presso il Signore, nostro Dio, riferiscici ciò che il Signore, nostro Dio, dirà e noi lo eseguiremo”.

[21]

Oggi ve l’ho riferito, ma voi non ascoltate la voce del Signore, vostro Dio, riguardo a tutto ciò per cui mi ha inviato a voi.

[22]

Perciò sappiate bene che morirete di spada, di fame e di peste nel luogo in cui volete andare a dimorare».

GEREMIA 43

[1]

Quando Geremia finì di riferire a tutto il popolo tutte le parole del Signore, loro Dio – tutte quelle parole per cui il Signore lo aveva inviato a loro –,

[2]

Azaria, figlio di Osaià, e Giovanni, figlio di Karèach, e tutti quegli uomini superbi e ribelli dissero a Geremia: «Una menzogna stai dicendo! Non ti ha inviato il Signore, nostro Dio, a dirci: “Non andate in Egitto per dimorarvi”;

[3]

ma Baruc, figlio di Neria, ti istiga contro di noi per consegnarci nelle mani dei Caldei, perché ci uccidano e ci deportino a Babilonia».

[4]

Pertanto Giovanni, figlio di Karèach, e tutti i capi delle bande armate e tutto il popolo non obbedirono all’invito del Signore di rimanere nel paese di Giuda.

[5]

Così Giovanni, figlio di Karèach, e tutti i capi delle bande armate raccolsero tutti i superstiti di Giuda, che erano ritornati per abitare nella terra di Giuda da tutte le regioni in mezzo alle quali erano stati dispersi,

[6]

uomini, donne, bambini, le figlie del re e tutte le persone che Nabuzaradàn, capo delle guardie, aveva lasciato con Godolia, figlio di Achikàm, figlio di Safan, insieme con il profeta Geremia e con Baruc, figlio di Neria,

[7]

e andarono nella terra d’Egitto, non avendo dato ascolto alla voce del Signore, e giunsero fino a Tafni.

[8]

Allora la parola del Signore fu rivolta a Geremia a Tafni: 9«Prendi in mano grandi pietre e sotterrale nel fango nel terreno argilloso all’ingresso della casa del faraone a Tafni, sotto gli occhi dei Giudei.

[10]

Quindi dirai loro: Dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Ecco, io manderò a prendere Nabucodònosor, re di Babilonia, mio servo; egli porrà il trono su queste pietre che hai sotterrato e stenderà il baldacchino sopra di esse.

[11]

Verrà infatti e colpirà la terra d’Egitto, mandando a morte chi è destinato alla morte, alla schiavitù chi è destinato alla schiavitù e uccidendo di spada chi è destinato alla spada.

[12]

Darà alle fiamme i templi degli dèi d’Egitto, li brucerà e porterà gli dèi in esilio, spidocchierà la terra d’Egitto come un pastore pulisce dai pidocchi il mantello, poi se ne andrà indisturbato.

[13]

Frantumerà gli obelischi del tempio del Sole nella terra d’Egitto e darà alle fiamme i templi degli dèi d’Egitto».

GEREMIA 44

[1]

Questa parola fu rivolta a Geremia per tutti i Giudei che abitavano nel paese d’Egitto, a Migdol, a Tafni, a Menfi e nella regione di Patros. 2«Così dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Voi avete visto tutte le sventure che ho mandato su Gerusalemme e su tutte le città di Giuda; eccole oggi una desolazione, senza abitanti,

[3]

a causa delle iniquità che commisero per provocarmi, andando a offrire incenso e a venerare altri dèi, che né loro conoscevano né voi né i vostri padri conoscevate.

[4]

Vi ho inviato con assidua premura tutti i miei servi, i profeti, per dirvi: “Non fate questa cosa abominevole che io ho in odio!”.

[5]

Ma essi non mi ascoltarono, non prestarono orecchio e non abbandonarono la loro iniquità cessando dall’offrire incenso ad altri dèi.

[6]

Perciò la mia ira e il mio furore si riversarono e divamparono come fuoco nelle città di Giuda e nelle strade di Gerusalemme, ed esse divennero un deserto e una desolazione, come sono ancora oggi.

[7]

Dice dunque il Signore, Dio degli eserciti, Dio d’Israele: Perché voi fate un male così grave contro voi stessi, tanto da farvi sterminare di mezzo a Giuda, uomini e donne, bambini e lattanti, in modo che non rimanga di voi neppure un resto?

[8]

Perché mi provocate con l’opera delle vostre mani, offrendo incenso a divinità straniere nella terra d’Egitto, dove siete venuti a dimorare, in modo da farvi sterminare e da divenire oggetto di esecrazione e di obbrobrio tra tutte le nazioni della terra?

[9]

Avete forse dimenticato le iniquità dei vostri padri, le iniquità dei re di Giuda, le iniquità dei vostri capi, le vostre iniquità e quelle delle vostre donne, compiute nella terra di Giuda e per le strade di Gerusalemme?

[10]

Fino ad oggi essi non ne hanno sentito rimorso, non hanno provato timore e non hanno camminato secondo la legge e i decreti che io ho posto davanti a voi e ai vostri padri.

[11]

Perciò dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Ecco, io rivolgo la faccia contro di voi a vostra sventura e per distruggere tutto Giuda.

[12]

Prenderò il resto di Giuda, che ha deciso di andare a dimorare nella terra d’Egitto; essi periranno tutti nella terra d’Egitto, cadranno di spada e periranno di fame, piccoli e grandi, moriranno di spada e di fame e saranno oggetto di maledizione e di orrore, di esecrazione e di obbrobrio.

[13]

Punirò coloro che dimorano nella terra d’Egitto, come ho punito Gerusalemme con la spada, la fame e la peste.

[14]

Nessuno scamperà né sfuggirà fra il resto di Giuda che è venuto a dimorare qui nella terra d’Egitto con la speranza di tornare nella terra di Giuda, dove essi desiderano ritornare ad abitare; essi non vi ritorneranno mai, eccettuati pochi fuggiaschi».

[15]

Allora tutti gli uomini che sapevano che le loro donne avevano bruciato incenso a divinità straniere, e tutte le donne che erano presenti, una grande folla, e tutto il popolo che dimorava nel paese d’Egitto e a Patros, risposero a Geremia:

[16]

«Quanto all’ordine che ci hai comunicato in nome del Signore, noi non ti vogliamo dare ascolto;

[17]

anzi decisamente eseguiremo tutto ciò che abbiamo promesso, cioè bruceremo incenso alla regina del cielo e le offriremo libagioni come abbiamo già fatto noi, i nostri padri, i nostri re e i nostri capi nelle città di Giuda e per le strade di Gerusalemme. Allora avevamo pane in abbondanza, eravamo felici e non vedemmo alcuna sventura;

[18]

ma, da quando abbiamo cessato di bruciare incenso alla regina del cielo e di offrirle libagioni, abbiamo sofferto carestia di tutto e siamo stati sterminati dalla spada e dalla fame».

