APOCALISSE

L’ultimo libro del Nuovo Testamento è un tesoro straordinario, che assolutamente non deve mancare in quell’armatura dei cristiani, evocata da Paolo, necessaria a non cadere in una battaglia, passaggio terreno non privo di insidie e radicali contrapposizioni con la mentalità del mondo.

Chi accetta il dono intestimabile della chiamata ad essere con Cristo, in Cristo e per Cristo in questo passaggio terreno e per l’Eternità, troverà nell’Apocalisse le risposte a domande cruciali, irrisolte ed irrisolvibili per il mondo.

Il testo ispirato e rivelato sgombra il campo da ogni tiepidezza e da ogni ambiguità, infondendo coraggio e capacità di resistere nelle tempeste, che necessariamente andranno attraversate. L'Apocalisse di Gesù Cristo, cioè la Rivelazione di Gesù sul senso e sulla direzione della storia di tutti e di ognuno, mette in luce la necessità di un deciso e radicale superamento di una mentalità incentrata sul qui ed ora, carnale e sentimentale, che si risolve sempre in un pericolosissimo zoppicare in ogni direzione, per conformarsi ad una mentalità autenticamente cristiana, cioè incentrata sull’Amore, che permette per Grazia di iniziare una corsa e verso l’unico Fine.

Svelando il senso della storia collettiva ed individuale, l’Apocalisse mostra chiaramente la differenza ontologica tra la Sapienza di Dio e quella degli uomini. Per accostarsi alla Sapienza, occorre un atteggiamento preciso, un prerequisito, una tensione costruttiva e una matura disponibilità all’ascolto, non è uno Scrigno che può essere aperto altrimenti.

Molti infatti cadono per superbia, volendo imporre a Dio una visione dell’amore umano carnale e interessato, dove è bene ciò che conviene qui ed ora, male tutto ciò che ostacola i propri progetti carnali, la propria visione del mondo e della storia. Gesù ci ha dimostrato che l’amore umano è banalmente tensione a ciò che conviene, un istinto come la fame e la sete, è Bene per noi Dio abbia una mentalità diversa da quella degli uomini, perché chi non è padrone neppure della propria vita non ha nulla da dare, nulla può promettere e nulla può fare.

L’amore umano ha il fiato cortissimo, perché è un amore impotente, che implode su se stesso e sui propri desideri carnali al primo alito di vento. Se senza Gesù potessimo vedere, vedremmo che fine fanno gli amori umani essendo lo sfacelo sotto gli occhi di tutti, eppure non lo vediamo e ci ostiniamo a cercare nella morte, in ciò che prima arrugginisce e poi finisce, la Vita.

E’ infatti scritto ‘Maledetto l’uomo che confida nell’uomo’, ma la carne è stolta e non vede neppure quanto è sotto ai propri occhi. Non così quello di Dio, un Amore onnipotente, immortale, eterno e che non muta si trovi di fronte un amico o un nemico, non è cioè determinato dalle contingenze, da cangianti sentimenti o mode del tempo, E’ ciò che E’.

Conviene allora approcciarsi alla Sapienza come hanno fatto Santi, Apostoli e Profeti, svuotando se stessi da ogni vanità e disponendosi all’ascolto, animati da qualla volontà e pazienza, delle quali nessuno innamorato o innamorata, degni di essere stimati tali, manca. Tra i frutti più dolci dell'Apocalisse, quelli di confortare e fortificare. Comprendere la Rivelazione di Gesù rigenera immediatamente lo spirito e mette le ali ai piedi, ciò che appariva umanamente insormontabile e gravoso, diventa un giogo sopportabilissimo, un peso che non pesa più. Buone letture!