[19]

E le donne aggiunsero: «Quando noi donne bruciamo incenso alla regina del cielo e le offriamo libagioni, forse che prepariamo per lei focacce con la sua immagine e le offriamo libagioni senza il consenso dei nostri mariti?».

[20]

Geremia disse a tutto il popolo, agli uomini e alle donne e a tutta la gente che gli avevano risposto in quel modo:

[21]

«Forse che il Signore non si ricorda e non ha più in mente l’incenso che voi bruciavate nelle città di Giuda e per le strade di Gerusalemme, voi e i vostri padri, i vostri re e i vostri capi e il popolo del paese?

[22]

Il Signore non ha più potuto sopportare la malvagità delle vostre azioni né le cose abominevoli che avete commesso. Per questo la vostra terra è divenuta un deserto, oggetto di orrore e di esecrazione, senza abitanti, come oggi si vede.

[23]

Per il fatto che voi avete bruciato incenso e avete peccato contro il Signore, non avete ascoltato la voce del Signore e non avete camminato secondo la sua legge, i suoi decreti e i suoi statuti, per questo vi è capitata questa sventura, come oggi si vede».

[24]

Geremia disse a tutto il popolo e a tutte le donne: «Ascoltate la parola del Signore, voi tutti di Giuda che siete nella terra d’Egitto.

[25]

Dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Voi donne lo avete affermato con la bocca e compiuto con le vostre mani, affermando: “Noi adempiremo tutti i voti che abbiamo fatto di offrire incenso alla regina del cielo e di offrirle libagioni”! Adempite pure i vostri voti e fate pure le vostre libagioni.

[26]

Tuttavia ascoltate la parola del Signore, voi tutti di Giuda che abitate nella terra d’Egitto. Ecco, io giuro per il mio nome grande, dice il Signore. Mai più il mio nome sarà pronunciato in tutta la terra d’Egitto dalla bocca di un uomo di Giuda che possa dire: “Per la vita del Signore Dio!”.

[27]

Ecco, veglierò su di loro per la loro disgrazia e non per il loro bene. Tutti gli uomini di Giuda che si trovano nella terra d’Egitto periranno di spada e di fame, fino al loro sterminio.

[28]

Gli scampati dalla spada torneranno dalla terra d’Egitto nella terra di Giuda molto scarsi di numero. Tutto il resto di Giuda, che è andato a dimorare nella terra d’Egitto, saprà quale parola si avvererà, se la mia o la loro.

[29]

Sarà per voi il segno – oracolo del Signore – che io vi punirò in questo luogo, perché sappiate che le mie parole si avverano sul serio contro di voi, per vostra disgrazia.

[30]

Così dice il Signore: Ecco, io metterò il faraone Cofra, re d’Egitto, in mano ai suoi nemici e a coloro che vogliono la sua vita, come ho messo Sedecìa, re di Giuda, in mano a Nabucodònosor, re di Babilonia, suo nemico, che attentava alla sua vita».

GEREMIA 45

[1]

Questa è la parola che il profeta Geremia comunicò a Baruc, figlio di Neria, quando egli scriveva queste parole in un libro sotto la dettatura di Geremia nel quarto anno di Ioiakìm, figlio di Giosia, re di Giuda: 2«Dice il Signore, Dio d’Israele, su di te, Baruc:

[3]

Tu hai detto: “Guai a me, poiché il Signore aggiunge tristezza al mio dolore. Io sono stanco dei miei gemiti e non trovo pace”.

[4]

Dice il Signore: Ecco io abbatto ciò che ho edificato e sradico ciò che ho piantato; così per tutta la terra.

[5]

E tu vai cercando grandi cose per te? Non cercarle, poiché io manderò la sventura su ogni uomo. Oracolo del Signore. A te farò dono della tua vita come bottino, in tutti i luoghi dove tu andrai».

GEREMIA 46

[1]

Parola del Signore che fu rivolta al profeta Geremia sulle nazioni.

[2]

Sull’Egitto. Contro l’esercito del faraone Necao, re d’Egitto, che si trovava a Càrchemis, presso il fiume Eufrate, esercito che Nabucodònosor, re di Babilonia, vinse nel quarto anno di Ioiakìm, figlio di Giosia, re di Giuda.

[3]

«Preparate scudo grande e piccolo e avanzate per la battaglia.

[4]

Attaccate i cavalli, montate, o cavalieri. Schieratevi con gli elmi, lucidate le lance, indossate le corazze!

[5]

Che vedo? Sono spaventati, retrocedono! I loro prodi sono sconfitti, fuggono a precipizio senza voltarsi; terrore all’intorno. Oracolo del Signore.

[6]

Il più agile non sfuggirà né il più prode si salverà. A settentrione, sulla riva dell’Eufrate, inciampano e cadono.

[7]

Chi è colui che trabocca come il Nilo, come un fiume dalle acque turbolente?

[8]

È l’Egitto che trabocca come il Nilo, come un fiume dalle acque turbolente. Esso dice: “Salirò, ricoprirò la terra, distruggerò la città e i suoi abitanti”.

[9]

Caricate, cavalli, avanzate, carri! Avanti, o prodi, uomini di Etiopia e di Put, voi che impugnate lo scudo, e voi di Lud che tendete l’arco.

[10]

Ma quel giorno per il Signore, Dio degli eserciti, è giorno di vendetta, per punire i nemici. La sua spada divorerà, si sazierà e si inebrierà del loro sangue; poiché sarà un sacrificio per il Signore, Dio degli eserciti, nella terra del settentrione, presso il fiume Eufrate.

[11]

Sali in Gàlaad a prendere il balsamo, vergine, figlia d’Egitto. Invano moltiplichi i rimedi, ma non c’è guarigione per te.

[12]

Le nazioni hanno saputo del tuo disonore; del tuo grido di dolore è piena la terra, poiché il prode inciampa nel prode, tutti e due cadono insieme».

[13]

Parola che il Signore comunicò al profeta Geremia quando Nabucodònosor, re di Babilonia, giunse per colpire la terra d’Egitto.

[14]

«Annunciatelo in Egitto, fatelo sapere a Migdol, fatelo udire a Menfi e a Tafni; dite: “Àlzati e prepàrati, perché la spada divora intorno a te”.

[15]

Perché mai il tuo potente è travolto? Non resiste perché il Signore l’ha rovesciato.

[16]

Una gran folla vacilla e stramazza, ognuno dice al vicino: “Su, torniamo al nostro popolo, al paese dove siamo nati, lontano dalla spada micidiale!”.

[17]

Chiamate pure fanfarone il faraone, re d’Egitto: si lascia sfuggire il momento opportuno.

[18]

Per la mia vita – oracolo del re il cui nome è Signore degli eserciti –, verrà uno simile al Tabor fra le montagne, come il Carmelo presso il mare.

[19]

Prepàrati il bagaglio per l’esilio, o figlia che abiti l’Egitto, perché Menfi sarà ridotta a un deserto, sarà devastata, senza abitanti.

[20]

Giovenca bellissima è l’Egitto, ma un tafano viene su di lei dal settentrione.

[21]

Anche i suoi mercenari in mezzo ad essa sono come vitelli da ingrasso. Anch’essi infatti hanno voltato le spalle, fuggono insieme, non resistono, poiché è giunto su di loro il giorno della sventura, il tempo del loro castigo.

[22]

La sua voce è come di serpente che fugge, poiché i nemici avanzano con un esercito e vengono contro di lei, armati di scure come tagliaboschi.

[23]

Abbattono la sua selva – oracolo del Signore – e non si possono contare, essi sono più delle locuste, sono senza numero.

[24]

Prova vergogna la figlia d’Egitto, è data in mano a un popolo del settentrione».

[25]

Il Signore degli eserciti, Dio d’Israele, dice: «Ecco, punirò Amon di Tebe, l’Egitto, i suoi dèi e i suoi re, il faraone e coloro che confidano in lui.

[26]

Li consegnerò in mano di quanti vogliono la loro vita, in mano di Nabucodònosor, re di Babilonia, e dei suoi ministri. Ma dopo sarà abitato come in passato. Oracolo del Signore.

[27]

Ma tu non temere, Giacobbe, mio servo, non abbatterti, Israele, perché io libererò te dalla terra lontana, la tua discendenza dalla terra del suo esilio. Giacobbe ritornerà e avrà riposo, vivrà tranquillo e nessuno lo molesterà.

[28]

Tu non temere, Giacobbe, mio servo – oracolo del Signore –, perché io sono con te. Sterminerò tutte le nazioni tra le quali ti ho disperso, ma non sterminerò te; ti castigherò secondo giustizia, non ti lascerò del tutto impunito».

GEREMIA 47

[1]

Parola del Signore che fu rivolta al profeta Geremia sui Filistei, prima che il faraone occupasse Gaza.

[2]

Così dice il Signore: «Ecco, si sollevano ondate dal settentrione, diventano un torrente che straripa. Allagano la terra e ciò che è in essa, la città e i suoi abitanti. Gli uomini gridano, urlano tutti gli abitanti della terra.

[3]

Allo strepito scalpitante degli zoccoli dei suoi cavalli, al fragore dei suoi carri, al cigolio delle ruote, i padri non si voltano verso i figli, le loro mani sono senza forza,

[4]

perché è arrivato il giorno in cui saranno distrutti tutti i Filistei e saranno abbattute Tiro e Sidone con quanti sono rimasti ad aiutarle; il Signore infatti distrugge i Filistei, il resto dell’isola di Caftor.

[5]

Fino a Gaza si sono rasati per lutto, Àscalon è ridotta al silenzio. Asdod, povero resto degli Anakiti, fino a quando ti farai incisioni?

[6]

Ah! spada del Signore, quando ti concederai riposo? Rientra nel fodero, férmati e càlmati.

[7]

Come potrà riposare, se il Signore le ha ordinato di agire? Contro Àscalon e tutta la costa del mare, là egli l’ha destinata».

GEREMIA 48

[1]

Su Moab. Così dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: «Guai a Nebo, poiché è devastata! Piena di vergogna e catturata è Kiriatàim, sente vergogna, è abbattuta la roccaforte.

[2]

Non esiste più la fama di Moab, a Chesbon tramano il male contro di essa: “Venite ed eliminiamola dalle nazioni”. Anche tu, Madmen, sarai demolita, la spada ti inseguirà.

[3]

Una voce, un grido da Coronàim: “Devastazione e rovina grande!”.

[4]

Abbattuta è Moab, le grida si fanno sentire fino a Soar.

[5]

Piangendo, salgono la salita di Luchìt, giù per la discesa di Coronàim si odono grida strazianti:

[6]

“Fuggite, salvate la vostra vita! Siate come l’asino selvatico nel deserto”.

[7]

Poiché hai posto la fiducia nelle tue fortezze e nei tuoi tesori, anche tu sarai preso e Camos andrà in esilio, insieme con i suoi sacerdoti e con i suoi capi.

[8]

Il devastatore verrà contro ogni città, nessuna città potrà scampare. Sarà devastata la valle e la pianura desolata, come dice il Signore.

[9]

Erigete un cippo funebre a Moab, perché è tutta in rovina. Le sue città diventeranno un deserto, nessuno le abiterà.

[10]

Maledetto chi compie fiaccamente l’opera del Signore, maledetto chi trattiene la spada dal sangue!

[11]

Moab era tranquillo fin dalla giovinezza, riposava come vino sulla sua feccia, non è stato travasato di botte in botte, né è mai andato in esilio; per questo gli è rimasto il suo sapore, il suo profumo non si è alterato.

[12]

Per questo giorni verranno – oracolo del Signore – nei quali manderò uomini a travasarlo, vuoteranno le sue botti e frantumeranno i suoi otri.

[13]

Moab si vergognerà di Camos come la casa d’Israele si è vergognata di Betel, in cui aveva riposto la sua fiducia.

[14]

Come potete dire: “Noi siamo uomini prodi e uomini valorosi per la battaglia”?

[15]

Il devastatore di Moab sale contro di lui, i suoi giovani migliori scendono al macello. Oracolo del re, il cui nome è Signore degli eserciti.

[16]

È vicina la rovina di Moab, la sua sventura avanza in gran fretta.

[17]

Compiangetelo, voi tutti suoi vicini e tutti voi che conoscete il suo nome; dite: “Come si è spezzata la verga robusta, quello scettro magnifico?”.

[18]

Scendi dalla tua gloria, siedi sull’arido suolo, o popolo che abiti a Dibon; poiché il devastatore di Moab sale contro di te, egli distrugge le tue fortezze.

[19]

Sta sulla strada e osserva, tu che abiti ad Aroèr. Interroga il fuggiasco e lo scampato, domanda: “Che cosa è successo?”.

[20]

Moab prova vergogna, è in rovina; urlate, gridate, annunciate sull’Arnon che Moab è devastato.

[21]

È arrivato il giudizio per la regione dell’altopiano, per Colon, per Iaas e per Mefàat,

[22]

per Dibon, per Nebo e per Bet-Diblatàim,

[23]

per Kiriatàim, per Bet-Gamul e per Bet-Meon,

[24]

per Keriòt e per Bosra, per tutte le città del territorio di Moab, lontane e vicine.

[25]

È infranta la potenza di Moab, è spezzato il suo braccio. Oracolo del Signore.

[26]

Inebriatelo, perché si è sollevato contro il Signore, e Moab si rotolerà nel vomito e anch’esso diventerà oggetto di scherno.

[27]

Non è stato forse Israele per te oggetto di scherno? Fu questi forse sorpreso fra i ladri, dato che quando parli di lui scuoti sempre la testa?

[28]

Abbandonate le città e dimorate nelle rupi, abitanti di Moab, siate come la colomba, che fa il nido sull’orlo di un precipizio.

[29]

Abbiamo udito l’orgoglio di Moab, il grande orgoglioso, la sua superbia, il suo orgoglio, la sua alterigia, l’altezzosità del suo cuore.

[30]

Conosco bene la sua tracotanza – oracolo del Signore –, l’inconsistenza delle sue chiacchiere, le sue opere vane.

[31]

Per questo alzo un lamento su Moab, grido per tutto Moab, gemo per gli uomini di Kir-Cheres.

[32]

Io piango per te come per Iazer, o vigna di Sibma! I tuoi tralci arrivavano al mare, raggiungevano Iazer. Sui tuoi frutti e sulla tua vendemmia è piombato il devastatore.

[33]

Sono scomparse gioia e allegria dai frutteti e dalla regione di Moab. È finito il vino nei tini, non pigia più il pigiatore, il canto di gioia non è più canto di gioia.

[34]

Delle grida di Chesbon e di Elalè si diffonde l’eco fino a Iaas; da Soar si odono grida fino a Coronàim e a Eglat-Selisià, poiché anche le acque di Nimrìm sono un deserto.

[35]

Io farò scomparire in Moab – oracolo del Signore – chi sale sulle alture e chi brucia incenso ai suoi dèi.

[36]

Perciò il mio cuore per Moab geme come i flauti, il mio cuore geme come i flauti per gli uomini di Kir-Cheres, poiché sono venute meno le loro scorte.

[37]

Sì, ogni testa è rasata, ogni barba è tagliata; ci sono incisioni sulle mani e tutti i fianchi sono coperti di sacco.

[38]

Sopra tutte le terrazze di Moab e nelle sue piazze è tutto un lamento, perché io ho spezzato Moab come un vaso senza valore. Oracolo del Signore.

[39]

Come è rovinato! Gridate! Come Moab ha voltato vergognosamente le spalle! Moab è diventato oggetto di scherno e di orrore per tutti i suoi vicini.

[40]

Poiché così dice il Signore: Ecco, come l’aquila si libra e distende le ali su Moab.

[41]

Le città sono prese, le fortezze sono espugnate. In quel giorno il cuore dei prodi di Moab sarà come il cuore di una donna nei dolori del parto.

[42]

Moab è distrutto, ha cessato di essere popolo, perché si è sollevato contro il Signore.

[43]

Terrore, fossa e laccio ti sovrastano, o abitante di Moab. Oracolo del Signore.

[44]

Chi fugge al grido di terrore cadrà nella fossa, chi risale dalla fossa sarà preso nel laccio, perché io manderò sui Moabiti tutto questo nell’anno del loro castigo. Oracolo del Signore.

[45]

All’ombra di Chesbon si fermano spossati i fuggiaschi, ma un fuoco esce da Chesbon, una fiamma dal palazzo di Sicon e divora le tempie di Moab e il cranio di uomini turbolenti.

[46]

Guai a te, Moab, sei perduto, popolo di Camos, poiché i tuoi figli sono condotti in schiavitù, le tue figlie in esilio.

[47]

Ma io cambierò la sorte di Moab negli ultimi giorni». Oracolo del Signore. Fin qui il giudizio su Moab.

GEREMIA 49

[1]

Sugli Ammoniti. Così dice il Signore: «Israele non ha forse figli, non ha forse un erede? Perché Milcom ha ereditato la terra di Gad e il suo popolo ne ha occupato le città?

[2]

Perciò ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali io farò udire fragore di guerra a Rabbà degli Ammoniti; essa diventerà un cumulo di rovine, i suoi villaggi saranno consumati dal fuoco, Israele spoglierà i suoi spogliatori, dice il Signore.

[3]

Urla, Chesbon, arriva il devastatore; gridate, villaggi di Rabbà, cingetevi di sacco, innalzate lamenti e andate raminghi con tagli sulla pelle, perché Milcom andrà in esilio, con i suoi sacerdoti e i suoi capi.

[4]

Perché ti vanti delle tue valli, figlia ribelle? Confidi nei tuoi tesori ed esclami: “Chi verrà contro di me?”.

[5]

Ecco, io manderò su di te il terrore – oracolo del Signore, Dio degli eserciti – da tutti i dintorni. Voi sarete scacciati, ognuno per la sua via, e non vi sarà nessuno che raduni i fuggiaschi.

[6]

Ma dopo cambierò la sorte degli Ammoniti». Oracolo del Signore.

[7]

Su Edom. Così dice il Signore degli eserciti: «Non c’è più sapienza in Teman? È scomparso il consiglio dei saggi? È svanita la loro sapienza?

[8]

Fuggite, voltatevi, nascondetevi in un luogo segreto, abitanti di Dedan, poiché io mando su Esaù la sua rovina, il tempo del suo castigo.

[9]

Se vendemmiatori venissero da te, ti lascerebbero appena qualche grappolo. Se ladri notturni venissero da te, saccheggerebbero quanto basta loro.

[10]

Perché io intendo spogliare Esaù, rivelo i suoi nascondigli ed egli non ha dove nascondersi. La sua stirpe, i suoi fratelli, i suoi vicini sono distrutti ed egli non è più.

[11]

Lascia i tuoi orfani, io li farò vivere, le tue vedove confidino in me!

[12]

Poiché così dice il Signore: Ecco, coloro che non erano obbligati a bere il calice lo devono bere e tu pretendi di rimanere impunito? Non resterai impunito, ma dovrai berlo,

[13]

poiché io ho giurato per me stesso – oracolo del Signore – che Bosra diventerà un orrore, un obbrobrio, un deserto, una maledizione, e tutte le sue città saranno ridotte a rovine perenni».

[14]

Ho udito un messaggio da parte del Signore, un messaggero è stato inviato fra le nazioni: «Adunatevi e marciate contro di lui! Alzatevi per la battaglia».

[15]

«Poiché ecco, ti faccio piccolo fra le nazioni e spregevole fra gli uomini.

[16]

Ti ha indotto in errore la tua arroganza, la superbia del tuo cuore; tu che abiti nelle caverne delle rocce, che ti aggrappi alle cime dei colli, anche se, come l’aquila, ponessi in alto il tuo nido, di lassù ti farò precipitare. Oracolo del Signore.

[17]

Edom sarà una desolazione; quanti vi passeranno vicino resteranno sbigottiti e fischieranno di scherno davanti a tutte le sue ferite.

[18]

Come nello sconvolgimento di Sòdoma e Gomorra e delle città vicine – dice il Signore –, non vi abiterà alcuna persona né vi dimorerà essere umano.

[19]

Ecco, come un leone sale dalla boscaglia del Giordano verso i prati sempre verdi, così in un baleno io lo scaccerò di là e porrò su di esso il mio eletto. Perché chi è come me? Chi può citarmi in giudizio? Chi è dunque il pastore che può resistere davanti a me?

[20]

Per questo, ascoltate il progetto che il Signore ha fatto contro Edom e le decisioni che ha preso contro gli abitanti di Teman. Certo, trascineranno via anche i più piccoli del gregge e sarà desolato il loro pascolo.

[21]

Al fragore della loro caduta tremerà la terra. Un grido! Fino al Mar Rosso ne risuonerà l’eco.

[22]

Ecco, come l’aquila sale e si libra e distende le ali su Bosra. In quel giorno il cuore dei prodi di Edom sarà come il cuore di una donna nei dolori del parto».

[23]

Su Damasco. «Camat e Arpad sono piene di confusione, perché hanno sentito una cattiva notizia; esse sono agitate come il mare, sono in angustia, non possono calmarsi.

[24]

Spossata è Damasco, volta le spalle per fuggire; un tremito l’ha colta, angoscia e dolori l’assalgono come una partoriente.

[25]

Come non potrebbe essere abbandonata la città gloriosa, la città del tripudio?

[26]

Perciò cadranno i suoi giovani nelle sue piazze, tutti i suoi guerrieri periranno in quel giorno. Oracolo del Signore degli eserciti.

[27]

Darò fuoco alle mura di Damasco e divorerà i palazzi di Ben-Adàd».

[28]

Su Kedar e sui regni di Asor, che Nabucodònosor, re di Babilonia, sconfisse. Così dice il Signore: «Su, marciate contro Kedar, saccheggiate i figli dell’oriente.

[29]

Prendete le loro tende e le loro pecore, i loro teli, tutti i loro attrezzi, portate via i loro cammelli; un grido si leverà su di loro: “Terrore all’intorno!”.

[30]

Fuggite, andate lontano, nascondetevi in un luogo segreto o abitanti di Asor – oracolo del Signore –, perché Nabucodònosor, re di Babilonia, ha ideato un disegno contro di voi, ha preparato un piano contro di voi.

[31]

Su, marciate contro la nazione tranquilla, che vive in sicurezza – oracolo del Signore – e non ha né porte né sbarre, e vive isolata.

[32]

I suoi cammelli diverranno preda e la massa delle sue greggi bottino. Disperderò a tutti i venti coloro che si radono le tempie, da ogni parte farò venire la loro rovina. Oracolo del Signore.

[33]

Asor diventerà rifugio di sciacalli, una desolazione per sempre; non vi abiterà alcuna persona né vi dimorerà essere umano».

[34]

Parola che il Signore rivolse al profeta Geremia riguardo a Elam all’inizio del regno di Sedecìa, re di Giuda.

[35]

«Dice il Signore degli eserciti: Ecco, io spezzerò l’arco di Elam, il nerbo della sua potenza.

[36]

Farò venire contro Elam i quattro venti dalle quattro estremità del cielo e li disperderò davanti a questi venti; non ci sarà nazione in cui non giungeranno i profughi di Elam.

[37]

Incuterò terrore negli Elamiti davanti ai loro nemici e davanti a coloro che vogliono la loro vita; manderò su di loro la sventura, la mia ira ardente. Oracolo del Signore. Manderò la spada a inseguirli, finché non li avrò sterminati.

[38]

Porrò il mio trono su Elam e farò scomparire il suo re e i suoi capi. Oracolo del Signore.

[39]

Ma negli ultimi giorni cambierò la sorte di Elam». Oracolo del Signore.

GEREMIA 50

[1]

Parola che il Signore pronunciò contro Babilonia, contro la terra dei Caldei, per mezzo del profeta Geremia.

[2]

«Proclamatelo fra i popoli e fatelo sapere, non nascondetelo, dite: “Babilonia è presa, Bel è coperto di confusione, è infranto Marduc, sono svergognati i suoi idoli, sono infranti i suoi feticci”.

[3]

Poiché dal settentrione sale contro di essa un popolo che ridurrà la sua terra a un deserto: non vi abiterà più nessuno. Uomini e animali fuggono, se ne vanno.

[4]

In quei giorni e in quel tempo – oracolo del Signore – verranno i figli d’Israele insieme con i figli di Giuda; cammineranno piangendo e cercheranno il Signore, loro Dio.

[5]

Domanderanno di Sion, verso cui sono fissi i loro volti: “Venite, uniamoci al Signore con un’alleanza eterna, che non sia mai dimenticata”.

[6]

Gregge di pecore sperdute era il mio popolo, i loro pastori le avevano sviate, le avevano fatte smarrire per i monti; esse andavano di monte in colle, avevano dimenticato il loro ovile.

[7]

Quanti le trovavano, le divoravano, e i loro nemici dicevano: “Non ne siamo colpevoli, perché essi hanno peccato contro il Signore, sede di giustizia e speranza dei loro padri”.

[8]

Fuggite da Babilonia, dalla regione dei Caldei, uscite e siate come capri in testa al gregge.

[9]

Poiché ecco, io suscito e mando contro Babilonia una massa di grandi nazioni dalla terra del settentrione; le si schiereranno contro, ed essa sarà presa. Le loro frecce sono come quelle di un abile arciere, nessuna ritorna a vuoto.

[10]

La Caldea diventerà preda di saccheggiatori, tutti se ne sazieranno». Oracolo del Signore.

[11]

Gioite pure e tripudiate, predatori della mia eredità! Saltate pure come giovenchi su un prato e nitrite come stalloni!

[12]

Vostra madre è piena di confusione, è coperta di vergogna colei che vi ha partorito. Ecco, è l’ultima delle nazioni, un deserto, un luogo riarso e una steppa.

[13]

A causa dell’ira del Signore non sarà più abitata, sarà tutta una desolazione. Chiunque passerà vicino a Babilonia rimarrà stupito e fischierà di scherno davanti a tutte le sue piaghe.

[14]

Disponetevi intorno a Babilonia, voi tutti che tendete l’arco; tirate senza risparmiare le frecce, perché ha peccato contro il Signore.

[15]

Da ogni parte alzate il grido di guerra contro di lei. Essa tende la mano, crollano le sue torri, rovinano le sue mura: questa è la vendetta del Signore. Vendicatevi di lei, trattatela come essa ha trattato gli altri!

[16]

Sterminate in Babilonia chi semina e chi impugna la falce per mietere. Di fronte alla spada micidiale ciascuno ritorni al suo popolo e ciascuno fugga verso la sua terra.

[17]

Una pecora smarrita è Israele, i leoni le hanno dato la caccia; per primo l’ha divorata il re d’Assiria, poi Nabucodònosor, re di Babilonia, ne ha stritolato le ossa.

[18]

Perciò, dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: «Ecco, io punirò il re di Babilonia e la sua terra, come già ho punito il re d’Assiria,

[19]

e ricondurrò Israele nel suo pascolo. Pascolerà sul Carmelo e sul Basan; sulle montagne di Èfraim e di Gàlaad si sazierà.

[20]

In quei giorni e in quel tempo – oracolo del Signore – si cercherà l’iniquità d’Israele, ma essa non sarà più; si cercheranno i peccati di Giuda, ma non si troveranno, perché io perdonerò al resto che lascerò.

[21]

Avanza nella terra di Meratàim, avanza contro di essa e contro gli abitanti di Pekod. Devasta, annientali – oracolo del Signore –, fa’ quanto ti ho comandato!».

[22]

Rumore di guerra nella regione, e grande disastro.

[23]

Come è stato rotto e fatto in pezzi il martello di tutta la terra? Come è diventata un orrore Babilonia fra le nazioni?

[24]

Ti ho teso un laccio e sei stata catturata, Babilonia, senza avvedertene. Sei stata sorpresa e afferrata, perché hai fatto guerra al Signore.

[25]

Il Signore ha aperto il suo arsenale e ne ha tratto le armi del suo sdegno, perché il Signore, Dio degli eserciti, ha un’opera da compiere nella terra dei Caldei.

[26]

Venite dall’estremo limite della terra, aprite i suoi granai; fatene dei mucchi come covoni, sterminatela, non ne rimanga neppure un resto.

[27]

Uccidete tutti i suoi tori, scendano al macello. Guai a loro, perché è giunto il loro giorno, il tempo del loro castigo!

[28]

Voce di profughi e di scampati dalla terra di Babilonia, per annunciare in Sion la vendetta del Signore, nostro Dio, la vendetta per il suo tempio.

[29]

Convocate contro Babilonia gli arcieri, quanti tendono l’arco. Accampatevi intorno ad essa: nessuno scampi. Ripagatela secondo le sue opere, fate a lei quanto essa ha fatto, perché è stata arrogante con il Signore, con il Santo d’Israele.

[30]

«Perciò cadranno i suoi giovani nelle sue piazze e tutti i suoi guerrieri periranno in quel giorno. Oracolo del Signore.

[31]

Eccomi a te, o arrogante – oracolo del Signore degli eserciti –, poiché è giunto il tuo giorno, il tempo del tuo castigo.

[32]

Vacillerà l’arrogante e cadrà, nessuno la rialzerà. Io darò alle fiamme le sue città, esse divoreranno tutti i suoi dintorni».

[33]

Così dice il Signore degli eserciti: «Sono oppressi insieme i figli d’Israele e i figli di Giuda; tutti quelli che li hanno deportati li trattengono e rifiutano di lasciarli andare.

[34]

Ma il loro vendicatore è forte, Signore degli eserciti è il suo nome. Egli sosterrà efficacemente la loro causa, renderà tranquilla la terra e sconvolgerà gli abitanti di Babilonia.

[35]

Spada sui Caldei – oracolo del Signore – e sugli abitanti di Babilonia, sui suoi capi e sui suoi sapienti!

[36]

Spada sui suoi indovini: che impazziscano! Spada sui suoi prodi: che atterriscano!

[37]

Spada sui suoi cavalli e sui suoi carri, su tutta la gentaglia che è in essa: diventino come donnicciole! Spada sui suoi tesori: siano saccheggiati!

[38]

Spada sulle sue acque: si prosciughino! Perché essa è una terra di idoli; vanno pazzi per questi spauracchi.

[39]

Perciò l’abiteranno animali selvatici e sciacalli, vi si stabiliranno gli struzzi; non sarà mai più abitata né popolata di generazione in generazione.

[40]

Come quando Dio sconvolse Sòdoma, Gomorra e le città vicine – oracolo del Signore –, non vi abiterà alcuna persona né vi dimorerà essere umano.

[41]

Ecco, un popolo viene dal settentrione, una grande nazione, e molti re si muovono dalle estremità della terra.

[42]

Impugnano archi e lance; sono crudeli, senza pietà. Il loro clamore è quello di un mare agitato e montano cavalli, pronti come un sol uomo alla battaglia contro di te, figlia di Babilonia.

[43]

Appena il re di Babilonia ne ha udito la fama, gli sono cadute le braccia; si è impadronita di lui l’angoscia, come gli spasimi di partoriente.

[44]

Ecco, come un leone sale dalla boscaglia del Giordano verso i prati sempre verdi, così in un baleno io li scaccerò di là e porrò su di esso il mio eletto. Perché chi è come me? Chi può citarmi in giudizio? Chi è dunque il pastore che può resistere davanti a me?»

[45]

Per questo ascoltate il progetto che il Signore ha fatto contro Babilonia e le decisioni che ha preso contro il paese dei Caldei. Certo, trascineranno via anche i più piccoli del gregge e sarà desolato il loro pascolo.

[46]

Per il fragore della presa di Babilonia si scuoterà la terra, ne risuonerà l’eco fra le nazioni.

GEREMIA 51

[1]

Così dice il Signore: «Ecco, susciterò contro Babilonia e contro gli abitanti della Caldea un vento distruttore;

[2]

io invierò in Babilonia quelli che la vaglieranno come pula e devasteranno la sua regione, poiché le piomberanno addosso da tutte le parti nel giorno della tribolazione.

[3]

Non deponga l’arciere l’arco e non si spogli della corazza. Non risparmiate i suoi giovani, sterminate tutto il suo esercito».

[4]

Cadano trafitti nel paese dei Caldei e feriti nelle sue piazze,

[5]

bperché la loro terra è piena di delitti davanti al Santo d’Israele.

[5]

aMa Israele e Giuda non sono vedove del loro Dio, il Signore degli eserciti.

[6]

Fuggite da Babilonia, ognuno salvi la sua vita; non vogliate perire per la sua iniquità, poiché questo è il tempo della vendetta del Signore: egli la ripaga per quanto ha meritato.

[7]

Babilonia era una coppa d’oro in mano al Signore, con la quale egli inebriava tutta la terra; del suo vino hanno bevuto le nazioni e sono divenute pazze.

[8]

All’improvviso Babilonia è caduta, è stata infranta; alzate lamenti su di essa, prendete balsamo per la sua ferita, forse potrà essere guarita.

[9]

«Abbiamo curato Babilonia, ma non è guarita. Lasciatela e andiamo ciascuno al proprio paese; poiché la sua punizione giunge fino al cielo e si alza fino alle nubi.

[10]

Il Signore ha fatto trionfare la nostra giusta causa, venite, raccontiamo in Sion l’opera del Signore, nostro Dio».

[11]

Aguzzate le frecce, riempite le faretre! Il Signore suscita lo spirito del re di Media, perché il suo piano riguardo a Babilonia è di distruggerla; perché questa è la vendetta del Signore, la vendetta per il suo tempio.

[12]

Alzate un vessillo contro il muro di Babilonia, rafforzate la guardia, collocate sentinelle, preparate gli agguati, poiché il Signore si era proposto un piano e ormai compie quanto aveva detto contro gli abitanti di Babilonia.

[13]

Tu che abiti lungo acque abbondanti, ricca di tesori, è giunta la tua fine, il momento di essere recisa.

[14]

Il Signore degli eserciti lo ha giurato per se stesso: «Ti ho gremito di uomini come cavallette, che intoneranno su di te il canto di vittoria».

[15]

Il Signore ha formato la terra con la sua potenza, ha fissato il mondo con la sua sapienza, con la sua intelligenza ha dispiegato i cieli.

[16]

Al rombo della sua voce rumoreggiano le acque nel cielo. Fa salire le nubi dall’estremità della terra, produce le folgori per la pioggia, dalle sue riserve libera il vento.

[17]

Resta inebetito ogni uomo, senza comprendere; resta confuso ogni orafo per i suoi idoli, poiché è menzogna ciò che ha fuso e non ha soffio vitale.

[18]

Sono oggetti inutili, opere ridicole; al tempo del loro castigo periranno.

[19]

Non è così l’eredità di Giacobbe, perché egli ha formato ogni cosa. Israele è la tribù della sua eredità, Signore degli eserciti è il suo nome.

[20]

«Un martello sei stata per me, uno strumento di guerra; con te martellavo le nazioni, con te annientavo i regni,

[21]

con te martellavo cavallo e cavaliere, con te martellavo carro e cocchiere,

[22]

con te martellavo uomo e donna, con te martellavo vecchio e ragazzo, con te martellavo giovane e fanciulla,

[23]

con te martellavo pastore e gregge, con te martellavo l’aratore e il suo paio di buoi, con te martellavo prìncipi e governatori.

[24]

Ma ora ripagherò Babilonia e tutti gli abitanti della Caldea di tutto il male che hanno fatto a Sion, sotto i vostri occhi. Oracolo del Signore.

[25]

Eccomi a te, monte della distruzione, che distruggi tutta la terra. Oracolo del Signore. Stenderò la mano contro di te, ti rotolerò giù dalle rocce e farò di te una montagna bruciata;

[26]

da te non si prenderà più né pietra d’angolo né pietra da fondamenta, perché diventerai un luogo desolato per sempre». Oracolo del Signore.

[27]

Alzate un vessillo nel paese, suonate il corno fra le nazioni, convocandole per la guerra contro di lei; reclutate contro di lei i regni di Araràt, di Minnì e di Aschenàz. Nominate contro di lei un comandante, fate avanzare i cavalli come cavallette spinose.

[28]

Preparate alla guerra contro di lei le nazioni, il re della Media, i suoi prìncipi, tutti i suoi governatori e tutta la terra del suo dominio.

[29]

Trema la terra e freme, perché si avverano contro Babilonia i progetti del Signore di ridurre la terra di Babilonia in luogo desolato, senza abitanti.

[30]

Hanno cessato di combattere i prodi di Babilonia, si sono ritirati nelle fortezze; il loro valore è venuto meno, sono diventati come donne. Sono stati incendiati i suoi edifici, sono spezzate le sue sbarre.

[31]

Corriere rincorre corriere, messaggero rincorre messaggero, per annunciare al re di Babilonia che la sua città è presa da ogni parte.

[32]

I guadi sono occupati, le fortezze bruciano, i guerrieri sono sconvolti dal terrore.

[33]

Poiché dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: «La figlia di Babilonia è come un’aia al tempo in cui viene spianata; ancora un poco e verrà per essa il tempo della mietitura».

[34]

«Mi ha divorata, mi ha consumata Nabucodònosor re di Babilonia, mi ha ridotta come un vaso vuoto, mi ha inghiottita come fa il drago, ha riempito il suo ventre, dai miei luoghi deliziosi mi ha scacciata».

[35]

«Il mio strazio e la mia sventura ricadano su Babilonia!», dice la popolazione di Sion. «Il mio sangue sugli abitanti della Caldea!», dice Gerusalemme.

[36]

Perciò così dice il Signore: «Ecco, io difendo la tua causa, compio la tua vendetta; prosciugherò il suo mare, disseccherò le sue sorgenti.

[37]

Babilonia diventerà un cumulo di rovine, un rifugio di sciacalli, un oggetto di stupore e di scherno, senza più abitanti.

[38]

Essi ruggiscono insieme come leoncelli, ringhiano come cuccioli di una leonessa.

[39]

Con veleno preparerò loro una bevanda, li inebrierò perché si stordiscano. Si addormenteranno in un sonno perenne e non si svegliaranno mai più. Oracolo del Signore.

[40]

Li farò scendere al macello come agnelli, come montoni insieme con i capri».

[41]

Come è stata presa e occupata Sesac, l’orgoglio di tutta la terra? Come è diventata un orrore Babilonia fra le nazioni?

[42]

Il mare dilaga su Babilonia, essa è stata sommersa dalla massa delle onde.

[43]

Sono diventate una desolazione le sue città, una terra riarsa, una steppa. Nessuno abita più in esse non vi passa più nessun essere umano.

[44]

«Io punirò Bel a Babilonia, gli estrarrò dalla gola quanto ha inghiottito. Non andranno più a lui le nazioni. Persino le mura di Babilonia sono crollate.

[45]

Esci fuori, popolo mio, ognuno salvi la sua vita dall’ira ardente del Signore.

[46]

Non si avvilisca il vostro cuore e non temete per la notizia diffusa nel paese; un anno giunge una notizia e l’anno dopo un’altra. La violenza è nel paese, un tiranno contro un tiranno.

[47]

Per questo ecco, verranno giorni nei quali punirò gli idoli di Babilonia. Allora tutto il suo paese sentirà vergogna e tutti i suoi cadaveri cadranno in mezzo ad essa.

[48]

Esulteranno su Babilonia cielo e terra e quanto contengono, perché da settentrione verranno contro di essa i devastatori. Oracolo del Signore.

[49]

Anche Babilonia deve cadere per gli uccisi d’Israele, come per Babilonia caddero gli uccisi di tutta la terra.

[50]

Voi scampati dalla spada partite, non fermatevi; da lontano ricordatevi del Signore e vi torni in mente Gerusalemme.

[51]

“Sentiamo vergogna perché abbiamo udito l’insulto; la confusione ha coperto i nostri volti, perché stranieri sono entrati nel santuario del tempio del Signore”.

[52]

Perciò ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali punirò i suoi idoli e in tutta la sua regione gemeranno i feriti.

[53]

Anche se Babilonia si innalzasse fino al cielo, anche se rendesse inaccessibile la sua cittadella potente, verranno da parte mia devastatori contro di essa». Oracolo del Signore.

[54]

Udite! Un grido da Babilonia, una rovina immensa dalla terra dei Caldei.

[55]

È il Signore che devasta Babilonia e fa tacere il suo grande rumore. Mugghiano le sue onde come acque possenti, risuona il frastuono della sua voce,

[56]

perché piomba su Babilonia il devastatore, sono catturati i suoi prodi, si sono infranti i loro archi. Il Signore è il Dio delle giuste ricompense, egli rende ciò che è dovuto.

[57]

«Io ubriacherò i suoi capi e i suoi saggi, i suoi prìncipi, i suoi governatori e i suoi guerrieri. Si addormenteranno in un sonno perenne e non si sveglieranno mai più». Oracolo del re, il cui nome è Signore degli eserciti.

[58]

Così dice il Signore degli eserciti: «Le larghe mura di Babilonia saranno rase al suolo, le sue alte porte saranno date alle fiamme. Si affannano dunque invano i popoli, le nazioni si affaticano per il fuoco».

[59]

Ordine che il profeta Geremia diede a Seraià, figlio di Neria, figlio di Macsia, quando egli andò con Sedecìa, re di Giuda, a Babilonia nell’anno quarto del suo regno. Seraià era capo degli alloggiamenti.

[60]

Geremia scrisse su un rotolo tutte le sventure che dovevano piombare su Babilonia. Tutte queste cose sono state scritte contro Babilonia.

[61]

Geremia quindi disse a Seraià: «Quando giungerai a Babilonia, avrai cura di leggere in pubblico tutte queste parole

[62]

e dirai: “Signore, tu hai dichiarato di distruggere questo luogo, perché non ci sia più chi lo abiti, né uomo né animale, ma sia piuttosto una desolazione per sempre”.

[63]

Ora, quando avrai finito di leggere questo rotolo, vi legherai una pietra e lo getterai in mezzo all’Eufrate

[64]

dicendo: “Così affonderà Babilonia e non risorgerà più dalla sventura che io le farò piombare addosso”». Fin qui le parole di Geremia.

GEREMIA 52

[1]

Quando divenne re, Sedecìa aveva ventun’anni; regnò undici anni a Gerusalemme. Sua madre era di Libna e si chiamava Camutàl, figlia di Geremia.

[2]

Fece ciò che è male agli occhi del Signore, come aveva fatto Ioiakìm.

[3]

Ma, a causa dell’ira del Signore, a Gerusalemme e in Giuda le cose arrivarono a tal punto che il Signore li scacciò dalla sua presenza. Sedecìa si ribellò al re di Babilonia.

[4]

Nell’anno nono del suo regno, nel decimo mese, il dieci del mese, Nabucodònosor, re di Babilonia, con tutto il suo esercito arrivò a Gerusalemme. Si accamparono contro di essa e vi costruirono intorno opere d’assedio.

[5]

La città rimase assediata fino all’undicesimo anno del re Sedecìa.

[6]

Al quarto mese, il nove del mese, quando la fame dominava nella città e non c’era più pane per il popolo della terra,

[7]

fu aperta una breccia nella città. Allora tutti i soldati fuggirono, uscendo dalla città di notte per la via della porta fra le due mura, presso il giardino del re e, mentre i Caldei erano intorno alla città, presero la via dell’Araba.

[8]

I soldati dei Caldei inseguirono il re e raggiunsero Sedecìa nelle steppe di Gerico, mentre tutto il suo esercito si diresse lontano da lui.

[9]

Presero il re e lo condussero a Ribla, nel paese di Camat, presso il re di Babilonia, che pronunciò la sentenza su di lui.

[10]

Il re di Babilonia fece ammazzare i figli di Sedecìa sotto i suoi occhi e fece ammazzare anche tutti i capi di Giuda a Ribla.

[11]

Poi cavò gli occhi a Sedecìa, lo fece mettere in catene e lo condusse a Babilonia, dove lo tenne in carcere fino alla sua morte.

[12]

Il decimo giorno del quinto mese – era l’anno diciannovesimo del re Nabucodònosor, re di Babilonia – Nabuzaradàn, capo delle guardie, che prestava servizio alla presenza del re di Babilonia, entrò a Gerusalemme.

[13]

Egli incendiò il tempio del Signore e la reggia e tutte le case di Gerusalemme; diede alle fiamme anche tutte le case dei nobili.

[14]

Tutto l’esercito dei Caldei, che era con il capo delle guardie, demolì tutte le mura intorno a Gerusalemme.

[15]

Nabuzaradàn, capo delle guardie, deportò il resto del popolo rimasto in città, i disertori che erano passati al re di Babilonia e quanti erano rimasti degli artigiani.

[16]

Nabuzaradàn, capo delle guardie, lasciò parte dei poveri della terra come vignaioli e come agricoltori.

[17]

I Caldei fecero a pezzi le colonne di bronzo che erano nel tempio del Signore, i carrelli e il Mare di bronzo che erano nel tempio del Signore e ne portarono tutto il bronzo a Babilonia.

[18]

Essi presero anche i recipienti, le palette, i coltelli, i vasi per l’aspersione, le coppe e tutti gli oggetti di bronzo che servivano al culto.

[19]

Il capo delle guardie prese anche i bicchieri, i bracieri, i vasi per l’aspersione, i recipienti, i candelabri, le coppe e i calici, quanto era d’oro e d’argento.

[20]

Quanto alle due colonne, all’unico Mare, ai dodici buoi di bronzo che erano sotto di esso e ai carrelli, che aveva fatto il re Salomone per il tempio del Signore, non si poteva calcolare quale fosse il peso del bronzo di tutti questi oggetti.

[21]

Delle colonne poi l’una era alta diciotto cubiti e ci voleva un filo di dodici cubiti per misurarne la circonferenza; il suo spessore era di quattro dita, essendo vuota nell’interno.

[22]

Su di essa c’era un capitello di bronzo e l’altezza di un capitello era di cinque cubiti; tutto intorno al capitello c’erano un reticolo e melagrane, e il tutto era di bronzo. Così pure era l’altra colonna.

[23]

Le melagrane erano novantasei; tutte le melagrane intorno al reticolo ammontavano a cento.

[24]

Il capo delle guardie fece prigioniero Seraià, sacerdote capo, e Sofonia, sacerdote del secondo ordine, insieme ai tre custodi della soglia.

[25]

Dalla città egli fece prigionieri un cortigiano, che era a capo dei soldati, sette uomini fra gli intimi del re, i quali furono trovati nella città, lo scriba del comandante dell’esercito, che arruolava il popolo della terra, e sessanta uomini del popolo della terra, trovati nella città.

[26]

Nabuzaradàn, capo delle guardie, li prese e li condusse al re di Babilonia, a Ribla.

[27]

Il re di Babilonia li colpì e li fece morire a Ribla, nel paese di Camat. Così fu deportato Giuda dalla sua terra.

[28]

Questa è la gente che Nabucodònosor deportò: nell’anno settimo del suo regno tremilaventitré Giudei;

[29]

nell’anno diciottesimo di Nabucodònosor furono deportati da Gerusalemme ottocentotrentadue persone;

[30]

nell’anno ventitreesimo di Nabucodònosor, Nabuzaradàn, capo delle guardie, deportò settecentoquarantacinque Giudei. In tutto furono deportate quattromilaseicento persone.

[31]

Ora, nell’anno trentasettesimo della deportazione di Ioiachìn, re di Giuda, nel dodicesimo mese, il venticinque del mese, Evil-Merodàc, re di Babilonia, nell’anno in cui divenne re, fece grazia a Ioiachìn, re di Giuda, e lo liberò dalla prigione.

[32]

Gli parlò con benevolenza e pose il suo trono al di sopra del trono dei re che si trovavano con lui a Babilonia.

[33]

Gli cambiò le vesti da prigioniero e Ioiachìn prese sempre cibo alla presenza di lui per tutti i giorni della sua vita.

[34]

Dal re di Babilonia gli venne fornito il sostentamento abituale ogni giorno, fino a quando morì, per tutto il tempo della sua vita.

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